I fischiettatori | di Marco Travaglio
Avevamo previsto come sarebbe finita la guerra in Ucraina, ma anche la reazione dei guerrapiattisti alla resa dei conti: fischiettano tutti come se i fatti non sbugiardassero proprio loro.
Avevamo previsto come sarebbe finita la guerra in Ucraina, ma anche la reazione dei guerrapiattisti alla resa dei conti: fischiettano tutti come se i fatti non sbugiardassero proprio loro.
Se non ci fossero almeno un milione fra morti e mutilati, la guerra in Ucraina sembrerebbe puro cabaret.
L’Ucraina arretra, l’opinione pubblica è stanca della guerra, mentre UE e NATO insistono con fondi e armi, ignorando negoziati e il calo del consenso a Zelensky.
Riapre Notre Dame, Macron sfila tra leader stanchi e ipocrisie. Si celebrano simboli mentre l’Occidente ignora tragedie come Palestina e conflitti globali.
Il piano di Zelensky, tra illusioni di vittoria e rischi nucleari, sembra più una mossa disperata che una strategia realistica, con l’Occidente sempre più dubbioso.
L’Ucraina mette al bando la Chiesa russa ma i “valori democratici” occidentali restano intatti
Disinformazione in Ucraina: smentito un accordo segreto Putin-Zelensky, mentre truppe russe avanzano in Donbass e Johnson invoca escalation, ignorando le conseguenze.
di Alessandro Orsini – Zelensky apre un nuovo fronte a Kursk ma la strategia solleva dubbi sull’efficacia
Zelensky invade la Russia, scatenando dubbi e critiche. L’Europa, divisa e debole, segue l’America in una guerra che rischia di degenerare oltre ogni limite.
Il proiettile di Crooks colpisce anche Zelensky, che ora chiede la presenza russa nei negoziati di pace. La guerra può finire solo con un dialogo tra Russia e Ucraina.
Zelensky, il guitto per eccellenza e marionetta di Washington, si congratula su X con Mark Rutte per la sua nomina a Segretario generale della Nato, definendolo “un leader forte e rispettoso dei principi”.
Zelensky ha il permesso di attaccare la Russia con armi Nato, e Putin potrebbe reagire in modi diversi, incluso l’uso di armi nucleari tattiche. La guerra in Ucraina si aggrava, con Tajani e Crosetto accusati di aver promosso il conflitto senza cercare soluzioni diplomatiche.