Marco Travaglio

Anatomia di una caduta

Grillo spinge per un 5Stelle moderato con Conte, ma insiste sull’umorismo per voti, ignorando i temi seri. La crisi iniziata nel 2021 richiede un ritorno a “né destra né sinistra”.

Piero Fassino

Balocchi e profumi

Fassino, tra un furto al duty free e un tweet su Putin, fa ridere i social. La sua politica estera profuma di ipocrisia, come il suo Chanel Chance.

La resa dei tonti

Il mondo regredisce in uno stallo nucleare, con leader ipocriti e piani di pace irrealistici. Il rischio è confondere resa e compromesso, aggravando il futuro.

Rimbambiden

Rimbambiden

Travaglio critica sarcasticamente Biden, definendolo incapace e delirante, con gaffe continue ignorate dai media italiani per non avvantaggiare Trump.

Vincitori, vinti e finti

In Italia vincono Pd e FdI, male 5Stelle e Lega. Il centro diviso, AVS bene, FI supera la Lega, Draghi e i putiniani restano nell’ombra.

Se

Se domani becco un astenuto che frigna perché non cambia mai nulla e l’Europa non gli piace, giuro che gli metto le mani addosso.

Lo sbarco in fesseria

Gaffe mediatiche paragonano Ucraina al D-Day, ignorando la storia: si celebra la liberazione con l’Ucraina (ex alleata nazista) e si esclude l’Urss. Contraddizioni evidenti.

Enrico Mentana e il trattamento di favore a Giorgia Meloni

Enrico, perché?

Mentana offre a Meloni un trattamento di favore nel Tg La7, suscitando imbarazzo e violando la par condicio, mentre gli altri leader politici affrontano interviste critiche.

Arrivano i buoni

Le elezioni europee vedono “europeisti” e “sovranisti” in uno scontro feroce, con leader che spingono per un’Europa militarizzata e pronta alla guerra contro la Russia.

Ma è il Pd o Netflix?

Il PD di Schlein maschera il caos interno come pluralismo, alternando politiche belliciste con candidati pacifisti per accontentare tutti senza coerenza reale.

La piaga della legalità

Ogni tanto, per dare manforte alle schiforme, i giornaloni vanno a ripescare qualche dinosauro spiaggiato e ne raccolgono le memorie, di solito smemorate, su Mani Pulite.

Storie benedette

Bruno Vespa intervista Chico Forti, condannato per omicidio, celebrandolo mentre il governo italiano sfrutta la sua storia per propaganda, tra ironia e assurdità.

Spingitori di cavalieri

di Marco Travaglio Mentre John Elkann si dipinge a edicole unificate come un giovane disagiato e abusato fin da piccolo dalla mamma cattiva, un’altra imprenditrice che si è fatta da sé, una self made woman venuta su dal nulla a mani nude col sudore della fronte diventa Cavaliere del Lavoro. Stiamo parlando ovviamente di Marina Berlusconi, insignita da Sergio Mattarella 47 anni dopo il padre (costretto purtroppo a rinunciare dalla condanna per frode fiscale). A leggere i requisiti richiesti, c’è l’imbarazzo della scelta: dall’“aver tenuto una specchiata condotta civile e sociale” all’“aver adempiuto agli obblighi tributari” al possedere una “singolare benemerenza nazionale”, fra cui l’“aver operato in aree e in campi di attività economicamente depressi”. E qui, più ancora che per la fedeltà fiscale (un vizio di famiglia), il pensiero di Mattarella è subito corso alla primogenita di B., costretta a un’infanzia di stenti nella favela arcoriana di Villa San Martino in compagnia di noti fuorilegge come il padre, Dell’Utri, Previti e lo stalliere Mangano (che scortava a scuola lei e Pier Silvio, vedi mai che facessero brutti incontri). Quanto alla “specchiata condotta civile e sociale”, chi meglio della presidente della Fininvest e della Mondadori (cioè della refurtiva del noto scippo a De Benedetti grazie alla sentenza comprata da Previti coi soldi di B.)? Chi meglio dell’azionista di maggioranza di FI a suon di bonifici e fidejussioni (ottimi investimenti che, con una telefonatina, han salvato pure Mediolanum dalla tassa sugli extraprofitti)? Molto specchiati anche i continui attacchi ai magistrati colpevoli di processare il padre (“persecutori intoccabili”), di far sganciare alla Mondadori il risarcimento a De Benedetti (“esproprio”!) e oggi di indagare su Dell’Utri (“soggetti politici che infangano gli avversari” e “condizionano la vita democratica” con “accuse deliranti”). E gli insulti ai “giornalisti complici dei pm” (il complice, nel diritto arcoriano, è chi sta con le guardie, non con i ladri) e agli scrittori antimafia come il suo ex autore Saviano (“fa orrore”). L’ultima benemerenza l’ha aggiunta lei stessa, ringraziando Mattarella per il gentil pensiero: “Da oltre vent’anni ho l’onore di presiedere Mondadori, vero e proprio patrimonio del nostro Paese (cioè di De Benedetti, ma rimasto a lei per usucapione, ndr), che ha fatto della libertà e del pluralismo la sua ragion d’essere”. Quel pluralismo che costrinse perfino il premio Nobel José Saramago a cambiare editore dopo che Einaudi (cioè Mondadori) aveva rifiutato di pubblicargli Il quaderno per le sue critiche a B.. Ora che il cavalierato diventa ereditario e si tramanda di padre in figlia, bisognerà anche ricalibrare l’allarme sul premierato: qui siamo in pieno feudalesimo. Il Fatto Quotidiano, 1 giugno 2024

Elly Schlein

Supercazzola atomica

Elly Schlein finalmente parla della guerra Russia-Ucraina, sostenendo Kiev ma escludendo un coinvolgimento diretto dell’Ue, senza prendere una posizione netta.

Jens Stoltenberg

Il pazzo e l’ombrellaio

Stoltenberg ha spinto la NATO in una pericolosa escalation con la Russia, mentre Macron vaneggia di ombrelli nucleari. Risultato? Rischiamo una guerra mondiale nucleare.

La scomparsa dei fatti

L’articolo denuncia i media e le élite occidentali per aver distorto i fatti sui negoziati tra Russia e Ucraina, perpetuando il conflitto per interesse.

Bibi a sua insaputa

Sul “Corriere”, Vespa racconta le sue “persecuzioni” in Rai, mentre Mieli critica Khan della Corte dell’Aja per aver chiesto l’arresto di Netanyahu per crimini di guerra.

La premier Giorgia Meloni accoglie in pompa magna l'ergastolano Chico Forti

Rei con fessi

Marco Travaglio scava con sarcasmo e verve nelle incongruenze della stampa e dell’opinione pubblica italiana riguardo il caso di Chico Forti.

lfredo Mantovano, magistrato in aspettativa, riceve a Palazzo Chigi l’ex generale Mario Mori

Eversori al governo

Mantovano difende Mori, indagato per le stragi del ’93, e Crosetto critica la giustizia, accusando favoritismi e ignorando la separazione dei poteri.

La premier Giorgia Meloni accoglie in pompa magna l'ergastolano Chico Forti

Gotham City

Travaglio critica l’accoglienza trionfale di un ergastolano da parte del premier e ridicolizza le affermazioni di Gentiloni sul PNRR, lodando invece Conte per i suoi negoziati.

Meloni&Schlein

Elly detta Silvio

Il Pd vuole modificare la par condicio per facilitare un confronto Meloni-Schlein, ignorando l’equità elettorale. Meloni sorprendentemente rifiuta.

Bruno Vespa

Par linguicio

Marco Travaglio critica Bruno Vespa per l’uso partigiano della TV pubblica, attacchi alla par condicio, e la difesa di destra e PD ignorando sentenze legali contro Berlusconi.

Corriere separate Meloni Crosetto

Corriere separate

Il governo vuole separare pm e giudici per controllare le indagini e indebolirli, usando scuse assurde come la condivisione di un’auto per giustificare la riforma.

Charles Michel e Antony Blinken

Teste lucide

Marco Travaglio evidenzia le contraddizioni nelle alleanze occidentali, criticando le scelte di Charles Michel e Antony Blinken nel contesto del conflitto in Ucraina.

Nelson Mandela e Frederik de Klerk

Stati senza statisti

Travaglio critica l’incapacità dei leader attuali di risolvere il conflitto israelo-palestinese, evidenziando la mancanza di statisti come Mandela e de Klerk.

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