Ma mi faccia il piacere | 20 gennaio 2025
Rassegna stampa satirica di Marco Travaglio: una sferzata di sarcasmo sulle notizie della settimana
Rassegna stampa satirica di Marco Travaglio: una sferzata di sarcasmo sulle notizie della settimana
Ieri alla Camera hanno approvato in prima lettura (su quattro) la schiforma costituzionale che separa le carriere e i Csm dei giudici e dei pm, con i voti delle tre destre, di +Europa e di Azione.
Il disastro ferroviario odierno, tra ritardi record e giustificazioni surreali, riflette l’inefficienza politica. Nordio propone scudi penali per agenti, ignorando diritti e legalità.
Il fatto che Marina B. parli di “pattume mediatico”, con le tonnellate di monnezza prodotte dalla casa fin dalla fondazione, denota una certa invidia professionale.
La serie M – Il figlio del secolo è molto ben fatta. Ha un solo difetto: ci racconta un uomo che non è Benito Mussolini, ma la sua macchietta, e un movimento che non è il vero fascismo, ma la sua caricatura.
Rassegna stampa satirica di Marco Travaglio: una sferzata di sarcasmo sulle notizie della settimana
Quando gli storici del futuro si occuperanno del nostro presente, faranno caso a ciò che noi che vi siamo immersi non notiamo: l’abolizione della logica.
I giornaloni fingono di difendere la verità, ma ignorano che i media tradizionali diffondono fake news. Il vero fact-checking spetta ai lettori, non ai censori.
La Meloni equipara Musk e Soros, ma ignora che Soros agisce nell’ombra, supportando rivoluzioni filo-Nato e destabilizzazioni sanguinose in Europa dell’Est.
Il caso Sala si è risolto con successo grazie alla gestione di Meloni, ma il dibattito si sposta su SpaceX-Starlink: garantire sicurezza senza ipocrisie è cruciale.
Nel nostro mondo rovesciato, la censura domina: libertà di parola a senso unico, media manipolati e democrazie che copiano i metodi autoritari che criticano.
Il caso Todde evidenzia errori gestionali nel M5S, accuse inconsistenti e dubbi sull’imparzialità del Collegio elettorale, ma nessuna irregolarità grave emerge.
Rassegna stampa satirica di Marco Travaglio: una sferzata di sarcasmo sulle notizie della settimana
Il Codice Salvini confonde tutti tranne lui: sanzioni assurde, farmaci puniti come droghe e contraddizioni grottesche. Forse il test salivare serve a lui.
Più calano i lettori, più i giornali amplificano politici senza voti, come Renzi e Gentiloni: protagonisti di un circo mediatico che nessuno vuole.
In poco più di un anno gli Stati Uniti hanno perso due figure storiche, Henry Kissinger e Jimmy Carter, opposti per stile e risultati, ma accomunati dalla capacità di dialogare con amici e nemici.
Rassegna stampa satirica di Marco Travaglio: una sferzata di sarcasmo sulle notizie della settimana
La legge Nordio-Gelli è l’ultima genialata dei “garantisti”: separare giudici e pm, trasformando i pm in Torquemada ossessionati da condanne a ogni costo.
Due pesi e due misure dominano il 2024: genocidi ignorati, tregue farsa, democrazie svuotate, ipocrisia internazionale tra guerre, sanzioni e interessi geopolitici.
Tony Effe escluso dal Concertone per testi controversi. Gualtieri cede alla censura “liberale”. Risultato: sold out per Tony, flop per Roma.
I verdetti su Renzi e Salvini smontano la narrazione del “Toga Party” politico. La giustizia agisce indipendentemente, ma i tempi restano patologici.
Avevamo previsto come sarebbe finita la guerra in Ucraina, ma anche la reazione dei guerrapiattisti alla resa dei conti: fischiettano tutti come se i fatti non sbugiardassero proprio loro.
Se non ci fossero almeno un milione fra morti e mutilati, la guerra in Ucraina sembrerebbe puro cabaret.
Trump vuole chiudere la guerra NATO-Russia. Il “Partito della Guerra” fomenta crisi e attentati per impedirlo, spingendo verso un’escalation pericolosa.
Giornali uniti contro il governo non per povertà record o stipendi ai ministri, ma per il taglio dei fondi pubblici alla stampa: libero mercato a parole, non nei fatti.
Rassegna stampa satirica di Marco Travaglio: una sferzata di sarcasmo sulle notizie della settimana
Il Centro è l’Rsa dei politici a fine mandato. Sala, Ruffini e co. si riciclano tra lotte interne, progetti vaghi e pochi elettori. Più leader che consensi.
L’Ucraina arretra, l’opinione pubblica è stanca della guerra, mentre UE e NATO insistono con fondi e armi, ignorando negoziati e il calo del consenso a Zelensky.
L’AI ne inventa una più grossa dell’altra: prima Meloni e Musk che limonano, poi un surreale dibattito Schlein-Annunziata a Dimartedì. Peccato fosse vero.
“Terrorista” è un’etichetta politica variabile: gli amici si autodeterminano, i nemici no. I crimini occidentali restano impuniti, quelli degli altri no.