L’angolo del buonumore
di Marco Travaglio Si pensava che i trombettieri della vittoria ucraina e della sconfitta russa, dopo tre anni di minchiate sfuse, si prendessero una pausa per far riposare le lingue…
di Marco Travaglio Si pensava che i trombettieri della vittoria ucraina e della sconfitta russa, dopo tre anni di minchiate sfuse, si prendessero una pausa per far riposare le lingue…
In questi tre anni, l’Ue aveva due opzioni: vincere la guerra o preparare la pace. Invece la guerra l’ha persa e la pace non l’ha preparata. E ora dà la colpa a Trump.
Mattarella s’è reso conto di averla fatta grossa, paragonando al Terzo Reich la Russia che combatté e sconfisse il Terzo Reich mentre l’Italia stava con il Terzo Reich, e ieri ha corretto il tiro, con una giaculatoria più consona al suo stile felpato.
Il summit chez Macron con gli altri sette nani più tre è stato un successo storico per l’Europa e ha oscurato preventivamente i negoziati di Trump e Putin a Riad per la pace in Ucraina.
Rassegna stampa satirica di Marco Travaglio: una sferzata di sarcasmo sulle notizie della settimana
L’Ue, dopo tre anni di sabotaggi ai negoziati, ora cerca uno sgabello. Ma a un tavolo di pace, che ci va a fare chi ancora preferisce la guerra?
Parsi e Mieli piangono la sconfitta ucraina, ignorando storia e realtà. Mattarella riesce pure a dare ragione alla Russia. Trump usa la solita strategia USA.
Non esiste discarica o inceneritore tanto capiente per smaltire tre anni di pattume atlantista sull’Ucraina.
Questo articolo è una notizia di reato: Giorgia Meloni ha violato una legge del governo Meloni, commettendo un reato procedibile d’ufficio, senza bisogno di denunce.
Trump inizia a svelare, senza trucco né maquillage, il vero volto degli Usa. Che hanno sempre badato al loro tornaconto, fregandosene di perdite di tempo tipo democrazia, diritto internazionale, principi umanitari, autodeterminazione dei popoli, solidarietà fra alleati.
Ieri, per la prima volta in vita nostra, abbiamo provato un moto di umana pietà per Daniela Santanchè. Vederla lì, sola e abbandonata dai cosiddetti amici ai banchi del governo, dava l’idea dello stato terminale della sua parabola politica.
Rassegna stampa satirica di Marco Travaglio: una sferzata di sarcasmo sulle notizie della settimana
Puntuale l’intervento di Marco Travaglio ieri sera ad Accordi&Disaccordi a proposito dell’informativa sul caso Almasri, rilasciato dal governo Meloni nonostante il mandato di cattura della Corte Penale Internazionale.
Meloni ha perso il tocco magico. Anziché imporre i suoi temi, insegue i ceffoni che le danno la realtà e le opposizioni per gli errori suoi e dei suoi. Anziché “metterci la faccia”, si nasconde e lascia la vetrina alla sua improbabile classe dirigente.
Mentre Trump dà di matto o fa il matto (questo lo vedremo) stravolgendo il mondo dall’oggi al domani, chi dovrebbe reagire è fermo all’età della pietra. Basta leggere l’ultimo giurassico discorso di Mattarella.
La destra rivuole l’immunità parlamentare. Ma è così somara da non avere la più pallida idea di cosa fosse: pensa che fino alla riforma del ’93, gli eletti fossero immuni da ogni indagine penale.
Oltreché come governanti, questi destri sono pessimi anche come bugiardi. Perché una bugia venga creduta, almeno dai più boccaloni, bisogna che tutti raccontino solo quella. Se ne inventano altre incompatibili, non funziona.
Mentre destra e Pd si alternano in giustizia di classe e condoni su misura, il futuro dem si forma con “maestri” come Tajani e Letta. Peggio del presente.
La “guerra dei 30 anni fra magistratura e politica” non è mai esistita. Esiste la parte criminale della politica che abusa del suo potere per violare le leggi e aggredisce la parte legalitaria della magistratura che esercita il potere di farle rispettare.
Italo Bocchino, uno dei megafoni più scarsi della Terza Repubblica. Espressione della mancanza di autonomia intellettuale per antonomasia. Anzi, della mancanza totale d’intelletto.
Rassegna stampa satirica di Marco Travaglio: una sferzata di sarcasmo sulle notizie della settimana
Problema: come nascondere lo scandalo di un governo che libera un torturatore ricercato dalla Cpi e dice di averlo fatto perché è un criminale pericoloso, dopo aver sempre detto che i delinquenti pericolosi vanno arrestati buttando via la chiave per evitare che continuino a delinquere?
Il comizio di Bruno Vespa, nuovo caposcorta di Giorgia Meloni, strazia il cuore di chi lo vede così sofferente per l’amata.
Travaglio smonta le difese di Bocchino sul caso Meloni-Almasri, ricordandogli la legge votata nel 2012. Bocchino si scompone, Travaglio lo domina con ironia.
Conte affrontò denunce senza clamore, rispettando i magistrati. Meloni invece grida al complotto per il caso Almasri, sfruttando ignoranza e polemiche.
Trump e la sua ciurma sembrano fatti apposta per smascherare le ipocrisie del fighettismo “democratico”, politicamente corretto, woke e finto buono.
È una buona notizia che la premier si ponga per la prima volta il problema della coerenza fra ciò che diceva dall’opposizione e ciò che fa al governo
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