La resa di Netanyahu
Alla fine il macellaio ha ceduto e senza raggiungere nessun obiettivo strategico. Né la liberazione degli ostaggi, né lo smantellamento di Hamas, né il tentativo di pulizia etnica. Una sconfitta militare palese.
Alla fine il macellaio ha ceduto e senza raggiungere nessun obiettivo strategico. Né la liberazione degli ostaggi, né lo smantellamento di Hamas, né il tentativo di pulizia etnica. Una sconfitta militare palese.
Netanyahu rassicura Smotrich: tregua solo strategica. “Uccideremo meno palestinesi per calmare l’Occidente, ma lo sterminio andrà avanti”.
Il presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, ha condiviso senza commenti su Truth Social un video in cui Jeffrey Sachs, professore della Columbia University, definisce il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu un “figlio di puttana subdolo e malvagio” e lo accusa di aver coinvolto gli Stati Uniti in “guerre senza fine”.
Netanyahu all’ONU: stesso copione, bugie e vittimismo, mentre il Medio Oriente affonda. Ma ovviamente, la colpa è sempre di tutti tranne che sua
Netanyahu ritira il cessate il fuoco, pressato dai suoi ministri. Israele vuole l’annessione senza compromessi, mentre Hezbollah resiste e l’ONU discute l’Iniziativa di Pace Araba.
The Jewish Chronicle rimuove articoli con citazioni fabbricate da funzionari israeliani, scritti da Elon Perry, dopo indagini e dubbi sulla sua credibilità.
Netanyahu, con l’uccisione del capo politico di Hamas, rivela la brutalità della sua politica coloniale verso i palestinesi, mentre la verità sul sionismo emerge globalmente.
L’obiettivo dei criminali israeliani è aprire un nuovo fronte in Libano, perpetuando il conflitto senza prove concrete. Con il supporto degli Stati Uniti, Netanyahu e Gallant dichiarano guerra a Hezbollah, mentre le provocazioni di Erdogan e le minacce di Katz aggravano la situazione.
Il procuratore della CPI chiede l’arresto di Netanyahu e leader di Hamas per crimini di guerra. Europa divisa; Biden difende Israele, Italia silente. Tensioni crescenti.
Mara Carfagna difende Netanyahu, ignorando i massacri di palestinesi e criticando la Corte penale internazionale, mostrando idiozia e immoralità nel suo ragionamento.
Il procuratore della CPI chiede l’arresto di Netanyahu e Sinwar per crimini di guerra, equiparando Israele e Hamas come terroristi. Le democrazie occidentali complici.
Alessandro Orsini descrive la situazione in Palestina in termini di strategie intenzionali di Benjamin Netanyahu, il quale, secondo Orsini, non mira semplicemente a contrastare Hamas a Rafah, ma a compromettere l’intera nozione di uno Stato palestinese