Putin non vuole tregua, anche grazie alla Nato
Putin non vuole la pace, ma ha bisogno di far credere all’Occidente che la voglia. Congelare il conflitto in questo momento sarebbe un danno irreparabile per la Russia. Ecco perché.
Putin non vuole la pace, ma ha bisogno di far credere all’Occidente che la voglia. Congelare il conflitto in questo momento sarebbe un danno irreparabile per la Russia. Ecco perché.
Giorgia Meloni è la vergogna d’Italia. Complice di Netanyahu, sostiene i bombardamenti su Gaza, arma Israele e tace sui crimini contro l’umanità.
Giorgia Meloni è una criminale politica con le mani sporche del sangue di bambini palestinesi, grazie al suo sostegno incondizionato a Netanyahu e al genocidio a Gaza.
di Alessandro Orsini Oggi Antonio Tajani, il braccio destro di Netanyahu in Europa, è chiuso a nel suo ufficio. Si sta scervellando per capire quale altra decisione dovrà prendere per aiutare Netanyahu nel genocidio del popolo palestinese. Se il sistema dell’informazione in Italia non fosse corrotto dalla testa ai piedi, Tajani verrebbe continuamente criticato per la sua condotta inqualificabile contro i bambini palestinesi. Ma questo non accade perché l’informazione sulla politica internazionale in Italia funziona come nelle dittature. La sua funzione è di coprire le malefatte dei governanti invece di denunciarle. Il 28 ottobre 2023, quando Netanyahu radeva al suolo Gaza, Tajani si è rifiutato di votare in favore di una tregua umanitaria all’Onu per interrompere i bombardamenti. In quell’occasione, Tajani ha dichiarato, per bocca dell’ambasciatore italiano all’Onu: “Sempre solidali con Israele; la sicurezza d’Israele non è negoziabile”. A dicembre 2023 e gennaio 2024, Tajani ha dato a Netanyahu bombe, granate, siluri, mine, missili, cartucce e altre munizioni, proiettili e loro parti, per un valore di 730.869,5 euro a dicembre 2023, quasi raddoppiati a 1.352.675 euro a gennaio 2024. L’11 gennaio 2024, quando la Corte internazionale di giustizia dell’Aia ha avviato il processo contro Israele per genocidio, Tajani si è schierato al fianco di Netanyahu contro il Sudafrica. Il 10 maggio 2024 Tajani si è rifiutato di votare in favore di un seggio a pieno titolo per lo Stato palestinese all’Onu. Il 19 maggio 2024, quando il procuratore capo della Corte penale internazionale, Karim Khan, ha chiesto un mandato d’arresto contro Netanyahu, Tajani ha definito la richiesta “del tutto inaccettabile”. Il 19 settembre 2024 Tajani si è rifiutato di votare in favore di una risoluzione Onu che chiede a Israele di porre fine all’occupazione dei territori palestinesi. Una delle attività principali di Tajani consiste nel fare pressioni per impedire qualunque indagine sui crimini di Netanyahu a Gaza. Nell’ultimo MeD9 a Cipro, l’11 ottobre 2024, Meloni e Tajani sono riusciti a impedire l’inserimento di un brano contro la vendita di armi a Israele – sollecitato da Macron e Sanchez – nella nota con cui Francia, Italia e Spagna hanno condannato l’attacco israeliano contro Unifil in Libano. Il 22 ottobre 2024 a Gerusalemme, quando i palestinesi uccisi erano 43.000, Tajani ha incontrato Netanyahu che ha dichiarato: “Il bombardamento di Gaza è necessario per difendere il diritto d’Israele a difendersi”. Tajani ha detto: “Ho assicurato [a Netanyahu] il sostegno dell’Italia al diritto di Israele di difendersi”. Tajani si è sempre opposto a qualunque sanzione o misura punitiva contro Netanyahu. Tajani è il braccio destro di Netanyahu in Europa. Parla di “campagne d’odio” mentre sostiene un governo radicato nell’odio e nel razzismo. Ben Gvir, ministro della sicurezza nazionale, è un ammiratore del terrorista Baruch Goldstein, il colono autore della strage contro la moschea di Hebron del 25 febbraio 1994. Ben Gvir ha sfoggiato la gigantografia di Goldstein nel salone della sua abitazione per anni. Tutte le decisioni assunte da Tajani a Palazzo Chigi, all’Onu e nell’Unione europea non lasciano dubbi sulla sua opposizione alla nascita dello Stato di Palestina per compiacere Netanyahu.
Mentre l’Italia si perde nel gossip, la Libia crolla: la Turchia blocca l’UE, Haftar avanza e la crisi petrolifera rischia di travolgere gli interessi italiani.
Disinformazione in Ucraina: smentito un accordo segreto Putin-Zelensky, mentre truppe russe avanzano in Donbass e Johnson invoca escalation, ignorando le conseguenze.
di Alessandro Orsini – Zelensky apre un nuovo fronte a Kursk ma la strategia solleva dubbi sull’efficacia
Media e ministri danno per imminente una tregua a Gaza che non arriva mai. Sono almeno sette mesi che la tregua è cosa fatta pur essendo più lontana della pace in Ucraina. Tutti ricorderanno Biden che annuncia la tregua a Gaza
Il G7 di Meloni fallisce, Crosetto accusa la Nato, Biden si ritira, e l’Ucraina è distrutta: l’Italia è corresponsabile di una situazione politica internazionale disastrosa.
di Alessandro Orsini A partire dal 2026, gli Stati Uniti piazzeranno i loro missili più sofisticati in Germania per minacciare la Russia. Secondo la Nato e i suoi propagandisti, si tratta di una mossa intelligente. La Russia si spaventerà moltissimo. La paura della Russia sarà talmente grande che i suoi generali finiranno per sottomettersi a tutte le decisioni dell’Occidente, incluso l’ingresso dell’Ucraina nella Nato. Secondo questa tesi, che per comodità espositiva chiamo la “tesi della follia assoluta”, tutte le volte che la Russia dovrà prendere una decisione, Putin riunirà i suoi generali e dirà loro: “Sì, va bene, però stiamo attenti a quel che facciamo perché la Germania ha i missili americani puntati su di noi”. Purtroppo, questa tesi è completamente sbagliata. Data l’enormità dei pericoli, cercherò di parlare nel modo più semplice e chiaro possibile. I problemi sono due. Il primo problema ha a che vedere con la guerra nucleare. Molti plaudono alla tesi della follia assoluta perché immaginano la guerra nucleare tra l’Europa e la Russia come uno scambio ordinato – “uno alla volta” – nel senso che la Russia lancia una testata nucleare contro la Germania, poi la Germania lancia una testa nucleare contro la Russia, poi la Russia lancia un’altra testata nucleare contro la Germania e così via. Questo modo errato di immaginare la guerra nucleare tra Russia e Europa spiega come mai i propagandisti della Nato dicano sempre questa frase: “Tanto se Putin prova a colpire un Paese europeo con le testate nucleari la Russia finisce incenerita”. Ragioniamo. L’unico Paese dell’Unione Europea ad avere le testate nucleari è la Francia, ne possiede soltanto 290. La Russia ne ha 6000. Un’eventuale guerra nucleare tra la Russia e l’Europa avverrebbe in questo modo: la Russia conduce un unico attacco nucleare su tutti i Paesi europei della Nato che posseggono le testate nucleari senza dare loro la possibilità di replicare. Il secondo problema ha a che vedere con la reazione degli Stati Uniti. I propagandisti della Nato dicono: “Sì, è vero, l’Unione Europea ha soltanto 290 testate nucleari e la Russia 6000. Però gli Stati Uniti colpirebbero la Russia con le loro testate nucleari bilanciando lo squilibrio”. Peccato che gli Stati Uniti non userebbero mai le testate nucleari contro la Russia per difendere un Paese europeo. Se l’Italia fosse colpita dalle testate nucleari della Russia, gli Stati Uniti non replicherebbero colpendo il territorio russo con le proprie testate nucleari giacché, in caso di guerra nucleare, l’obiettivo principale degli Stati Uniti non sarebbe la protezione dell’Italia, bensì la propria sopravvivenza. La guerra nucleare, infatti, muterebbe tutta la scala delle priorità strategiche della Casa Bianca. Nel nostro tempo, che è un tempo senza guerra nucleare, il controllo delle basi americane in Italia è una priorità assoluta per gli Stati Uniti. Tuttavia, se scoppiasse una guerra nucleare con la Russia, il controllo di quelle basi perderebbe di importanza. Gli Stati Uniti avrebbero come obiettivo supremo la propria sopravvivenza. I generali americani farebbero un ragionamento di questo tipo: “Che l’Italia vada in malora. Noi americani dobbiamo pensare soltanto a non essere colpiti dalle bombe atomiche della Russia”. Spero di avere spiegato perché è pura follia pensare di spaventare la Russia installando in Germania i missili americani a lunga gittata in grado di caricare le testate nucleari. Se la Russia sentirà che la propria esistenza è minacciata dall’Europa, colpirà l’Europa con un numero talmente grande di testate nucleari da impedirle di reagire. D’altra parte, l’Europa non colpirebbe mai per prima la Russia con le testate nucleari data l’immensa sproporzione tra gli arsenali. Dunque, la prima mossa sarebbe sempre della Russia. E la Russia ha 6000 testate nucleari. La sua prima mossa sarebbe certamente quella definitiva. Il Fatto Quotidiano, 18 luglio 2024
La Russia ha rivendicato la distruzione di un Samp-T italiano, Crosetto tace. Invio di armi secretato per motivi elettorali, mentre la strategia di protezione fallisce.
Gli ucraini ottengono una superiorità numerica a Kharkiv, ma è una trappola russa. Crosetto invia armi senza rispondere alle critiche sulla strategia fallimentare.
di Alessandro Orsini In Italia esiste un “blocco della guerra” che utilizza tre modi per creare consensi intorno all’invio di armi in Ucraina: minimizzazione, negazione e nascondimento. Ognuno di questi modi ha la sua frase caratteristica. Il primo modo consiste nel minimizzare i pericoli per non spaventare gli italiani. La frase tipica della strategia della minimizzazione è: “Putin bluffa. Crosetto può inviare le armi, non c’è nessuna escalation”. In realtà, l’escalation c’è eccome giacché l’escalation si definisce come: “Condotta delle operazioni belliche caratterizzata da un aumento progressivo e graduale nell’impiego delle armi e nell’estensione delle misure militari” (Treccani). Il secondo modo consiste nel negare i fallimenti della Nato manipolando il linguaggio pubblico. La frase tipica della strategia della negazione è: “La controffensiva ucraina non ha dato i risultati sperati”. In realtà, la controffensiva ucraina è stata un fallimento colossale, ma il blocco della guerra nasconde l’enormità della catastrofe. Il terzo modo consiste nel nascondere le ricadute negative della guerra sull’economia. La frase tipica della strategia del nascondimento è: “La guerra in Ucraina non toglie risorse agli italiani”. In realtà, la guerra aggrava la povertà, riduce il potere d’acquisto, aumenta il costo dell’energia, indebita le imprese, impoverisce scuole e ospedali e pregiudica le prospettive di crescita dell’Italia. Il blocco della guerra è composto dal governo Meloni, il Partito democratico e i principali quotidiani italiani. Giunti a questo punto, possiamo capire perché il blocco della guerra non abbia spiegato che l’intesa tra Putin e Kim Jong-un segna una nuova sconfitta per la Nato. In primo luogo, gli accordi tra Russia e Corea del Nord internazionalizzano ulteriormente la guerra. I morti e le distruzioni aumenteranno anziché diminuire. Gli Stati che sostengono la Russia sono sempre più numerosi e sono anche potenze nucleari. A differenza delle menzogne del blocco della guerra, la Russia ha fatto quasi tutto da sé. L’aiuto dei suoi alleati è stato limitatissimo o quasi inesistente. Le armi decisive impiegate dai russi sono russe. Putin usa aerei, carri armati, missili a lunga gittata e sistemi anti-aereo russi. Basterebbero le sole armi della Cina per surclassare la Nato che boccheggia. In secondo luogo, il blocco della guerra nasconde che gli accordi tra Putin e Kim Jong-un riproducono una dinamica tipica della Prima e della Seconda guerra mondiale: le alleanze strutturali basate sul mutuo soccorso. Infine, gli accordi tra Russia e Corea del Nord riducono la complessità del conflitto: un’altra dinamica tipica delle guerre mondiali. Gli schieramenti, prima numerosi ed eterogenei, si riducono progressivamente a due soli schieramenti impegnati in una guerra esistenziale. Come ama ripetere Giorgia Meloni, se la Russia prevalesse in Ucraina, tutti gli europei verrebbero ridotti in schiavitù. Questa non è una guerra: è l’Apocalisse. L’impero del Bene e l’impero del Male. I principali quotidiani italiani interpretano gli accordi tra Putin e Kim Jong-un in chiave moralistica: “È una vergogna”; “è una violazione del diritto internazionale”. Il blocco della guerra preferisce indignarsi anziché spiegare. Meglio che gli italiani non capiscano. Crosetto prepara il nuovo invio di armi per alimentare la guerra “per tutto il tempo necessario” senza avere il necessario per la guerra. Crosetto ha appena detto a Stoltenberg che l’Italia è troppo povera per dare 3,5 miliardi di euro all’anno per finanziare la guerra in Ucraina. Convinto di potersi tirare fuori dalla guerra in qualsiasi momento, il blocco della guerra non capisce che quel momento è già passato. Il Fatto Quotidiano, 22 giugno 2024
Il governo Meloni spinge l’Italia verso guerre, rendendo urgente riflettere sulla libertà d’informazione in politica internazionale. Tre paradossi mostrano come l’informazione italiana esalti la libertà ma non la verità, un problema critico in tempi di conflitto.
Alessandro Orsini a Firenze con Michele Santoro per “Ucraina-Palestina. Il terrorismo di stato nelle relazioni Internazionali”
Zelensky ha il permesso di attaccare la Russia con armi Nato, e Putin potrebbe reagire in modi diversi, incluso l’uso di armi nucleari tattiche. La guerra in Ucraina si aggrava, con Tajani e Crosetto accusati di aver promosso il conflitto senza cercare soluzioni diplomatiche.
Roba da matti. L’Unione Europea non fa altro che parlare di “preparazione alla Terza guerra mondiale”, “nuova industria militare”, “economia di guerra”, “leva obbligatoria”, “scudo atomico della Francia”. L’Unione Europea non fa altro che parlare di “invio di truppe Nato in Ucraina” e di “colpire il territorio russo con le armi più avanzate della Nato”. L’Unione Europea non fa altro che parlare di “sconfiggere la Russia sul campo” e “rovesciare Putin”. L’Unione Europea non fa altro che dire che “la Nato non conosce linee rosse e si espande ovunque voglia”. L’Unione Europea non fa altro che dire che “i pacifisti sono esseri immondi e immorali”. L’Unione Europea non fa altro che dire che “la Nato ha assorbito anche Svezia e Finlandia e oggi è più potente che mai”. Però il Corriere della Sera ci spiega che la Russia è un Paese “intriso di ideologia imperialista”. Roba da matti. Alessandro Orsini , pubblicato su X
Stoltenberg è inadatto alla Nato: la sua logica rischia di legittimare attacchi reciproci. La Nato destabilizza la Georgia, minacciando la sua sovranità.
Mara Carfagna difende Netanyahu, ignorando i massacri di palestinesi e criticando la Corte penale internazionale, mostrando idiozia e immoralità nel suo ragionamento.
Il procuratore della CPI chiede l’arresto di Netanyahu e Sinwar per crimini di guerra, equiparando Israele e Hamas come terroristi. Le democrazie occidentali complici.
Macron esorta i leader europei a decidere rapidamente sul da farsi se Putin dovesse mirare a Kiev, evidenziando il fallimento delle strategie della NATO e la possibilità di un errore fatale.
Alessandro Orsini descrive la situazione in Palestina in termini di strategie intenzionali di Benjamin Netanyahu, il quale, secondo Orsini, non mira semplicemente a contrastare Hamas a Rafah, ma a compromettere l’intera nozione di uno Stato palestinese
Alessandro Orsini offre una narrazione alternativa alla copertura mediatica dominante riguardo i falliti accordi di pace tra Russia e Ucraina nel marzo 2022, contestando le rappresentazioni comuni degli obiettivi di Putin.
Alessandro Orsini critica aspramente l’ex premier italiano Mario Draghi e i suoi sostenitori, per le promesse fallite relative alla politica di invio di armi all’Ucraina per contrastare la Russia.
Alessandro Orsini affronta il tema del terrorismo, mettendo in luce la distinzione tra il terrorismo di Stato e quello degli attori non statali, in seguito all’attacco dell’Isis a Mosca.
La Comunità Ebraica di Roma denuncia il prof. Orsini per 37 post ritenuti antisemiti, avviando un’indagine sulla discriminazione razziale.
Alessandro Orsini sfata il mito dell’ingresso “aperto e democratico” dei paesi nella NATO, descrivendolo invece come un processo guidato dagli interessi strategici degli Stati Uniti.
La replica del ministero della Difesa ha avvalorato la mia tesi che l’Italia sarebbe tenuta a impegnarsi in Romania nel caso in cui la Russia prenda Odessa.
La caduta di Avdiivka è la conferma che l’Ucraina ha perso la guerra rovinosamente e definitivamente.
Perché la classe dirigente e il popolo russo si sono compattati intorno a Putin anziché ferirlo a morte?