Claire Keegan. “Quando ormai era tardi. Storie di donne e uomini” | Recensione
Claire Keegan esplora i rapporti umani con prosa limpida e incisiva, scavando tra desiderio, solitudine e fallimento. Tre storie che disarmano con precisione emotiva.
Claire Keegan esplora i rapporti umani con prosa limpida e incisiva, scavando tra desiderio, solitudine e fallimento. Tre storie che disarmano con precisione emotiva.
Joe Biden, tra nepotismo e strategia, grazia il figlio Hunter, svelando intrecci tra potere, Ucraina e controllo mediatico per consolidare l’impero globale.
Google Chrome al centro di una battaglia antitrust negli USA: il futuro del web e del monopolio digitale potrebbe cambiare con regole più eque per i dati.
L’invasione Usa dell’Iraq del 2003 ha destabilizzato il Medio Oriente, alimentato il jihadismo e rafforzato l’egemonia di élite globali tramite caos e controllo.
La Georgia affronta proteste simili a Maidan, riflesso di tensioni globali tra Russia e Occidente, mentre rischia di diventare un nuovo campo di battaglia geopolitico.
Emmanuel Todd analizza il declino degli USA come parte di una crisi occidentale, tra disuguaglianze, polarizzazione politica e perdita di influenza globale.
Puma cede alla pressione del BDS e abbandona Israele, ma Erreà subentra come sponsor dell’IFA, rischiando un boicottaggio per complicità con un regime genocida.
Meloni e Schlein sostengono un’Europa subalterna agli USA: austerità, riarmo e tagli al welfare. Serve un’alternativa per pace, autonomia e giustizia sociale.
Gruber e Guerzoni mostrano il declino del giornalismo italiano, incapaci contro un Travaglio lucido e documentato, simbolo di verità e indipendenza.
Un racconto tragicomico sull’Italia pandemica: idranti su manifestanti pacifici, obblighi vaccinali forzati e diritti violati, con domande senza risposta.
Gli USA accusano TikTok di spionaggio cinese, ignorando che le loro big tech fanno lo stesso da anni. Ipocrisia geopolitica mascherata da crociata sulla privacy.
La scena del caveau in “Le conseguenze dell’amore” è puro cinema: il silenzio pesa come piombo, il denaro diventa un’arma, la tensione un’opera d’arte.
Giorgia Meloni, tra slogan vuoti e servilismo verso poteri esteri, governa con retorica patriottica ma poca sostanza, lasciando l’Italia in balia del nulla.
Trump rieletto presidente: l’America ha scelto il meno ipocrita. Tra guerre mascherate da missioni umanitarie e l’élite democratica, cambia il volto ma non la sostanza.
In Parthenope, Sorrentino ritrae una Napoli antica e decadente, incarnata dalla protagonista come simbolo mitologico della città, tra bellezza e malinconia.
La campagna contro la giunta Todde manipola la realtà con slogan emotivi e disinformazione, ostacolando il dibattito sulla transizione energetica e distorcendo i fatti.
Gli “scappati di casa” del M5S, da dilettanti a leader competenti, hanno fatto meno danni dei veterani, ma la politica italiana resta prigioniera del suo eterno declino.
Berlinguer – La grande ambizione è un film politico nel senso più alto del termine. Non si limita a raccontare la vita di un leader, ma riflette su cosa significhi fare politica in un’epoca di crisi e trasformazione.
Negli anni ’50, due adolescenti intrecciano fantasia e realtà in un legame ossessivo, culminando nell’omicidio della madre di una di loro. Film enigmatico e visionario.
La Sardegna deve affrontare la transizione energetica bilanciando speculazione e sostenibilità, garantendo sovranità energetica e benefici locali attraverso una gestione autonoma delle risorse.
Conte dichiara finito il campo largo, rifiutando un’alleanza con Renzi e criticando la leadership di Schlein. La frattura nel centrosinistra appare irreversibile.
Vermiglio di Delpero è un dramma silenzioso ambientato in un villaggio durante la Seconda Guerra Mondiale, dove la quiete quotidiana nasconde tensioni profonde e non dette. Gran Premio della Giuria a Venezia81
Giovanna di Castiglia fu etichettata come “pazza” per motivi politici. Colta e combattiva, fu confinata dai familiari per mantenere il potere nelle mani maschili.
L’uso del dativo etico è legato a una strategia discorsiva di empatia e appartenenza.
La prolessi, dal greco πρόληψις (prólēpsis), ossia «anticipazione», è una figura retorica che consente di evocare eventi futuri come se fossero già avvenuti.
Uno studio rivela che l’influenza russa su Twitter nelle elezioni USA 2016 fu minima e inefficace. Il vero pericolo? La manipolazione mediatica interna.
La lingua, con le sue apparenti dissonanze, rivela sempre qualcosa di più profondo di quanto crediamo.
Pasolini trasformò il suo corpo in messaggio, denunciando il consumismo mentre diventava icona mediatica. Contraddittorio e profetico, resta ineludibile.
Telemaco non può regnare perché l’Odissea conserva tracce di un’antica regalità matrilineare: il potere passa per Penelope, e Ulisse lo detiene come suo sposo.