Indovinello latino: il console Publio Decio Mure

Publio Decio Mure, fu un console romano noto per aver praticato il rito della devotio nella Battaglia del Sentino (295 a.C.), combattuta contro la coalizione di Galli, Sanniti, Etruschi e Umbri.

Parva mihi domus est, sed ianua semper aperta;

esiguo sumptu furtiva vivo rapina;

quod Mihi nomen inest, Romae quoque consul habebat.

Un aiuto: allude infine al console Publio Decio Mure.

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SOLUZIONE

Il testo dell’indovinello suggerisce un oggetto o un animale con caratteristiche ben precise:

1. “Parva mihi domus est, sed ianua semper aperta;”
→ La mia casa è piccola, ma la porta è sempre aperta.
Questo suggerisce un’abitazione molto modesta o una tana sempre accessibile.

2. “Esiguo sumptu furtiva vivo rapina;”
→ Vivo con poco, grazie a furti furtivi.
Indica un essere che sopravvive sottraendo piccole quantità di cibo o risorse.

3. “Quod mihi nomen inest, Romae quoque consul habebat.”
→ Il mio nome è lo stesso di un console romano.

L’indizio finale porta a Publio Decio Mure.

Se analizziamo il cognomen Mure, troviamo il legame con mus, muris (topo). Il riferimento alla vita furtiva, alla casa piccola e alla porta sempre aperta rafforza l’idea di un animale che si muove facilmente attraverso fessure e abita in luoghi nascosti.

Soluzione: il topo (mus, muris)

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Publio Decio Mure, fu un console romano noto per aver praticato il rito della devotio nella Battaglia del Sentino (295 a.C.), combattuta contro la coalizione di Galli, Sanniti, Etruschi e Umbri.

La devotio era un rituale religioso romano in cui un comandante si sacrificava agli dèi Mani e a Tellus per garantire la vittoria del proprio esercito. Durante la battaglia, quando lo scontro sembrava sfavorevole ai Romani, Publio Decio Mure, secondo la tradizione, si consacrò agli dèi e si gettò da solo tra le fila nemiche, scatenando il panico tra gli avversari e portando i Romani alla vittoria. Questo stesso gesto era stato compiuto anche da suo padre, il primo Publio Decio Mure, nella Battaglia di Veseris contro i Latini (340 a.C.).

La battaglia ebbe luogo nella piana di Sentinum, vicino all’attuale Sassoferrato nelle Marche, in una zona collinare-montuosa. Fu un momento cruciale delle guerre sannitiche, perché segnò la sconfitta definitiva della coalizione italica contro Roma, aprendo la strada alla supremazia romana sulla penisola.

L’indovinello fa un gioco di parole con il nome Mure, che richiama sia il console che il mus, muris (il topo). Il topo, come suggerisce l’indovinello, ha una casa piccola con una porta sempre aperta, vive di furti ed è un animale modesto e furtivo, il che si allinea con la descrizione dell’animale nell’indovinello.

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