L’agnizione (dal latino agnitio, -onis, derivato di agnoscere, “riconoscere”) è un concetto usato principalmente nella narrativa, nella tragedia e nel teatro classico per descrivere il momento in cui un personaggio scopre un’identità nascosta o una verità cruciale. Questo elemento narrativo è spesso presente nelle opere di autori come Sofocle, Euripide e Shakespeare, e costituisce un punto di svolta fondamentale nelle trame.
In un contesto più generale, il termine può essere usato per riferirsi al riconoscimento di una realtà o di una situazione che fino a quel momento era ignorata o misconosciuta.
Etimologia
Deriva dal latino agnitio, -onis, che significa “atto di riconoscere”.
Il verbo latino da cui proviene, agnoscere, è composto da:
ad- (rafforzativo)
noscere (conoscere, venire a sapere).
Il termine latino aveva già in origine un’accezione simile a quella attuale, indicando sia il riconoscimento di una persona (ad esempio, un figlio perduto) sia il rendersi conto di una verità.
Esempi letterari
“Edipo Re” di Sofocle
Probabilmente l’agnizione più famosa della storia della letteratura. Edipo, investigando sulla causa della peste che affligge Tebe, scopre di essere lui stesso l’assassino di suo padre Laio e il marito di sua madre Giocasta. La rivelazione porta alla catastrofe finale: Giocasta si suicida ed Edipo si acceca.
“Le Metamorfosi” di Ovidio – Filemone e Bauci
In questa storia, due anziani coniugi accolgono due viandanti poveri nella loro casa senza sapere che si tratta degli dèi Zeus ed Ermes. L’agnizione avviene quando gli dèi si rivelano e li ricompensano per la loro ospitalità.
“Ifigenia in Tauride” di Euripide
Ifigenia, creduta morta dalla sua famiglia, è sacerdotessa nel tempio di Artemide in Tauride. L’agnizione avviene quando riconosce suo fratello Oreste, mandato lì per rubare una statua sacra, e i due si salvano reciprocamente.
“La commedia degli equivoci” di Plauto e Shakespeare
Plauto nella sua “Menaechmi” e Shakespeare in “La commedia degli errori” sfruttano l’agnizione comica: due gemelli separati da piccoli si ritrovano dopo una serie di scambi di identità e fraintendimenti.
“L’Orlando Furioso” di Ludovico Ariosto
Astolfo, dopo varie avventure, riconosce il senno perduto di Orlando sulla Luna. Anche se in senso metaforico, è un’agnizione legata al recupero dell’identità.
“Il Decameron” di Giovanni Boccaccio – La novella di Andreuccio da Perugia
In alcune novelle, i personaggi scoprono verità sconvolgenti su sé stessi o sugli altri, spesso con esiti umoristici o tragici.
“I promessi sposi” di Alessandro Manzoni
L’agnizione avviene quando l’Innominato, oppresso dal rimorso per le sue malefatte, riconosce la santità di Lucia e decide di cambiare vita.
“Il Conte di Montecristo” di Alexandre Dumas
Edmond Dantès, creduto morto e imprigionato ingiustamente, ritorna sotto falsa identità e si rivela a vari personaggi nel corso del romanzo, orchestrando la sua vendetta.
“Grandi speranze” di Charles Dickens
Pip scopre che il suo misterioso benefattore non è la signorina Havisham, come aveva sempre creduto, ma il galeotto Magwitch, che ha segretamente finanziato la sua educazione.
“Harry Potter e il prigioniero di Azkaban” di J.K. Rowling
L’agnizione avviene quando si scopre che Sirius Black non è il traditore di James e Lily Potter, ma è invece il padrino fedele e innocente, mentre Peter Minus è il vero colpevole.