Sardegna: doppio standard fondi pubblici ignorati e Todde alla gogna

Todde attaccata per fondi mai percepiti, Solinas ignorato per mancati rendiconti di fondi pubblici. Doppio standard politico-mediatico in Sardegna.

Eccoci di nuovo, cari lettori, a parlare di Christian Solinas, l’ex Governatore salviniano della Sardegna che, a quanto pare, ha un’idea tutta sua di “trasparenza”. Non stiamo parlando di spiccioli o di banali dimenticanze: il Partito Sardo d’Azione, di cui è rappresentante legale, si è scordato di presentare il rendiconto 2018, obbligatorio per legge. La dimenticanza gli è costata una sanzione da 60 mila euro, decisa con un’ordinanza della Commissione di Garanzia per la Trasparenza e il Controllo dei Rendiconti dei Partiti Politici.

Ora, uno potrebbe pensare che questa storia abbia scatenato un putiferio mediatico, indignazione politica e richieste di dimissioni. E invece no. Perché, nel magico mondo della politica sarda, le violazioni amministrative sono come le cene di gala: alcune fanno notizia, altre passano inosservate. Per Solinas, tutto si è risolto con un ricorso che ha ridotto l’entità della multa e una pacca sulla spalla. Fine della storia. Niente clamore, niente accuse di incompetenza, niente titoloni sui giornali. Perché disturbare il manovratore, dopotutto?

E qui arriva il paradosso. Alessandra Todde, attuale Governatrice della Sardegna, è finita al centro di un linciaggio mediatico e politico per una questione amministrativa che, a confronto, sembra quasi una barzelletta. Le si contesta il mancato rendiconto di fondi privati mai percepiti né spesi, e per questo motivo qualcuno ha addirittura invocato la sua decadenza. Sì, avete capito bene: decadenza. Nel frattempo, Solinas, che ha gestito allegramente fondi pubblici senza rispettare la legge, è rimasto tranquillamente al suo posto, immune da ogni critica.

E non finisce qui. Perché il nostro Solinas, pluri-inquisito per corruzione, riciclaggio e abuso d’ufficio, non ha resistito alla tentazione di alzare la voce contro la Todde. Con un tono che oscillava tra l’ipocrisia e la sfrontatezza, ha osato criticare la sua presunta “confusione amministrativa”. Come se un violatore seriale di norme sulla trasparenza fosse nella posizione di dare lezioni di moralità. Incredibile ma vero.

La vicenda, oltre a essere surreale, è un’ulteriore conferma di come la politica e l’informazione funzionino in Sardegna. Le sanzioni a Solinas sono state tenute gelosamente segrete, quasi fossero un segreto di Stato. Solo ora, grazie al “Mio Osservatorio” di Mario Guerrini, questa storia viene a galla. Ma chi se ne accorge? Sicuramente non L’Unione Sarda, che si è ben guardata dall’alzare il velo su una questione che avrebbe meritato almeno la metà dell’attenzione dedicata alla Todde. Perché disturbare il buon Solinas, personaggio ben noto per il suo curriculum, quando c’è la Governatrice a portata di penna per riempire le pagine con accuse di “incompetenza” e “gravi omissioni amministrative”?

Nel frattempo, tutti sono troppo occupati a sparare sulla Todde, amplificando una questione formale e ignorando il gigantesco elefante nella stanza: un’ex gestione politica che si è dimenticata di rendicontare fondi pubblici, ma che è stata trattata con la delicatezza riservata ai cristalli di Boemia. L’Unione Sarda avrebbe potuto fare il suo mestiere, informando i cittadini e sollevando un dibattito sulla trasparenza nella gestione dei partiti, ma ha preferito trasformarsi in un megafono selettivo, pronto a urlare quando fa comodo e a tacere quando non conviene. E così, mentre il caso Todde diventa un processo pubblico senza fine, la sanzione a Solinas viene archiviata nel silenzio, con buona pace di chi ancora crede che l’informazione debba servire la verità e non gli interessi di parte.

La morale di questa storia? Se sei un Governatore con qualche “problemino” penale e un partito che dimentica di rendicontare fondi pubblici, puoi dormire sonni tranquilli. Ma se sei Alessandra Todde e non rendiconti spese che non hai fatto, preparati al linciaggio. Benvenuti in Sardegna, dove le regole sono uguali per tutti, ma le conseguenze dipendono da chi sei.

 

 

 

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