Santa Teresa-Bonifacio tratta natzionale: un collegamento strategico per unire due terre vicine, verso una visione comune del Mediterraneo

La collaborazione sardo-corsa, se portata avanti con coraggio e visione, potrebbe gettare le basi per un futuro in cui Sardegna e Corsica dialoghino da pari, riscoprendo insieme il valore insulare nel Mediterraneo.

La proposta di una “tratta nazionale sardo-corsa” è molto più di una questione tecnica o amministrativa: è una visione, un’anticipazione di un futuro in cui Sardegna e Corsica collaborano non più come “regioni periferiche” di due Stati centrali, ma come partner di una stessa comunità insulare. La richiesta avanzata dalla Regione Sardegna a Nizza, durante il Comitato di Cooperazione Frontaliera Italia-Francia, punta a superare la fragilità strutturale del collegamento marittimo tra Santa Teresa di Gallura e Bonifacio, trasformandolo in un servizio stabile, efficiente e capace di rispondere ai bisogni di mobilità e sviluppo economico delle due isole.

L’assessora ai Trasporti, Barbara Manca, affiancata dal delegato alle relazioni internazionali Franciscu Sedda, ha evidenziato come l’attuale normativa, che classifica il collegamento come internazionale, rappresenti un ostacolo concreto. Una classificazione “nazionale” della tratta consentirebbe di ampliare la disponibilità di traghetti idonei, senza sacrificare sicurezza e controlli. Ma il vero significato di questa iniziativa va ben oltre la logistica: è un passo simbolico verso una Sardegna e una Corsica unite, autonome, che costruiscono un futuro comune a partire dalla loro insularità condivisa.

A Nizza, le intese con le istituzioni corsiche, rappresentate dalla presidente dell’Assemblea, Marie-Antoinette Maupertuis, e dalla consigliera esecutiva, Lauda Guidicelli-Sbraggia, hanno confermato la volontà di entrambe le isole di collaborare strettamente. Il dialogo non si è limitato ai trasporti: è emersa una visione più ampia di cooperazione, che potrebbe abbracciare economia, cultura e gestione dei beni comuni. Una visione che, in prospettiva, lascia intravedere la possibilità di una reale confederazione sardo-corsa, capace di dialogare con il resto d’Europa e del Mediterraneo come soggetto autonomo.

Questa proposta, tuttavia, non può essere lasciata nelle mani degli apparati burocratici italiani e francesi, che storicamente vedono le isole come territori da sfruttare e non come partner strategici. Serve un cambio di paradigma, un salto politico che superi i vincoli statalisti per restituire centralità a chi vive ogni giorno le difficoltà dell’insularità.

Una Sardegna che si muove in questa direzione non rivendica solo una modifica normativa o una migliore continuità territoriale: pone le basi per una rivoluzione culturale e politica, che guarda oltre i confini imposti da Roma e Parigi. Il futuro di queste due isole non può continuare a dipendere dagli interessi di chi non ne conosce la realtà. La collaborazione sardo-corsa, se portata avanti con coraggio e visione, potrebbe diventare il primo tassello di una nazione sarda indipendente, capace di dialogare da pari con la Corsica in un Mediterraneo che riscopra il suo valore insulare.

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