IN PROCURA – La comunità ebraica di Roma denuncia il professore e contesta 37 suoi post: “Antisemita, discrimina il popolo di Israele”
di Vincenzo Bisbiglia
“Lo sterminio di un popolo sarà sempre possibile fino a quando ci saranno persone come Netanyahu”. Questo post su Twitter del 7 ottobre 2023, “visualizzato 637.178 volte” è il primo di una serie (sono 37 quelli contestati) costati al professor Alessandro Orsini una denuncia per istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa, con riferimento a una presunta “propaganda antisemita”. Orsini è un docente universitario, scrittore e opinionista per varie trasmissioni tv e giornali (tra cui Il Fatto).
A presentare la denuncia alla Digos è stato il presidente della Comunità Ebraica di Roma, Victor Fadlun. Dalla querela prende le mosse un’inchiesta della Procura di Roma, affidata al pm Erminio Amelio, titolare di varie indagini nate su input della Comunità, difesa dall’avvocato Roberto De Vita. Riguardo Orsini, nella querela, si sostiene che “i suoi frequenti interventi (…) dal 7 ottobre 2023 si sono ulteriormente arricchiti (…) con posizioni chiaramente anti-israeliane e antisemite”. Opinioni riportanti “dati e numeri non verificati” che contribuirebbero “a diffondere tesi ed idee (…) manifestamente discriminatorie nei confronti di un popolo”.
La presunta “campagna” social addebitata a Orsini sarebbe partita il 7 ottobre 2023, giorno degli attentati terroristici, rivendicati da Hamas, che causarono 1.200 vittime e oltre 200 rapiti in tutta Israele. I bombardamenti nella Striscia di Gaza ordinati dal governo di Benjamin Netanyahu iniziarono il giorno dopo: per le autorità palestinesi a oggi sono oltre 30 mila i morti, di cui per l’Onu “il 70% donne o minori”.
Orsini sui social non ha mai risparmiato critiche a Israele ai suoi vertici. Ecco alcuni dei post contestati:
“Il governo Netanyahu è una delle dittature più brutali e razziste del mondo” (8 ottobre 2023);
“Tra Netanyahu e Isis non esiste nessuna differenza. Entrambi massacrano i bambini di religione diversa (…)” (14 ottobre 2023);
“Netanyahu è diventato ufficialmente il più grande massacratore di bambini innocenti dopo Hitler” (15 ottobre 2023);
“Israele non è una democrazia. Nessuna democrazia include l’apartheid nel proprio sistema politico e il terrorismo di Stato” (19 ottobre 2023).
Il 23 ottobre, il docente scrive: “Caro amico ebreo, quando invochi la chiusura dei miei social a braccetto con chi minaccia di venirmi a prendere sotto casa, capisco Netanyahu”. Post ripresi e commentati più volte. Quando, il 10 ottobre 2023, Riccardo Pacifici, vicepresidente dell’Associazione ebraica europea (Eja), in piazza, gli urla: “Orsini, sei un delinquente, ti veniamo a prendere!”; lui risponde il 13 ottobre con un lungo post dal titolo “l’autista ebreo” in cui afferma che “alcuni ebrei sparano addirittura in testa ai bambini palestinesi di due anni come potrà vedere nel video qui sotto”. Per Fadlun quella del docente è un’opinione “chiaramente animata da un pregiudizio antisemita nei confronti dello Stato di Israele”, una “operazione quotidiana” che “mira a creare una giustificazione delle operazioni terroristico-stragiste di Hamas”.
In realtà Orsini negli anni, oltre a collaborare con l’ambasciata d’Israele, è intervenuto più volte per condannare l’antisemitismo. Il 7 novembre 2019 su Facebook, in relazione agli insulti ricevuti dalla senatrice Liliana Segre, scriveva che “devi essere un menomato mentale per mettere sullo stesso piano gli insulti contro un’ebrea sopravvissuta ai campi di sterminio con gli insulti verso chiunque altro”. Nel libro Isis (Rizzoli, 2018), a pagina 47 sosteneva che “credere che tutti i mali del Medio Oriente siano colpa di Israele significa credere che in M-O esista solo il conflitto israelo-palestinese”. L’8 novembre 2023, poi, proprio nel corso della presunta “campagna antisemita”, Orsini pubblicava un post dal titolo “ebrei persone meravigliose”.
Saranno i pm a stabilire se il professore ha superato il confine della legittima opinione, scadendo nella discriminazione razziale (o nella sua istigazione). Intanto, la Comunità ebraica ha denunciato anche il conduttore tv Chef Rubio che, tra i vari post, ha scritto che “la colonia illegale sionista va smantellata, i suoi sostenitori isolati e il sionismo bandito dal mondo”, pubblicando la foto di un coltello da cucina con la scritta “coltello antisionista”.
Il Fatto Quotidiano, 24 marzo 2024