di Liana Milella
Corsi e ricorsi storici. Tra le prime mosse giuridiche del governo Meloni c’era il via libera all’ergastolo ostativo, ma con una norma che non andava affatto dalla parte giusta. Via la corruzione dalla lista dei reati per cui fino a quel momento era obbligatorio. E cosa impone Trump appena fresco di presidenza? Di congelare la legge Usa sulla corruzione internazionale che conta mezzo secolo di vita. Era il 1977 quando fu approvata sotto la presidenza Carter. Il colpo di spugna adesso manda in visibilio le imprese. Ma lascia di stucco i giuristi europei perché il Foreign corrupt practice act è stato un puntello strategico nella lotta alla corruzione e ha marciato assieme alle convenzioni internazionali siglate in seguito, quella dell’Ocse del 1997 sulla corruzione dei pubblici ufficiali stranieri nelle operazioni economiche internazionali, e quella dell’Onu sottoscritta a Merida nel 2003.
Come ricorda Questione giustizia, la rivista di Magistratura democratica, il Dipartimento di Giustizia Usa, proprio grazie a questa legge, ha istruito complessivamente 497 casi e la Sec altri 276. Ma adesso la partita è chiusa perché la legge Trump è di fatto retroattiva, in quanto gli Attorney general potranno addirittura congelare le inchieste in corso. Un colpo di spugna per passato, presente, futuro.
Meloni, che sorride estatica a Trump e a Musk, col suo governo lascia dietro di sé le stesse tracce. I ministri sotto inchiesta, anche con accuse gravi, vedi Daniela Santanché, restano al loro posto. E se ne vantano. Sull’esempio di Trump. Le leggi varate, e quelle in itinere, hanno i medesimi obiettivi. Basta citare la soppressione dell’abuso d’ufficio e lo snaturamento radicale del traffico d’influenze che il Guardasigilli Carlo Nordio si appunta sul petto come fosse una medaglia. Le intercettazioni sono il nemico numero uno, al punto da ridurle a soli 45 giorni grazie alla proposta del senatore forzista Pierantonio Zanettin, a meno che il pubblico ministero non riesca a dimostrare che quel telefono sotto microspia sta facendo concrete rivelazioni.
Ve lo immaginate questo pm costretto a monitorare tutti i telefoni controllati per chiedere via via le proroghe? E chi ha mai stabilito poi che il colloquio rivelatore non possa giungere al 50esimo giorno? Una follia che rischia di essere definitivamente approvata giusto tra pochi giorni. Un obbligo che tiene fuori solo mafia e terrorismo, ma che dovrà essere rispettato per la corruzione. Lo stesso reato per cui vengono indebolite, o addirittura stroncate, le potenzialità della Corte dei Conti e dell’Anac.
E la prossima mossa della trumpiana Meloni? La separazione delle carriere che si merita pure l’ola di Musk. Con un pm spinto inevitabilmente verso il potere esecutivo. E un potente Parlamento pronto a dettare l’elenco dei reati da perseguire ogni anno. Tra questi di sicuro non ci sarà la corruzione.
Il Fatto Quotidiano, 19 febbraio 2025