Matteo Salvini rivendica fieramente la propria amicizia con il criminale di guerra Netanyahu

Il ministro Matteo Salvini è stato in Israele e si è incontrato con i protagonisti della politica israeliana, documentando meticolosamente il proprio viaggio con una serie di foto e di commenti su X

di Diego Fusaro

Il ministro Matteo Salvini è stato in Israele e si è incontrato con i protagonisti della politica israeliana, documentando meticolosamente il proprio viaggio con una serie di foto e di commenti su Twitter o X che dir si voglia. Emblematica soprattutto la foto che lo ritrae mentre stringe fieramente la mano a Netanyahu, che il tribunale dell’Aja ha recentemente dichiarato criminale di guerra per le sue politiche genocidarie ai danni del popolo palestinese.

Queste le parole di Matteo Salvini accanto alla foto di cui si è detto:

“Mezz’ora di colloquio a Gerusalemme con Netanyahu: è stata l’occasione per ribadire l’amicizia tra Italia e Israele e il sostegno a ogni iniziativa utile per portare pace, stabilità e prosperità in Medio Oriente, eliminando una volta per sempre terrore e violenza islamica da ogni territorio, nell’interesse dello stesso popolo palestinese”.

Insomma, il governo della destra bluette neoliberale rivendica fieramente la propria amicizia con il criminale di guerra Netanyahu, di fatto appoggiandone alla stregua di Washington le politiche meschinamente imperialistiche che stanno producendo montagne di cadaveri tra i palestinesi. Come se non bastasse, Salvini ha lasciato intendere senza perifrasi che le operazioni compiute da Israele con il pieno sostegno dell’Italia sono volte a portare pace e prosperità in Medio Oriente, “nell’interesse dello stesso popolo palestinese”: insomma, rientrerebbe tra gli interessi del popolo palestinese l’essere massacrato In nome del ben noto imperialismo di USA e Israele, in una parola USraele. Una narrazione surreale, che rappresenta l’apice dell’ideologia e della propaganda.

Non sfugga neppure l’espressione utilizzata da Salvini, “terrore e violenza islamica”: come se l’Islam fosse in quanto tale “terrore e violenza”, secondo la ben nota narrazione antiislamica propria della civiltà del nulla del sistema capitalistico, che in Europa delegittima il cristianesimo e fuori dall’Europa delegittima l’Islam, sempre e solo nel nome della dissacrazione del mondo funzionale alla forma merce, che con il suo nichilismo si fonda unicamente sulla circolazione illimitata e sulla illimitata valorizzazione del valore. Parlare genericamente di terrore e violenza islamica è un puro non sequitur, come lo sarebbe parlare di terrore e violenza cristiana: significa identificare senza riserve Islam e terrore, secondo una narrazione propagandistica che distorce la realtà a uso e consumo dell’ordine dominante, che come è noto non ha bisogno né del cristianesimo né dell’islam, ma che anzi vuole liquidare entrambi in nome del mercato senza frontiere e dal cielo spopolato.

Se in Italia esistesse un’opposizione degna di questo nome, prenderebbe seriamente posizione contro queste teorie surreali proposte da Matteo Salvini e altresì dalla vicinanza vergognosa del governo italiano alle politiche imperialistiche di Israele: denuncerebbe l’imperialismo di Israele e si schiererebbe dalla parte del popolo palestinese. E invece abbiamo un’opposizione risibile e di fatto inesistente, che ogni volta che si esprime – parlando esclusivamente di transizione verde e di arcobaleni, ma poi anche di antifascismo in assenza di fascismo – finisce per rafforzare il governo della Meloni. Insomma, una volta di più la situazione è tragica senza riuscire in alcun modo ad essere seria.

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