Londra (Quds News Network) – The Jewish Chronicle (JC), la più antica testata giornalistica ebraica del Regno Unito, ha rimosso una serie di articoli dopo che sono emerse segnalazioni che contenevano citazioni fabbricate di funzionari israeliani, come parte di una campagna a favore di Netanyahu, scatenando un’indagine da parte dell’esercito israeliano. Gli articoli in questione erano stati scritti dal giornalista Elon Perry*.
Uno degli articoli di Perry sosteneva che era stato scoperto un documento a Gaza che rivelava i presunti piani del leader di Hamas Yahya Sinwar di fuggire con prigionieri israeliani, utilizzando il Corridoio di Philadelphi per raggiungere l’Iran. Tuttavia, l’esercito israeliano ha dichiarato di non avere conoscenza di tale documento e diversi media israeliani hanno iniziato a mettere in dubbio la credibilità di Perry e la sua carriera professionale.
+972 Magazine, una pubblicazione israeliana, ha sollevato dubbi sulle affermazioni di Perry di aver servito come incursore nell’Operazione Entebbe e di essere stato professore all’Università di Tel Aviv per 15 anni, citando la mancanza di documenti che confermassero queste dichiarazioni.
Inizialmente, il JC aveva scelto di non rimuovere gli articoli contestati. Tuttavia, sabato scorso, la testata ha cambiato posizione, dichiarando: “Sebbene comprendiamo che abbia servito nelle Forze di Difesa Israeliane, non eravamo soddisfatti di alcune delle sue affermazioni”. La pubblicazione ha inoltre annunciato di aver interrotto i rapporti con Perry e di aver rimosso i suoi articoli dal sito web.
Questo sviluppo arriva mentre l’esercito israeliano sta indagando su rapporti riguardanti documenti falsificati presumibilmente trapelati da Gaza ai media stranieri, con l’obiettivo di influenzare l’opinione pubblica durante i negoziati per lo scambio di prigionieri. Uno di questi documenti, che si dice sia stato trovato sul computer del leader di Hamas Yahya Sinwar, delineava strategie per fare pressione su Israele. Il contenuto sembrava somigliare molto alle dichiarazioni fatte dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu in recenti conferenze stampa.
14 Settembre 2024
* Elon Perry è un ex incursore della brigata d’élite Golani delle Forze di Difesa Israeliane, in cui ha servito per 28 anni. È stato giornalista per 25 anni, occupandosi di guerre e attacchi terroristici. Dal 2010 tiene lezioni nel Regno Unito e negli Stati Uniti sui 100 anni di terrore in Medio Oriente, con un’enfasi sul conflitto israelo-palestinese. Vive a Londra.
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di Giuseppe Salamone
Quattro giornalisti del Jewish Chronicle, il giornale ebraico Britannico più antico del mondo, si sono dimessi in segno di protesta perché sono stati pubblicati falsi rapporti di intelligence israeliani come parte di una campagna di propaganda pro-Netanyahu.
Avevano pubblicato decine di articoli come esclusiva (poi eliminati per la vergogna!) prontamente ripresi dalla propaganda occidentale, soprattutto quando c’era da proteggere Netanyahu che si opponeva al cessate il fuoco con il pretesto del corridoio Filadelfia. Il tutto è stato smentito direttamente da fonti israeliane che hanno etichettato gli articoli come “Una fabbricazione selvaggia”.
Quel criminale di guerra di Netanyahu, sua moglie e tutta la bella compagnia hanno confezionato questa narrazione falsa per far saltare i negoziati e impuntarsi sul corridoio Filadelfia. Mentono sempre, hanno sempre mentito e continueranno a farlo perché sono dei criminali. Ce lo conferma anche un giornalista assai influente come Shlomi Eldar, il quale dichiara che dietro queste fughe di notizie c’è direttamente l’ufficio di Netanyahu, accusandolo di manipolare la stampa sia interna sia estera per sostenere la sua agenda politica. Nonché il genocidio!
I giornalisti che si sono dimessi sono: David Baddiel , Jonathan Freedland, David Aaronovitch e Hadley Freeman. Jonathan Freedland, che lavora da 26 anni al Jewish Chronicle, nella sua lettera al direttore ha scritto testualmente:
“L’ultimo scandalo porta grande disonore al giornale, pubblicando storie inventate e mostrando solo la più sottile forma di contrizione, ma è solo l’ultimo. Troppo spesso, il JC [Jewish Chronicle] si legge come uno strumento partigiano e ideologico, i suoi giudizi sono politici piuttosto che giornalistici”.
Di tutto questo casino e di tutta questa vicenda per la stampa di regime italiana è come se non fosse successo nulla. Poi se li chiami pennivendoli si offendono. Eppure qui abbiamo l’ennesima prova provata su quanto sia invadente, falsa, subdola e criminale la narrazione che costruisce lo stato terrorista di israele!