Perché i populisti hanno rinunciato alle promesse
Quasi tutte le politiche populiste si disintegrano al contatto con la realtà. Forse alla maggior parte degli elettori populisti non interessa.
Quasi tutte le politiche populiste si disintegrano al contatto con la realtà. Forse alla maggior parte degli elettori populisti non interessa.
Come poté un insignificante centro abitato sulle rive del Tevere trasformarsi in un formidabile impero che inglobava le terre intorno al Mediterraneo e buona parte dell’Europa occidentale? Andiamo alla scoperta dei segreti della sua straordinaria espansione
L’uomo che raggiunge la luna e ci cammina sopra è indubbiamente un grande fatto storico. Come mai non interessa realmente quasi nessuno? Come mai è divenuto un oggetto quasi esteriore di semplice curiosità e di bisogno di essere pari con l’informazione?
La retata nazista nel Ghetto di Roma, una mattina che si concluse con la deportazione di oltre mille ebrei: questo fu il 16 ottobre 1943, e questo è ciò che racconta Giacomo Debenedetti. Pagine brucianti dove a parlare è un coro sgomento e terribile da cui si staccano, solo per infinitesimi istanti, le voci dei protagonisti, subito sommerse e per sempre perdute.
Il brano che segue è tratto da «16 ottobre 1943» di Giacomo Debenedetti, Einaudi. Il libro racconta la retata nazista nel Ghetto di Roma che si concluse con la deportazione di oltre mille ebrei, uomini, donne, bambini.
“Per tutto quel periodo non ho fatto che sognare le scarpe. Come ottenerle? Che fare per procurarmele?”. Sessantanni fa finiva la seconda guerra mondiale. Il ricordo di Ryszard Kapuscinski
Nei mattatoi degli Stati Uniti la produzione non si ferma mai. Inchiesta sul lavoro più pericoloso d’America
Introduzione alla versione italiana del romanzo “Furore” (The Grapes of Wrath) di John Steinbeck, pubblicato da Bompiani nel 1940
Ore 5,30: a Roma inizia la razzia di ebrei. Deportati in 1022, solo 17 torneranno
“Brutta luce, brutta composizione: brutta foto. Scattai una volta sola, il ragazzo cadde a terra schizzando sangue dappertutto, mi voltai dall’altra parte”. Cosi il fotografo di guerra Eddie Adams, dell’Associated Press, parla della sua immagine più famosa, che gli valse il premio Pulitzer. Vi è ritratto il capo della polizia del Vietnam del Sud, il generale Nguyễn Ngọc Loan, mentre, nel 1968 a Saigon, spara alla testa a un prigioniero Vietcong. Eppure quella foto ha cambiato il destino della guerra in Vietnam.
Giuseppe Prezzolini traccia un breve ma incisivo ritratto del poeta Giuseppe Ungaretti all’indomani della sua morte
Per l’odierna cultura italiana, questo libro del Russell contiene soprattutto due preziose indicazioni: anzitutto quella che viene dalla costruzione di una sociologia che, se rivendica per sé il rigoroso carattere di scienza, non si presenta tuttavia indipendente ed acefala rispetto a una visione generale della vita; quella che deriva poi da un liberalismo che è tanto più forte ed aperto quanto più è consapevole di non essere il portato “naturale” e necessario della storia o della realtà.
Dal 1831 al 1860 i rivoluzionari italiani tentarono una serie di insurrezioni spedizioni militari nella convinzione di suscitare una guerra di popolo: per lo più quei tentativi furono male organizzati e spesso si conclusero in tragedia; a volte ebbero invece un clamoroso successo che superò qualunque logica. Ma la tradizione rivoluzionaria dell’Ottocento, nei suoi aspetti teorici come in quelli militari, è inspiegabile al di fuori del pensiero romantico e di alcuni miti che dominarono l’azione di quei rivoluzionari.
Uno sconvolgente dossier-verità sulla rivoluzione culturale, sul mito del maoismo e sulle illusioni di una generazione
Caio Giulio Cesare raccontato da Indro Montanelli nel fascicolo numero 1 della collana “I Protagonisti”, pubblicata a puntate dal quotidiano Il Giornale nel 1993
Per il nuovo capitalismo, che si creda in Dio, nella Patria o nella Famiglia, è indifferente. Esso ha infatti creato il suo nuovo mito autonomo: il Benessere. E il suo tipo umano non è l’uomo religioso o il galantuomo, ma il consumatore felice d’esser tale.
Rebecca, di Daphne Du Maurier, è il catalogo generale del romanzo anglo-sassone per letture da caminetto, da parco e da picnic. Tutti gli elementi fissi del romanzo-tipo vi sono ripresi con quel cinismo abile di cui spesso soltanto le donne scrittrici sanno dar prova.
Un discorso da cui oggi più che mai si attendevano nuovi arricchimenti alla vita culturale italiana
Da «La meglio gioventù» alle «Ceneri di Gramsci», a «Ragazzi di vita», a «Poesia in forma di rosa»
Dante Alighieri raccontato da Indro Montanelli nel fascicolo numero 4 della collana “I Protagonisti”, pubblicata a puntate dal quotidiano Il Giornale nel 1993
I Borgia raccontati da Indro Montanelli nel fascicolo numero 6 della collana “I Protagonisti”, pubblicata a puntate dal quotidiano Il Giornale nel 1993
Breve scritto di Ernesto Ferrero apparso nell’edizione italiana del romanzo di Louis-Ferdinand Céline “Viaggio al termine della notte” (1932)
Il racconto dell’operazione militare che portò all’uccisione del generale delle SS Reinhard Heydrich durante la seconda guerra mondiale
Il racconto del biennio della rivoluzione nazionale italiana conclusosi il 25 agosto 1849 con la resa di Venezia, ultimo baluardo della rivoluzione.
Nei primi anni Cinquanta si diffuse in America, per opera del senatore McCarthy, la psicosi del comunismo che impedì perfino un atto di clemenza nei confronti di Ethel e Julius Rosenberg, accusati di spionaggio a favore dell’Unione Sovietica
La rivolta del gladiatore Spartaco che fece tremare Roma è rievocata da uno dei più noti e popolari scrittori francesi di storia.
Nel luglio 1943 la caduta di Mussolini e il crollo del regime che aveva tenuto in pugno l’Italia per 21 anni rappresentarono per molti italiani la fine di un incubo. Per altri, cresciuti nel mito dell’Impero e del «genio italico», fu una tragedia. Indro Montanelli ricostruisce in questo lungo articolo quei giorni fatali.
Proibire che si avvelenino i non fumatori nelle sale pubbliche è, prima che un dovere igienico, un impegno civile al rispetto reciproco. Come sperano le autorità, se non riescono ad imporre un così modesto sacrificio, di poter mai realizzare vere riforme di struttura?
Fu tra il 10 e l’11 marzo 1940 che il duce, in un colloquio con von Ribbentrop, fece sapere all’alleato tedesco che l’Italia sarebbe entrata nel conflitto. In aprile mandò a Vittorio Emanuele III un memoriale segreto che il re definì di una logica “geometrica”. A fine maggio disse ai responsabili militari: “Considero buoni tutti i giorni dal 5 giugno in avanti”. L’Italia si avventurava nell’immensa bufera, credendo ciecamente nelle folgoranti vittorie iniziali delle armate di Hitler
Indro Montanelli, su richiesta di una lettrice, rievoca la storia che continua a tirargli addosso le qualifiche di colonialista, imperialista, e perfino quella di stupratore.
Davanti ai giovani ci sono due strade: dire di no a tutto condannandolo in blocco, oppure accettare la propria parte di uomo fra gli altri uomini e rimboccarsi le maniche per fare andare le cose che non vanno con un impegno quotidiano. La prima via è certamente quella più facile, ma la via più facile non è mai quella del dovere