Accoglienza di Isaac Herzog: Disonore per la Repubblica Italiana
Accogliere Herzog macchia l’Italia di sangue palestinese e viola la Costituzione. Urge mobilitarsi contro le leggi repressive israeliane e l’ipocrisia occidentale.
Accogliere Herzog macchia l’Italia di sangue palestinese e viola la Costituzione. Urge mobilitarsi contro le leggi repressive israeliane e l’ipocrisia occidentale.
Il G7 di Meloni fallisce, Crosetto accusa la Nato, Biden si ritira, e l’Ucraina è distrutta: l’Italia è corresponsabile di una situazione politica internazionale disastrosa.
Il “caso Pantani” riaperto: ipotesi di complotto della camorra nei test antidoping, nonostante prove e sentenze confermino il doping. Lasciamo riposare Pantani in pace.
Quasi 48 ore dopo gli attacchi israeliani in Yemen, il governo italiano ha scelto la trasparenza del silenzio sul presunto coinvolgimento. Crosetto ha negato su Twitter, ma l’assenza di comunicati ufficiali alimenta dubbi sulla trasparenza governativa.
Rassegna stampa satirica di Marco Travaglio: una sferzata di sarcasmo sulle notizie della settimana
Il “caso Pantani” riaperto: ipotesi di complotto della camorra nei test antidoping, nonostante prove e sentenze confermino il doping. Lasciamo riposare Pantani in pace.
Il ministro Nordio critica un’ordinanza che dichiara di non capire, giustificando l’immunità politica per gli eletti. L’ipocrisia si manifesta anche nelle incoerenti decisioni degli eurodeputati Pd.
di Alessandro Orsini A partire dal 2026, gli Stati Uniti piazzeranno i loro missili più sofisticati in Germania per minacciare la Russia. Secondo la Nato e i suoi propagandisti, si tratta di una mossa intelligente. La Russia si spaventerà moltissimo. La paura della Russia sarà talmente grande che i suoi generali finiranno per sottomettersi a tutte le decisioni dell’Occidente, incluso l’ingresso dell’Ucraina nella Nato. Secondo questa tesi, che per comodità espositiva chiamo la “tesi della follia assoluta”, tutte le volte che la Russia dovrà prendere una decisione, Putin riunirà i suoi generali e dirà loro: “Sì, va bene, però stiamo attenti a quel che facciamo perché la Germania ha i missili americani puntati su di noi”. Purtroppo, questa tesi è completamente sbagliata. Data l’enormità dei pericoli, cercherò di parlare nel modo più semplice e chiaro possibile. I problemi sono due. Il primo problema ha a che vedere con la guerra nucleare. Molti plaudono alla tesi della follia assoluta perché immaginano la guerra nucleare tra l’Europa e la Russia come uno scambio ordinato – “uno alla volta” – nel senso che la Russia lancia una testata nucleare contro la Germania, poi la Germania lancia una testa nucleare contro la Russia, poi la Russia lancia un’altra testata nucleare contro la Germania e così via. Questo modo errato di immaginare la guerra nucleare tra Russia e Europa spiega come mai i propagandisti della Nato dicano sempre questa frase: “Tanto se Putin prova a colpire un Paese europeo con le testate nucleari la Russia finisce incenerita”. Ragioniamo. L’unico Paese dell’Unione Europea ad avere le testate nucleari è la Francia, ne possiede soltanto 290. La Russia ne ha 6000. Un’eventuale guerra nucleare tra la Russia e l’Europa avverrebbe in questo modo: la Russia conduce un unico attacco nucleare su tutti i Paesi europei della Nato che posseggono le testate nucleari senza dare loro la possibilità di replicare. Il secondo problema ha a che vedere con la reazione degli Stati Uniti. I propagandisti della Nato dicono: “Sì, è vero, l’Unione Europea ha soltanto 290 testate nucleari e la Russia 6000. Però gli Stati Uniti colpirebbero la Russia con le loro testate nucleari bilanciando lo squilibrio”. Peccato che gli Stati Uniti non userebbero mai le testate nucleari contro la Russia per difendere un Paese europeo. Se l’Italia fosse colpita dalle testate nucleari della Russia, gli Stati Uniti non replicherebbero colpendo il territorio russo con le proprie testate nucleari giacché, in caso di guerra nucleare, l’obiettivo principale degli Stati Uniti non sarebbe la protezione dell’Italia, bensì la propria sopravvivenza. La guerra nucleare, infatti, muterebbe tutta la scala delle priorità strategiche della Casa Bianca. Nel nostro tempo, che è un tempo senza guerra nucleare, il controllo delle basi americane in Italia è una priorità assoluta per gli Stati Uniti. Tuttavia, se scoppiasse una guerra nucleare con la Russia, il controllo di quelle basi perderebbe di importanza. Gli Stati Uniti avrebbero come obiettivo supremo la propria sopravvivenza. I generali americani farebbero un ragionamento di questo tipo: “Che l’Italia vada in malora. Noi americani dobbiamo pensare soltanto a non essere colpiti dalle bombe atomiche della Russia”. Spero di avere spiegato perché è pura follia pensare di spaventare la Russia installando in Germania i missili americani a lunga gittata in grado di caricare le testate nucleari. Se la Russia sentirà che la propria esistenza è minacciata dall’Europa, colpirà l’Europa con un numero talmente grande di testate nucleari da impedirle di reagire. D’altra parte, l’Europa non colpirebbe mai per prima la Russia con le testate nucleari data l’immensa sproporzione tra gli arsenali. Dunque, la prima mossa sarebbe sempre della Russia. E la Russia ha 6000 testate nucleari. La sua prima mossa sarebbe certamente quella definitiva. Il Fatto Quotidiano, 18 luglio 2024
di Giuseppe Salamone Questa storia si potrebbe riassumere con tre parole: circo, Hollywood e propaganda guerrafondaia. Partiamo dall’inizio ovvero dall’attentato ai danni di Trump perché è di questo che si parla. Per quanto mi riguarda non penso che sia stato un auto attentato per un semplice motivo: il proiettile, se Trump non avesse spostato la testa, lo avrebbe centrato in mezzo al cervello. Quindi o chi ha sparato sapeva benissimo che Trump avrebbe mosso la testa in quel preciso momento, verso quella direzione specifica e di conseguenza siamo davanti al miglior cecchino mai esistito dall’invenzione delle armi, oppure qualcuno ha tentato realmente di farlo fuori. Per me è vera la seconda e credo fermamente che non si tratti affatto di un “lupo solitario”. Dietro ci sta qualcuno e anche abbastanza potente, ma non ho prove per dimostrarlo quindi rimane una semplice e personale opinione. In ogni caso le voci delle ultime ore ci dicono tante cose, fin troppe cose. Gira tra i maggiori organi della propaganda a stelle e strisce e occidentale la narrazione secondo la quale dietro l’attentato a Trump ci sarebbe l’Iran. Il movente c’è e anche abbastanza “credibile” da far digerire all’opinione pubblica, poiché si tratterebbe di una vendetta a seguito dell’uccisione del generale Soleimani nel 2020 con un raid ordinato proprio da Trump. Inoltre sempre la propaganda, con insistenza abbastanza preoccupante, sta tirando in mezzo l’Iran dicendo che stiano organizzando operazioni di influenza del voto e altri possibili attentati. Curioso è il fatto che a parlare sono sempre ed esclusivamente “funzionari anonimi” i quali dichiarano anche di non avere prove concrete dell’organizzazione degli attentati di cui parlano. Ricapitolando: due persone di cui non sappiamo il nome dicono che l’Iran sta cercando di influenzare le elezioni e organizzando potenziali attentati per ammazzare Trump. Però non hanno prove né di quello di qualche giorno fa che comunque cercano di addossare la responsabilità a Tehran tantomeno di quelli futuri. Allo stesso tempo sostengono di aver ricevuto “informazioni” di un complotto dell’Iran per ammazzare Trump. Se non credete a ciò che scrivo, andate a cercare in rete o a leggere gli articolo di Politico e della CNN in merito. Ci sono più falle in questi racconti che nei neuroni di Salvini, Gasparri e Renzi messi insieme. Mi pongo un semplice dilemma: non sono riusciti a fermare per tempo uno col fucile sopra un tetto a 150 metri dal palco di Trump nonostante i presenti gridassero a squarciagola la sua presenza alle forze dell’ordine, però già sanno che dietro ci stava l’Iran e che a breve, sempre l’Iran, organizzerà altri attentati. Ma sono del mestiere questi? Si, il mestiere dei pennivendoli! In ogni caso questa vicenda ha come sempre un intreccio funzionale alla indole guerrafondaia a stelle e strisce. Incolpare l’Iran consente di spegnere i riflettori su chi ci sia realmente dietro all’attentato non riuscito e consente di mettere le basi per un attentato futuro. Quale nemico migliore dell’Iran per le stelle e strisce in questo specifico momento? Non sia mai dovesse accadere qualcosa che consenta di designare l’Iran come una minaccia concreta alla sicurezza nazionale Usa, percorreranno questa strada perché va bene per tutti. Va bene per gli Usa e va bene per Israele. Andrebbe bene anche per i sostenitori di Trump (giusto per tenerli a bada altrimenti finirà in guerra civile) visto che sulla questione mediorientale è molto più radicale di Biden, neocon e democratici. Hanno individuato il nemico perfetto da trasformare in capro espiatorio sempre allo scopo di portare avanti la loro politica estera guerrafondaia. E non esisteranno un secondo a perseguire questa strada qualora le condizioni dovessero permetterlo. Serve una sola cosa: il casus belli. E come abbiamo visto, non è che abbiano così tanti problemi nel crearlo. Perché l’occasione di far fuori Trump (che ripeto non nutro alcuna simpatia politica nei suoi confronti!) e allo stesso tempo scagliarsi contro l’Iran è davvero molto, ma molto ghiotta. E badate bene una cosa, in tutta questa vicenda, non è assolutamente marginale il ruolo di israele. Soprattutto perché attraverso l’AIPAC influenza in modo abbastanza pesante la politica statunitense. Soprattutto quella dietro le quinte che non si vede…
I politici minano la democrazia ignorando il volere popolare, come dimostrano recenti esempi negli USA, Francia e Italia, disilludendo gli elettori.
“Sbatti il mostro in prima pagina” in versione restaurata. La nuova serie su Enzo Tortora. Il remake de “I pugni in tasca”. Il regista riflette su fake news, potere, impegno politico
Il proiettile di Crooks colpisce anche Zelensky, che ora chiede la presenza russa nei negoziati di pace. La guerra può finire solo con un dialogo tra Russia e Ucraina.
Immaginate se questa cosa accadesse in Cina, Russia o Iran come la propaganda ci marcerebbe sopra per costruirci una narrazione secondo la quale i cittadini vengono incentivati a farsi Giustizia da soli. Provate a immaginare i racconti o il dibattito nei talk show sullo stato di diritto eccetera eccetera. Invece tutto questo sta succedendo negli Stati Uniti d’America, dove stanno istallando distributori automatici per facilitare l’acquisto di munizioni. L’azienda American Round si occupa di questa “innovazione” (la chiamano così) e il primo distributore a essere installato, pensate un po’, è stato in un negozio di alimentari a Pell City, in Alabama. Quindi una persona che andrà a fare la spesa nel fogliettino avrà scritto così: pane, acqua, sale, uova, hamburger, Coca Cola e munizioni. A voi sembra una cosa normale? A me no! È da brividi Inoltre quello che scrive l’azienda sul proprio sito, sembra di vivere in un altro pianeta, sentite qui: “Noi di American Rounds ridefiniamo il concetto di praticità nell’acquisto di munizioni. I nostri distributori automatici di munizioni sono accessibili 24 ore su 24, 7 giorni su 7, così puoi acquistare le munizioni quando vuoi, senza i vincoli degli orari di apertura dei negozi e delle lunghe file. Situati in punti strategici, i nostri sportelli automatici sono facili da usare come un bancomat, consentendo transazioni fluide che ti consentono di tornare a ciò che più conta in pochi minuti. Con American Rounds le tue munizioni sono pronte quando lo sei tu, garantendoti ogni volta un’esperienza di acquisto senza problemi.” Da segnalare l’accessibilità alle munizioni 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, perché se alle due di notte devi sparare a qualcuno che ti ha fatto girare i co*lioni, o la mattina devi andare a fare una sparatoria in qualche scuola e ti accorgi che hai fatto male i conti con le munizioni, devi poter andare a comprarle immediatamente. Non sia mai che ti metti a sparare e poi ti manchino i proiettili. Non sia mai che la carenza di munizioni ti faccia desistere dal dare il via a una carneficina a cui tanto tieni. Ma che fa, scherziamo? Vuoi mettere l’ebrezza di ridurre a scolapasta qualcuno e non poterlo fare solo perché i negozi che vendono munizioni la notte sono chiusi? Negli Stati Uniti d’America funziona così, vai al distributore automatico, dove in un paese normale dovrebbero starci solo quelli per i preservativi, le caramelle o i giochini per i bambini e compri i proiettili. Questa è la società che ci dicono di dover prendere a modello, la società superiore perché è democratica, lungimirante e difende il mondo dai cattivoni. Paradossalmente abbiamo davanti gli occhi due cose che purtroppo, grazie a una propaganda Hollywoodiana, hanno fatto in modo di tenere quanto il più possibile sotto il tappeto. “La più grande democrazia del mondo” che spende miliardi per armi e guerre e all’interno consente ai propri cittadini di armarsi fino ai denti, e “la più grande democrazia del Medio Oriente” che consegna fucili nelle mani dei propri cittadini e consente di sparare ai Palestinesi rimanendo impuniti. Gli Usa e israele sono i paesi che più di tutti al mondo hanno una società civile militarizzata e armata fino ai denti. Gli Usa e israele sono i paesi che qui ci vengono descritti come modelli virtuosi di democrazia e diritti e c’è purtroppo chi ci crede. Abbiamo un problema molto grande: quel problema è culturale e deriva da una classe dirigente e un’informazione totalmente serva e corrotta… Giuseppe Salamone
L’ex presidente americano, e candidato presidenziale, Donald Trump è stato oggetto ieri di un attentato ad un raduno a Butler, in Pennsylvania. Un proiettile di fucile lo ha ferito all’orecchio destro, senza ulteriori conseguenze. Il cecchino, che in una ripresa pochi istanti prima del colpo si vede in bella vista, è il ventenne Thomas Matthew Crooks, ucciso nella successiva sparatoria. Nella medesima sparatoria uno spettatore è stato ucciso e due feriti. Se la dinamica dell’attentato non lo escludesse (un proiettile a due centimetri da un punto vitale non può essere una messinscena) si sarebbe potuto pensare ad un finto attentato a sostegno della candidatura, visto che poche cose sono generalmente più benefiche ad un risultato elettorale che apparire nel ruolo della vittima. Ma siamo tempi singolarmente stupidi e, purtroppo, Trump appare come una “vittima dell’odio” semplicemente perché lo è. Questo non lo rende una bella persona ma è un fatto che merita qualche riflessione. Il processo e la recente condanna di Trump da parte del tribunale di New York per il caso Stormy Daniels andavano precisamente nella stessa direzione. In effetti, neanche 24 ore prima Biden in un discorso pubblico aveva presentato Trump come “minaccia per la nazione”, e questo è il tenore normale del dibattito. La stessa atmosfera serena è quella che ha coinvolto le sorti del più noto sostenitore di Trump in questa campagna elettorale, Ellon Musk, le cui attività economiche (in particolare il social X) sono state oggetto di una serie di attacchi concertati di tipo istituzionale (in USA e UE). Lo stesso Musk – stando a quanto da lui stesso riferito – è stato oggetto di due tentativi di assassinio negli ultimi otto mesi. Ciò che traspare, e che pur non essendo una novità merita di essere soppesato, è che la radicalizzazione della lotta politica in Occidente ha raggiunto livelli inediti, pur in assenza di significative differenze ideologiche. In Occidente, e negli USA in particolare, il mutuo disprezzo, l’assoluta mancanza di riconoscimento di legittimità agli avversari politici, è divenuta parte integrante, ordinaria, della vita pubblica. Ma, diversamente da altri periodi storici, questa delegittimazione radicale NON è dovuta al contrapporsi di visioni del mondo distanti e antitetiche, non al confronto tra ideologie palingenetiche incompatibili. Tutt’altro. Il disprezzo e l’avversione hanno una carattere personale, psicologico, epidermico, e tuttavia assoluto. Questa forma di tribalismo primitivo, prepolitico, è analoga all’avversione e disprezzo che può avvenire, oggi, tra due tifoserie calcistiche: le squadre sono di fatto intercambiabili, spesso gli stessi giocatori cominciano in una squadra e finiscono acquistati dall’altra; non c’è nessuna “sostanza” della squadra che rimane la medesima, e tuttavia la coltivazione dell’odio reciproco è essa stessa un ultimo livello di motivazione, e può portare alla violenza più estrema. Nella cornice del nichilismo occidentale, in mancanza di ideali alternativi, di prospettive positive, l’ultimo orizzonte motivazionale rimasto è quello implicito nella creazione dell’odio, del disgusto per l’avversario, che viene dipinto in forme umanamente deprecabili e di cui l’unico attributo esposto è l’assoluta, inderogabile inaccettabilità. Se non puoi amare niente, se non hai niente da sperare, almeno puoi mantenere in vita una spinta motivazionale minima in forma di un’oscura “difesa dalla minaccia estrema”. Lo scenario politico è costantemente polarizzato (o frammentato se il sistema non è bipartitico), pur in sostanziale assenza di autentiche differenze ideali. Quest’assoluta delegittimazione de L’Altro, percepito letteralmente come Alieno, in un senso naturalistico, quasi biologico, si accompagna alla legittimazione di qualunque cosa sia atta a metterlo fuori gioco. Le regole saltano, il fine giustifica i mezzi, perché (come nei film americani) la scelta viene sempre presentata all’insegna del rischio del Male Assoluto. Nella recente filmografia americana la dinamica morale più frequente è quella in cui vengono presentate delle regole morali (virtù, regole kantiane o religiose) solo per mostrare come esse debbano cedere il posto – a malincuore, si intende – ad una scelta ultima di tipo drasticamente utilitarista: “Sì, non si dovrebbe torturare o uccidere l’innocente, ma se l’alternativa è la Fine Del Mondo?” (Nei film americani si fa regolarmente strame di ogni regola morale ordinaria perché bisogna salvare il mondo e l’umanità almeno due volte prima di cena, e di fronte a simili scelte tragiche, va da sé che il fine giustifica qualunque mezzo.) Il meccanismo di delegittimazione prepolitica dell’Altro è presente, soprattutto nella politica americana, da lungo tempo: qui i candidati si fanno e disfano non sulle idee, ma sulle foto con l’amante, sulle registrazioni a microfoni spenti, sulle accuse a scoppio ritardato di testimoni compiacenti, insomma sulla base di un letamaio da cui ci si difende soltanto con carriole di soldi per avvocati e media. Ma, come sempre accade, il peggio degli USA trasmigra regolarmente in Europa con un paio di decenni di ritardo ed ora queste dinamiche sono ben visibili anche da noi. Più la politica è intercambiabile, più è impermeabile alla volontà popolare, più è vuota di visione, di idealità alternative, e più la lotta si psicologizza, si animalizza, si riduce a disprezzo epidermico di fronte all’Alieno. E quanto più ciò si verifica, tanto più ogni regola morale, ogni equilibrio giuridico, saltano: perché con i rettiliani non si discute, si spara. Andrea Zhok
Fa più notizia un miliardario ricco sfondato come George Clooney che chiede a Biden di ritirarsi che quattro scuole bombardate in quattro giorni consecutivi dai terroristi israeliani. Ci sarebbero centinaia di notizie da dare e di cui parlare in maniera approfondita, invece continuano a rilanciare a reti unificate il rincoglionimento di Biden. Come se fosse una cosa arrivata all’improvviso. L’ho detto qualche settimana fa e lo ripeto ancora adesso: questa è un’arma Hollywoodiana micidiale di distrazione di massa! I pennivendoli nostrani complici del genocidio a Gaza se ne guardano bene dall’approfondire e condannare il nuovo via libera delle bombe da 500 libbre per israele da parte degli Usa. Se ne guardano bene dal riprendere l’inchiesta secondo la quale il terrorismo di stato israeliano il 7 ottobre ha attivato il protocollo Annibale, che per impedire la cattura di soldati israeliani consente di sparare indiscriminatamente su tutto ciò che si muove, civili compresi, usando artiglieria pesante. Chissà quanti siano stati i morti causati dall’esercito israeliano quel giorno. Però non sia mai approfondire questa vicenda. Inoltre è stato provato che nel bombardamento della scuola che ospitava migliaia di Palestinesi sfollati a Khan Younis israele ha utilizzato bombe di fabbricazione statunitense. Ma erano troppo impegnati a indignarsi per il missile che è caduto nei pressi di un ospedale pediatrico di Kiev senza nemmeno capire che quel missile aveva su scritto “bomba democratica di quelli buoni”. Ci sarebbe anche l’inchiesta di +972 e Local Call che dice così: “I soldati israeliani descrivono la quasi totale assenza di regole di fuoco nella guerra di Gaza, con le truppe che sparano a loro piacimento, danno fuoco alle case e abbandonano i cadaveri per strada, il tutto con il permesso dei loro comandanti.” Niente di niente, silenzio assoluto perché troppo impegnati con le minchiate di Biden. E nonostante tutto riescono a essere disonesti anche lì. Perché quando Biden dice “dobbiamo sconfiggere Putin” butta all’aria oltre due anni di propaganda e conferma che l’obiettivo non è assolutamente la pace. Bensì una guerra imperiale occidentale. In Ucraina come a Gaza. Maledetti! Giuseppe Salamone
Forse più di altre volte la donna, madre e Cristiana al vertice Nato che si sta svolgendo a Washington sta dando il meglio di sé superando ogni livello di schifo mai toccato da quando è a Palazzo Chigi. Si è presentata al vertice elemosinando armi e miliardi per Zelensky. Non è una barzelletta, giuro: una delle prime dichiarazioni dopo essere arrivata a Washington è stata quella di garantire e aumentare sostegno militare all’Ucraina. Ovviamente ha giocato tirando in ballo la storia dell’ospedale di Kiev facendo leva sui bambini ucraini ma, allo stesso tempo, mentre il terrorismo di stato israeliano stava bombardando due scuole piene zeppe di sfollati e bambini riducendoli a brandelli faceva finta di non sapere. Evidentemente quei bambini non le interessano perché non possono essere utilizzati per la propaganda guerrafondaia. Vergogna! In ogni caso sta proseguendo il vertice promettendo piena servitù alla Casa Bianca e alla Nato impegnando le tasse dei cittadini italiani, a scapito ovviamente della spesa sociale, per arrivare al 2% del PIL per le spese militari. Inoltre ha dato il via libera a nuovi miliardi per la guerra per procura in Ucraina per il 2025, mettendo sul piatto 1,7 miliardi di euro oltre a firmare un comunicato congiunto emanato poi dai suoi padroni della Casa Bianca con Usa, Germania, Romania e Ucraina per l’invio di un altro sistema militare SAMP-T. Vi ricordate quando la donna, madre e Cristiana attraverso TeleMeloni guidata da Bruno Vespa ci diceva che gli italiani non avrebbero speso un euro per le armi inviati in Ucraina perché erano quelle nei magazzini? Ecco: negli ultimi due anni l’Italia ha speso solo per aiuti militari circa 6 miliardi di euro secondo quanto riportato dal Kiel Institute. Senza contare quelli versati a nome dell’Unione Europea e della Nato. Ma vi rendete conto di come ci prenda per il culo? Di come ci tratti da sottosviluppati ignoranti? Ma chi sostiene ancora questo personaggio, potrebbe per cortesia darsi una svegliata? Come pensate avrebbe sostituito le armi mandate a Zelensky, con i soldi del Monopoli? È qui che entra in gioco anche l’aumento delle spese militari, che ha promesso di portarle a oltre 40 miliardi di euro all’anno dai circa 27 miliardi attuali. E sapete come verrà finanziata questa spesa? Come ha detto ieri Giorgetti: “tenendo sotto controllo la spesa pubblica e togliendo i vincoli europei di bilancio dalle spese per la difesa”. In queste parole c’è un’altra presa per il culo colossale, perché quando si parla di controllo di spesa pubblica significa spendere meno per i servizi, per la scuola, per gli ospedali e per il Welfare. E quando si parla di togliere i vincoli Europei significa che si stanno battendo per spendere più facilmente i nostri soldi per la guerra. Queste sono le battaglie che stanno portando avanti: affamare gli italiani per fare la guerra! Nel bel mezzo di questo schifo che già sarebbe abbastanza, sapete cos’altro ha combinato la donna, madre e Cristiana? Ha risparmiato sui poveri! Per i sussidi alle famiglie, dopo aver eliminato il reddito di cittadinanza, erano stanziati nel bilancio dello Stato 7 miliardi di euro. Sapete di questi soldi quanti ne sono arrivate alle famiglie e ai cittadini in difficoltà? Solo 1,8 miliardi. Per farla breve: hanno creato delle misure per fare un po’ di propaganda come l’assegno di inclusione e il supporto formazione lavoro ma di concreto c’è che di soldi, a chi ne ha veramente bisogno, non ne arrivano. Però in compenso si sta battendo per la guerra, per le armi e per sbavare dietro a quei criminali guerrafondai dei padroni a stelle e strisce riempiendo il culo al complesso militare industriale e finanziario Usa. Esattamente come un Draghi o un Letta qualsiasi. Concludo: in tutto ciò il più grande partito di opposizione guidato da chi andava in giro con la bandiera pacifista sulle spalle non solo fa finta di non vedere, non sentire e non sapere, ma demonizza chi si oppone alla guerra per procura in Ucraina e allo stesso tempo organizza iniziative pro israele alla Camera dei Deputati. Con gente così all’opposizione la Meloni potrà tranquillamente governare un ventennio e trascinarci in guerra con tutte le scarpe. Infatti è quello che sta facendo del tutto indisturbata… Giuseppe Salamone
di Giuseppe Salamone Sono oltre 17.000 i bambini uccisi dal terrorismo di stato israeliano. Sono invece oltre 21.000 quei bambini che, secondo Save the Children, sono persi, scomparsi, detenuti, sepolti sotto le macerie o in fosse comuni. Oltre 17.000 bambini sono orfani, non accompagnati o separati secondo l’UNICEF. Sempre L’UNICEF dichiara che a causa del terrorismo di stato israeliano oltre 1 milione di bambini hanno bisogno di sostegno psicosociale nella Striscia di Gaza perché la loro salute è seriamente compromessa. L’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi invece ci fa sapere che ogni giorno 10 bambini perdono in media una o due gambe. E questi numeri non includono i bambini che hanno perso mani o braccia. Inoltre Netanyahu e company continuano a bombardare quotidianamente scuole e ospedali, prendendo in ostaggio medici e infermieri e uccidendo chiunque si trovi all’interno VOLUTAMENTE! Aggiungo un’altra cosa, nelle ultime settimane il terrorismo di stato ucraino ha bombardato incessantemente Belgorod, Kursk e Sebastopoli uccidendo decine di bambini. In tutto ciò questi di Repubblica non hanno mai fatto un titolo come oggi. Mai! Perché per questi miserabili pennivendoli sia i bambini Palestinesi, sia i bambini Russi, non valgono quanto quelli Ucraini. Questa è la mentalità occidentale, quella suprematista che pesa vittime soprattutto i bambini. Se sono funzionali per la propaganda di Washington allora prime pagine e reti unificate, se non sono funzionali allora censure, doppi standard e acrobazie per giustificare l’ingiustificabile. Piuttosto, perché Repubblica non si fa un paio di domande? Tipo: come mai ogni volta che c’è un summit Nato succede qualcosa che tiri in mezzo i bambini? Come mai quando qualcuno si muove per la pace succede sempre qualcosa che possa indignare l’opinione pubblica attraverso i bambini? E infine, prima di sparare sentenze, siete sicuri che il missile di cui parlate non era quello della contraerea Ucraina visto che anche canali Ucraini si stanno ponendo queste domande? O la messa in dubbio della provenienza dei missili vale solo quando Netanyahu bombarda gli ospedali, le scuole, gli sfollati e ammazza i bambini Palestinesi? Maledetti!
La Russia ha rivendicato la distruzione di un Samp-T italiano, Crosetto tace. Invio di armi secretato per motivi elettorali, mentre la strategia di protezione fallisce.
Macron celebra la sua “rivoluzione”, ma Le Pen è intatta e lui sembra il politico più stupido, riducendo i suoi seggi e favorendo Mélenchon e Le Pen.
Rassegna stampa satirica di Marco Travaglio: una sferzata di sarcasmo sulle notizie della settimana
Dal 1999 al 2003 Orbán rappresentava una visione clerico-fascista. Oggi, il vero pericolo è il nuovo fascismo delle oligarchie finanziarie che dominano l’Occidente.
L’aeroporto di Malpensa sarà intitolato a Silvio Berlusconi, il celebre premier noto per le sue imprese fiscali e mafiose. Mentre il Pd protesta per la scelta “ambiguamente divisiva”, altri applaudono il “giusto tributo” a un simile campione di legalità.
Victor Orbán, leader delle “democrazie illiberali”, sorprende ancora viaggiando a Kiev e Mosca per negoziati, lasciando l’Ue nell’inerzia più totale.
La visita di Orbán a Mosca segna un evento storico, smentisce la narrativa occidentale su Putin e sottolinea l’incapacità europea di perseguire la pace.
Gli italiani sono contrari alle spese militari e all’invio di armi in Ucraina, ma il governo segue ordini esterni e pianifica grandi acquisti di carri armati.
Discussioni politiche per il 2027: la sinistra deve ascoltare gli elettori, abbandonati dalle socialdemocrazie, invece di criminalizzare i populisti e concentrarsi su temi marginali.
Alla festa dell’Anpi a Bologna, leader di sinistra discutono di Costituzione e unità antifascista, ma senza una reale alleanza politica contro le destre.
Gli ucraini ottengono una superiorità numerica a Kharkiv, ma è una trappola russa. Crosetto invia armi senza rispondere alle critiche sulla strategia fallimentare.
TIM annuncia di aver perfezionato la cessione di NetCo a Kohlberg Kravis Roberts & Co. L.P. (“KKR”)
Il governo Meloni cede le telecomunicazioni agli USA, ignorando la sicurezza nazionale. Intanto, la didattica a distanza si promuove senza considerare i danni psichici post-covid.