Volete un esempio di quanto facciano pena i burocrati europei amici di meloni e gli europarlamentari pidini che seguono a ruota la loro linea?
Ok, seguitemi.
L’altro giorno Giuseppe Conte e una copiosa delegazione del Movimento 5 Stelle si sono recati a Strasburgo per manifestare il loro disappunto, e anche quello di tantissimi cittadini italiani, contro il piano di riarmo di 800 miliardi di euro lanciato dalla presidente della Commissione europea ursula von der armen.
Prima di entrare in Aula, in una delle sale del Parlamento, a è avvenuto uno scambio di battute tra Conte e la von der armen, dove il presidente del Movimento le ha detto con fermezza che l’intero partito le avrebbe fatto una “forte opposizione” e che questa sarebbe stata più forte di lei.
L’ex ministra tedesca non è che ha risposto nel merito argomentando, no.
Non ha risposto che all’istruzione, alla sanità e al lavoro preferisce armare fino ai denti l’Europa e tassare i cittadini europei come dei servi della gleba. No, niente di tutto questo.
Ha risposto semplicemente “lo vedremo”. Come se fosse una sfida a chi ce l’ha più lungo.
E nelle stesse ore, l’iniziativa di protesta del Movimento 5 Stelle, è stata bersagliata da un’altra rappresentante (miracolata) delle istituzioni Ue, la vicepresidente Pd del Parlamento europeo pina picierno, che ha accusato Conte di voler “lucrare un po’ di consenso elettorale”.
Anche qui. Nessuna risposta nel merito.
Sempre la solita solfa del populismo in stile salviniano perennemente alla ricerca di consenso per nascondere il proprio asservimento ai burocrati europei, agli Usa, a zelensky e a Israele.
Pertanto è bene ribadire una cosa a pinuzza, a prodi, a veltroni, a fassino e ai massoni europei.
Conte (insieme alla sua delegazione) è andato a Strasburgo per riportare pubblicamente la netta opposizione a questo piano di riarmo demmerda che non risponde a nessuna strategia politica, se non alla pura volontà popolare di voler rappresentare il proprio dissenso nei confronti di questa Europa guerrafondaia.
Significa semplicemente certificare un ulteriore fallimento delle politiche europee degli ultimi decenni e il fatto che non sia saggio buttare soldi in modo scriteriato, lasciando che ciascuno Stato possa andare per sé anziché concentrare in questo momento quella che potrebbe essere una strategia vincente.
L’Europa dev’essere in prima fila nel costruire un’architettura di pace, cultura della diplomazia e sicurezza generale ben organizzata, non un piano militare per alimentare un escalation nucleare puntando il dito contro e soltanto la Russia.
Vediamo se è chiaro o se pinuzza, ogniqualvolta apre bocca, deve fare la morale ai cittadini italiani dall’alto del suo pulpito renziano intriso di falsità, ipocrisia e inutilità istituzionale.
Salvatore Granata