di Lorenzo Tosa
Quello appena andato in scena alla Camera è uno degli spettacoli più indecenti, vergognosi e dilettanteschi di cui un governo abbia mai dato prova in un’aula parlamentare nella storia repubblicana.
Il ministro Nordio si è presentato in aula con una pila di fogli letti a pappagallo e, invece di difendere la dignità delle istituzioni, ha vestito i panni dell’avvocato difensore di un torturatore come Almasri infilando una quantità di supercazzole indegne del governo di un Paese civile.
Nell’ordine.
Prima ha dato la colpa all’Interpol per la mancata domanda di estradizione.
Poi ha dato la colpa alla questura per averlo avvisato solo dopo l’arresto.
Poi ha messo nel mirino la Corte penale internazionale (“Non sono un suo passacarte”), accusandola di ogni nefandezza.
Poi si è addirittura superato giustificandosi dicendo che il documento era in inglese senza traduzione (poverino…) ed era pure “pasticciato”.
Infine ha attaccato – tanto per cambiare – la magistratura “sciatta” che “accusa senza leggere le carte”. Il solito complotto delle “toghe rosse”, insomma.
Il tutto – ed è la cosa in assoluto più grave – nel silenzio complice della Presidente del Consiglio Meloni, che neanche si è degnata di farsi vedere.
In un Paese normale Meloni, Nordio e Piantedosi dovrebbero avere solo la decenza di presentarsi in aula a testa bassa, chiedendo SCUSA ai cittadini italiani, ai giudici, alla comunità internazionale e dimettersi all’istante.
E invece, nel Paese al contrario, ne usciranno da martiri e da vittime. Sta già accadendo.
Da cittadino italiano, provo solo VERGOGNA davanti a questo spettacolo.
Profonda, enorme, vergogna.
* * *
Poco fa Elly Schlein si è alzata in piedi alla Camera, ha preso la parola e ha tenuto un discorso semplicemente magistrale sul caso Almasri, sul silenzio di Giorgia Meloni e sulla indecente risposta dei suoi ministri.
Da leggere e da ascoltare fino in fondo.
“Questa è una giornata triste per la democrazia. Nordio e Piantedosi sono venuti in Aula a coprire le spalle della premier. Ma oggi in quest’aula doveva esserci Giorgia Meloni, che invece manca di rispetto all’Aula e al Paese.
Oggi vi nascondete dietro i cavilli e il giuridichese, ma qua non si tratta di un difesa formale, ma di una scelta politica. Allora assumetevi una responsabilità. La verità è che vi vergognate di quello che fate e per questo mentite. Qua doveva esserci Giorgia Meloni, invece vi siete limitati ad attaccare i magistrati. Un attacco frontale che è fumo negli occhi per coprire il merito della vostra scelta politica.
Meloni ha mandato i suoi ministri in Aula, un atteggiamento da Presidente del coniglio, non del Consiglio. Doveva esserci lei qua, perché quello che hanno detto i ministri non è una risposta.
Allora, la domanda è semplice, Presidente. Ha dato lei l’ordine di riaccompagnare a casa il torturatore libico? E, Presidente Meloni, delle due l’una: o ha guidato lei questa filiera di comando e se ne assume la responsabilità oppure non ha più il controllo e, dunque, ne tragga le conseguenze.
Meloni non può pensare di cavarsela con video e dirette social: non deve spiegare ai suoi followers, ma all’Italia. La nostra credibilità internazionale è stata sfregiata dalla vostra scelta, oggi rivendicata, di riaccompagnare a casa un torturatore libico. Almasri è accusato di aver picchiato, stuprato e ucciso, ma nonostante questo viene scarcerato e fatto salire su un aereo di Stato con tutti gli onori, per poi essere accolto nel suo paese come un eroe. Meloni diceva che avrebbe dato la caccia ai trafficanti di tutto il mondo, invece li rimanda a casa con il rimpatrio più veloce della storia d’Italia.
E lei, ministro Nordio, non ha parlato da ministro ma da avvocato difensore di un torturatore. Il ministro deve trasmettere gli atti della Corte Penale Internazionale.
Prima ci dice che è stato liberato perché non ha fatto in tempo a tradurre 40 pagine dall’inglese. Poi, però, ci dice che in realtà le aveva lette così bene che ha rinvenuto dei vizi. Bene, avete ammesso che è stata una scelta politica finalmente. Perché, se il problema fosse davvero stato un cavillo procedurale, perché non avete provveduto a farlo riassestare il minuto dopo?
Perché ha mentito al Paese con una nota che tutti abbiamo ricevuto alle 16:04 battuta dall’Ansa il giorno in cui è stato scarcerato in cui affermava di aver ricevuto gli atti dalla Corte penale e che li stava valutando quando già alle 11:13 un aereo Falcon 900 autorizzato da Palazzo Chigi attendeva all’aeroporto di Torino il torturatore per riportarla a casa?
Non vi eravate parlati, ministro? Che cosa doveva valutare quando l’articolo quattro della legge 237 parla chiaro: il ministro deve trasmettere gli atti, non valutarli; la legge non le dà alcuna valutazione discrezionale sugli atti della Corte.
Lei viene qui e accusa noi di non aver letto le carte, ma lei non ha letto la legge, ministro Nordio, e l’ha violata davanti al Paese”.
Questo è esattamente quello che volevamo sentire dalla leader dell’opposizione. Non una virgola di più, non una di meno.
Talmente precisa e circonstanziata che nessuno, né Nordio né Piantedosi né tantomeno Meloni, risponderà mai.