Per la serie “dicesi ‘ingerenza russa’ ogni elezione vinta da chi non piace alla Nato”, ricapitoliamo il caso Romania. Anche perché i prossimi potremmo essere noi. Governati da 30 anni da partiti corrotti e screditati, i romeni votano alle Presidenziali e al primo turno arriva primo l’outsider nazionalista indipendente Calin Georgescu, il meno atlantista e guerrafondaio sul conflitto ucraino al confine. Come in tutte le elezioni, dall’Ue agli Usa. Ma, anziché farsene una ragione e cambiare postura, Ue e Usa gridano ai brogli di Putin tramite Tik Tok: avendo contro tutte le tv e i giornali governativi, Georgescu ha preferito fare campagna su quel social anziché coi segnali di fumo. La Consulta ordina il riconteggio, che però dà lo stesso esito: elezioni regolari. Allora il presidente uscente Klaus Iohannis declassifica per la Corte cinque file dei servizi segreti, ovviamente segreti, per dimostrare che, sì, Georgescu ha preso il 23% perché il 23% dei votanti ha scelto lui, ma solo perché i russi hanno investito ben 400 mila euro per i suoi spot su Tik Tok. E si sa che, appena vedi uno su Tik Tok, cadi in stato di ipnosi e corri a votarlo. Anche gli altri candidati erano su Tik Tok e Georgescu l’han votato soprattutto contadini e anziani, non proprio fan del tiktokismo, ma lasciamo andare. E i sondaggi che danno Georgescu al 63% al ballottaggio? Semplice: Putin, con la sola forza del pensiero o rispondendo alle telefonate dei sondaggisti al posto del campione, ha taroccato pure quelli.
Poi, stanco morto, s’è distratto un attimo: infatti, sette giorni dopo le Presidenziali, i romeni han votato alle Parlamentari e lì, non essendoci Georgescu, han vinto i partiti governativi. Quindi o i truccatori russi dormivano, o TikTok funziona solo alle Presidenziali. Infatti le Parlamentari sono valide, mentre le Presidenziali vengono annullate dalla Consulta due giorni dopo averle avallate e due giorni prima del ballottaggio, mentre i residenti all’estero stanno già votando. Purtroppo la sentenza nessuno può leggerla perché non esiste: le prove dei brogli russi sono o non sono segrete? Brogli occidentali non possono esisterne, poiché mai Nato e Ue interferirebbero in un’elezione, tanto meno nel Paese a cui gli Usa vogliono donare la più grande base Nato d’Europa: non sarebbe da loro (anche se alla vigilia del voto il Dipartimento di Stato ha avvisato che non tollererà cambi di politica estera a Bucarest). Ora, appena si rivota, Georgescu rischia di prendere ben più del 63%, a meno che non lo arrestino o lo mettano fuorilegge. Quindi si rivoterà a oltranza finché il popolo non si deciderà a votare come gli ordinano quelli che non interferiscono. Ma ci sono anche soluzioni più pratiche: abolire Tik Tok, o i telefonini.
Il Fatto Quotidiano, 8 dicembre 2024