Lo scandalo che coinvolge la nomina di Boccia non riguarda solo le lacrime e i post su social, ma la questione del conflitto d’interessi. La legge Nordio, approvata a luglio e firmata da Mattarella ad agosto, ha abolito il reato di abuso d’ufficio, permettendo a politici e dirigenti pubblici di fare nomine senza timori di conseguenze legali. Questo ha riabilitato migliaia di pregiudicati e cancellato processi in corso, aprendo la strada a potenziali abusi nel sistema. Ora, nomine come quella di Boccia, legate a interessi personali, rischiano di proliferare senza controllo.
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Tutti concentrati sulle lacrime di Genny e sui post ricattatori della Boccia. Nessuno che noti l’aspetto che distingue lo scandalo da un filmetto scollacciato con Banfi e Montagnani: la faccenda della nomina dell’allora amante del ministro a consigliera a titolo gratuito per i Grandi Eventi. Nomina prima promessa, poi avviata, infine stracciata perché – dice Sangiuliano – la Boccia non era più soltanto un’amica e sarebbe scattato il conflitto d’interessi. Come gli fecero notare anche consiglieri giuridici del ministero. Ma il conflitto d’interessi, grazie alla legge Frattini voluta da B. per fingere di risolvere il suo (e mai modificata dal centrosinistra per tenersi stretti i suoi), in Italia non è reato. Salvo che comporti una violazione di legge per procurare vantaggi patrimoniali a qualcuno e/o danni patrimoniali ad altri: allora è abuso d’ufficio (in tutti i Paesi aderenti alla Convenzione di Merida). O meglio lo era, perché il 10 luglio la Camera ha approvato la legge Nordio che lo aboliva e il 10 agosto Mattarella l’ha incredibilmente firmata. Fino ad allora un pubblico ufficiale che conferisse un incarico pubblico alla sua amante, finiva ipso facto indagato, imputato e condannato.
Quando a giugno pensò alla consulenza per la Boccia, Sangiuliano stava per infilarsi con tutte le scarpe in una condanna sicura. Poi il 26 agosto cestinò la pratica, proprio quando non gli avrebbe più comportato alcuna noia penale, perché nel frattempo il suo governo e la sua maggioranza (con Azione&Iv) avevano abolito il reato. Cancellando le 3.623 condanne definitive (solo fra il 1997 e il 2022), sbiancando la fedina penale di altrettanti pregiudicati, cancellando migliaia di processi in corso e lanciando ad amministratori e dirigenti pubblici un messaggio micidiale: ora potete nominare chi vi pare dove vi pare, anche amanti, parenti, amici, finanziatori, usando il vostro ufficio e il denaro pubblico per farvi gli affari vostri a scapito di chi non ha santi in paradiso. Basta leggere le storie di quei 3.623 condannati ora riabilitati. Tipo il sindaco, gli assessori e i dirigenti comunali che due giorni prima delle elezioni annullano gli avvisi di pagamento dell’Ici; il medico del Servizio sanitario nazionale che convince i pazienti a rivolgersi al suo studio privato; il primo cittadino che caccia un dirigente “reo” di essersi candidato contro di lui alle elezioni; il carabiniere che fa identificare due ragazze perché respingono le sue avance; il pm chiede il rinvio a giudizio della sua ex per vendetta. E via abusando. Genny s’è fermato in tempo, ma da adesso tutti quelli che non lo faranno saranno al sicuro. E i casi Boccia pulluleranno in tutta Italia. Grazie, Nordio. Grazie Mattarella. Grazie FdI, FI e Lega. Grazie Renzi e Calenda.
Il Fatto Quotidiano, 7 settembre 2024