Igor Kirilov

Ucciso il generale russo che indagava su biolaboratori statunitensi in Ucraina

Mosca: un attentato uccide il generale Kirilov, esperto in difesa biologica. Stava indagando sui biolaboratori USA in Ucraina. La sua morte solleva nuovi dubbi.

Un attentato a Mosca ha ucciso il generale Igor Kirilov, capo della difesa contro le armi chimiche, biologiche e radioattive. Kirilov era noto per aver indagato sui biolaboratori statunitensi in Ucraina, accusando gli USA di sviluppare armi biologiche destinate contro la Russia. La sua morte, avvenuta tramite un ordigno nascosto in un monopattino elettrico, ha sollevato interrogativi sulla sicurezza russa e confermato la serietà delle accuse mosse. L’attentato sembra legato a tentativi di occultare prove e destabilizzare ulteriori indagini in vista di possibili cambiamenti politici negli Stati Uniti.

* * *

di Nicolai Lilin

Ciao cari amici,

Oggi a Mosca è accaduto un vero e proprio attentato in perfetto stile di spionaggio spietato. In pratica, alle 6 del mattino, nella prospettiva Ransk, che si trova abbastanza nel centro di Mosca, un ordigno è stato piazzato all’interno di un monopattino elettrico parcheggiato a bordo della strada.

Adesso non si capisce se l’ordigno sia stato incorporato all’interno del monopattino — cioè messo proprio in qualche parte di questo monopattino — oppure se sia stato semplicemente posizionato fuori dal monopattino, come ad esempio un sacchetto legato alla maniglia o qualcosa di simile.

Questo è ciò che stanno cercando di determinare le autorità che si occupano dell’attentato. Tuttavia, ormai è chiaro che il monopattino è stato utilizzato dagli attentatori per trasportare e anche per disporre l’ordigno, una bomba che, cari amici, ha ucciso due persone.

Sono arrivate le prime informazioni riguardo a due passanti. Successivamente, con ulteriori approfondimenti, è emerso un dettaglio molto interessante che richiede sicuramente attenzione. In questo attentato non è stato ucciso un semplice passante, una persona qualsiasi. È stato ucciso il generale dell’esercito russo Igor Kirilov.

Igor Kirilov era il capo delle truppe che in Russia si chiamano ERVS. Queste truppe si occupano della difesa contro le armi chimiche, biologiche e radioattive. In linea generale, non si tratta di un obiettivo strategico rilevante per la guerra in Ucraina. Non era un generale coinvolto nella strategia militare o nell’uso di missili e razzi.

Si trattava piuttosto di una persona che si occupava della preparazione della Russia e della società russa ai pericoli delle armi di distruzione di massa.

A questo punto, uno si domanda: Perché proprio contro una persona del genere? Perché i nemici della Russia hanno organizzato un attentato contro un militare con questo incarico?

Qui, cari amici, diventa interessante la storia di questa persona, del generale Igor Kirilov. Tra l’altro, vi ho già parlato di lui in un paio di video tempo fa. Se ricordate, risale all’epoca delle battaglie per Mariupol, quindi alla fase iniziale dell’operazione militare speciale, ancora prima di Bakhmut e degli avvenimenti più importanti che hanno segnato questa operazione.

Era l’inizio, e i russi stavano prendendo la città di Bakhmut. Proprio in quel momento storico, i russi hanno pubblicato un importante documento che è stato approfondito in diverse conferenze. Esistono anche delle videoconferenze in lingua russa, e successivamente alcune di queste sono state tradotte.

So che circolavano video brevi, ritagli di questa grande conferenza del generale Igor Kirilov, con sottotitoli in italiano. Probabilmente questi video sono ancora online, a meno che non siano stati rimossi dai vari “democratici liberali” amanti del pluralismo qui in Occidente, che di solito censurano tutto ciò che va contro le loro idee e i loro interessi.

Questo generale, cari amici, è diventato noto perché aveva iniziato un’indagine approfondita sulla questione dei biolaboratori statunitensi presenti sul territorio dell’Ucraina. Questa storia è stata più volte citata anche all’ONU. Ad esempio, il rappresentante permanente della Federazione Russa all’ONU, Nebenzia, ha sollevato più volte questa tematica, che continua a preoccupare la Federazione Russa, il governo e i cittadini.

In questi laboratori, gestiti negli interessi degli Stati Uniti d’America, si conducevano esperimenti con armi biologiche, virus e patogeni molto pericolosi. All’epoca, gli americani rispondevano negando tutto, affermando che si trattava di falsità inventate dai russi. Secondo loro, i russi erano soliti inventare qualsiasi cosa pur di accusare l’America, che — a loro dire — voleva solo libertà e democrazia nel mondo.

I russi, invece, con le loro indagini cercavano di dimostrare che gli americani stavano preparando armi biologiche contro di loro sul territorio ucraino.

Lo scambio di accuse tra russi e americani era intenso nei dibattiti all’interno dell’ONU. I russi sostenevano:

“Voi state preparando armi biologiche contro di noi sul territorio dell’Ucraina.”

Gli americani rispondevano negando tutto e accusando i russi di diffondere fake news.

Se ricordate, quando si parlava di queste tematiche, i gestori dei social media prestavano molta attenzione. Essi erano già stati informati dai servizi segreti statunitensi. Come spesso accade quando si tratta di argomenti che gli americani vogliono nascondere, qualsiasi post, citazione o tentativo di condividere queste informazioni veniva immediatamente bloccato o punito dai vari gestori delle piattaforme social.

Quando questa informazione veniva pubblicata su Facebook, Instagram o YouTube, iniziavano subito le ritorsioni contro coloro che la diffondevano. Era chiaro fin dall’inizio che questa tematica fosse di vitale importanza per gli americani. Quello che aveva sollevato il generale Igor Kirilov e tutta la parte russa non era affatto una banalità inventata dai russi durante una festa mentre bevevano vodka.

Assolutamente no. Si trattava di un documento serio e di un’indagine accurata. Questa indagine aveva creato grande preoccupazione tra i rappresentanti degli Stati Uniti d’America.

Tutta questa storia iniziò quando, nel territorio della Repubblica di Lugansk (situata nella parte nord-est del Donbas), vennero trovati tre laboratori. In quel periodo, un funzionario di queste strutture, che inizialmente lavorava per gli ucraini, decise di collaborare con le autorità filorusse dopo che Lugansk passò sotto il loro controllo.

Questo funzionario portò dei documenti e dichiarò:

“In questi laboratori lavoravamo con specialisti americani. Dopo anni, ho capito che stavamo manipolando virus patogeni. Gli ucraini non erano inclusi nei progetti; erano semplicemente manodopera.”

Questo medico spiegò che il suo lavoro consisteva nella preparazione di liquidi per essere diffusi tramite droni. Pensavano di lavorare a scopi agricoli e difensivi. Solo alla fine capirono che c’era qualcosa di sospetto.

Nonostante qualche dubbio, il personale non aveva chiaro l’obiettivo finale. Il loro compito tecnico era quello di trasformare un liquido in una sostanza adatta alla diffusione tramite un drone agricolo.

Quando i laboratori furono presi sotto controllo dalle autorità filorusse, vennero trovate tantissime documentazioni e attrezzature sofisticate.

Queste prove indicavano chiaramente che nei laboratori non si lavorava su progetti agricoli, ma su virus e malattie pericolosissime. Emerse anche l’evidenza di sperimentazioni effettuate sulla popolazione civile.

Questa scoperta rappresentò un vero e proprio allarme per i russi. Da quel momento iniziarono a denunciare pubblicamente la presenza di biolaboratori in Ucraina, definendoli una minaccia per la Russia. Secondo le autorità russe, questi laboratori erano gestiti dagli Stati Uniti d’America e servivano come strumento per sviluppare armi biologiche contro la Russia.

Questa situazione doveva essere fermata. Durante il Consiglio di Sicurezza dell’ONU, si parlava di questi biolaboratori, ma gli americani negavano tutto. Poi è arrivato il momento della battaglia di Mariupol. Quando i russi entrarono a Mariupol, scoprirono altri laboratori, ancora più attrezzati di quelli trovati a Lugansk.

In questi laboratori erano presenti tantissimi materiali. Coloro che lavoravano lì non avevano fatto in tempo a distruggere tutta la documentazione. C’erano video, immagini e altre prove di ciò che accadeva all’interno di queste strutture.

Quando i russi trovarono questi laboratori e i relativi documenti, il Ministro della Difesa Russo dell’epoca, Sergej Shoigu, ordinò un’indagine approfondita. Va ricordato che, quando i militari prendono il controllo di un territorio, l’autorità militare e giudiziaria diventa responsabile di tutto ciò che accade.

In situazioni simili, non è la polizia civile a occuparsi delle indagini, ma le strutture militari, come la procura militare e la polizia militare, che hanno anche dipartimenti scientifici altamente specializzati.

I russi, quindi, presero sotto il loro controllo il territorio di Mariupol e iniziarono le indagini. A capo di queste indagini c’era proprio il generale Igor Kirilov, specializzato nella difesa contro le armi chimiche, biologiche e radioattive.

Stamattina, alle 6:00 ora di Mosca, il generale Igor Kirilov è stato assassinato insieme al suo aiutante. I due erano appena usciti dalla casa di Kirilov dopo aver fatto colazione. L’aiutante era arrivato in macchina per prelevarlo e insieme si stavano dirigendo verso il lavoro.

Sul loro percorso, qualcuno aveva piazzato un monopattino contenente una bomba. Questo non aveva destato sospetti perché, come accade anche in Occidente e in Italia, i monopattini a noleggio vengono spesso lasciati ovunque, davanti agli ingressi delle case o lungo le strade.

Secondo gli inquirenti, la bomba è stata attivata a distanza. Qualcuno, nascosto in macchina nelle vicinanze, osservava i movimenti di Kirilov. Quando i due passarono vicino al monopattino, l’attentatore fece esplodere l’ordigno. L’ordigno conteneva circa 200 grammi di tritolo. Questa quantità è sufficiente per uccidere due persone, anche senza frammenti metallici. La sola onda d’urto generata dall’esplosione può fermare il cuore, spappolare il fegato, rompere i polmoni e danneggiare gravemente gli organi interni. I due uomini morirono all’istante.

Secondo la prima versione emersa, durante le indagini a Mariupol, il generale Igor Kirilov aveva trovato numerose prove che gli Stati Uniti d’America stavano elaborando armi di distruzione di massa e armi batteriologiche nei biolaboratori ucraini, inclusi quelli situati nel Donbas.

Queste armi erano state create proprio per essere usate contro la Russia. Dopo la presa di Mariupol, Kirilov realizzò il suo famoso video in cui spiegava dettagliatamente la situazione. Nel video mostrava documenti, prove e spiegava nei minimi dettagli ciò che era stato scoperto nei biolaboratori.

In pratica, questo video non era un semplice contenuto pubblicato su YouTube, ma una dichiarazione ufficiale del generale Igor Kirilov all’interno del Consiglio di Sicurezza di Stato della Federazione Russa. Durante questa dichiarazione, Kirilov presentò un rapporto dettagliato sul proprio lavoro, citando tutta la documentazione raccolta.

Era un video completo nel quale spiegava ogni dettaglio della questione relativa ai biolaboratori statunitensi sul territorio dell’Ucraina. Secondo le sue indagini, questi laboratori erano finalizzati alla creazione di virus da utilizzare contro la popolazione russa.

Il generale Kirilov aveva trovato prove concrete che questi virus erano già stati utilizzati contro la popolazione ucraina. Diversi di questi patogeni venivano diffusi in aree limitate, nei villaggi ucraini. Gli americani, con la collaborazione degli ucraini, usavano i civili come cavie da laboratorio.

Venivano impiegati vari metodi di diffusione, come droni aerei e droni terrestri. Questi droni disperdevano materiali e gli scienziati osservavano come si comportavano all’aria aperta, come resistevano nell’atmosfera, alla temperatura e alle condizioni climatiche. La quantità di documentazione raccolta era enorme, inclusa quella relativa alle persone che lavoravano in questi laboratori.

Questa indagine rappresentava una minaccia diretta per molti individui all’interno del potere statunitense. Non appena queste notizie cominciarono a circolare, i media mainstream avviarono una campagna per screditarle. Chiunque diffondesse queste informazioni veniva subito etichettato come “diffusore di fake news”.

Anche in Italia, i cosiddetti fact-checker, spesso sponsorizzati dalla CIA o da oligarchi anglosassoni, intervenivano per censurare la libera informazione. Questi individui ricevevano ingenti somme di denaro per svolgere attività di censura.

Quando condivisi quel video su Facebook, il mio account venne immediatamente bloccato per un mese. La motivazione fu che avevo diffuso un’informazione ritenuta falsa e pericolosa per la sicurezza pubblica. Come se avessi diffuso un segreto pericoloso!

Situazioni simili erano accadute anche durante l’epoca del Covid-19. Chiunque condividesse opinioni contrarie alla narrativa ufficiale veniva bannato, minacciato o eliminato dalle piattaforme.

Lo stesso schema di censura si applicò alla questione dei biolaboratori. Molti affermavano che le accuse dei russi fossero infondate. Tuttavia, i russi presentarono documenti e prove concrete. Alla fine, risultò chiaro che questa tematica era estremamente importante per gli americani. I biolaboratori e le armi biologiche facevano parte della strategia globale degli Stati Uniti. Queste attività non si svolgevano solo in Ucraina, ma anche in altri paesi, inclusa l’Italia.

In Italia ci sono più di 140 basi militari statunitensi, alcune delle quali sono segrete. Cosa significa questo?Significa che, pur vivendo nel nostro paese, con diritti garantiti e pagando le tasse, non sappiamo cosa accade all’interno di queste strutture militari. Non siamo padroni del nostro territorio, e nemmeno di noi stessi. Se in questi laboratori vengono creati virus e diffusi, non possiamo impedirlo.

Siamo anche a rischio di essere perseguitati solo per il fatto di porci domande su ciò che avviene nel nostro paese.

Quando il generale Igor Kirilov condivise quel video, dimostrò a tutto il mondo che esiste un modo per affrontare questa grave problematica legata alla gestione dei biolaboratori. In un paese libero, civile e sovrano, questioni di tale importanza devono essere pubbliche e discusse apertamente.

Se non esistono biolaboratori, lo Stato deve dimostrare la loro assenza, permettendo ai cittadini o ai loro rappresentanti di accedere alle strutture dove si svolgono operazioni segrete. Le strutture segrete devono cessare di essere tali e devono dimostrare che non c’è nulla di pericoloso. In questo modo, la popolazione può stare tranquilla.

Quando, invece, si verificano casi come quello dell’Ucraina, dove i russi hanno scoperto biolaboratori in cui si conducevano esperimenti illegali, la situazione diventa gravissima. In questi laboratori, gli scienziati facevano ammalare le persone, trattandole come cavie da laboratorio.

Per molto tempo, si è sostenuto che i russi raccontassero bugie. Ma l’uccisione del generale Igor Kirilov dimostra che i russi avevano ragione. Se i russi avessero inventato tutto, non ci sarebbe stato bisogno di eliminare chi aveva condotto le indagini.

I russi non hanno mai assassinato i rappresentanti occidentali che hanno diffuso notizie false su presunte stragi come quella di Bucha. Si sono limitati a definire queste accuse “baggianate”. In questo caso, invece, la questione è talmente seria che le forze occidentali hanno fatto di tutto per ridicolizzare e censurare le informazioni diffuse dai russi, senza mai affrontarle seriamente.

Ora, con l’uccisione del generale Kirilov, gli occidentali hanno dimostrato il loro fallimento. Hanno eliminato un uomo che stava divulgando informazioni sui crimini commessi dagli Stati Uniti sul territorio ucraino.

Molti si chiedono perché il generale Kirilov non fosse adeguatamente protetto. La risposta è che non si trattava di un generale operativo. Non si occupava di strategia militare o di missili, ma di questioni burocratiche e di sicurezza legate alla difesa contro le armi chimiche, biologiche e radioattive.

Paradossalmente, uno scienziato che sviluppa missili è più esposto di un funzionario con questo ruolo. Kirilov è stato ucciso unicamente per le sue indagini sui biolaboratori statunitensi in Ucraina.

Con questo omicidio, gli americani hanno confermato che tutto ciò che il generale Kirilov aveva riportato nella sua indagine era vero. I biolaboratori in Ucraina lavoravano davvero per creare armi di distruzione di massa e per condurre esperimenti sugli esseri umani. L’obiettivo era quello di sviluppare patogeni pericolosi per distruggere la Russia attraverso virus letali.

Questo evento non è grave solo perché sono state uccise due persone, ma perché dimostra che gli Stati Uniti conducevano effettivamente operazioni di questo tipo sul territorio ucraino.

A mio avviso, il generale Kirilov è stato eliminato proprio adesso perché negli Stati Uniti stanno avvenendo cambiamenti politici significativi. Sta per tornare al potere Donald Trump, e molti funzionari dell’amministrazione Biden stanno cercando di ripulire le proprie tracce.

Tuttavia, questi biolaboratori esistevano già da molto tempo, ben prima della presidenza di Biden, e continuarono le loro attività anche durante la presidenza di Trump. Adesso, evidentemente, Trump, diversamente da quanto fece durante la sua prima presidenza, ha dimostrato di voler radicalmente cambiare la gestione dei servizi segreti, dell’FBI e di altre agenzie. Per questo motivo, molte persone all’interno di queste strutture, che per lungo tempo hanno commesso azioni illecite, stanno cercando di ripulire le proprie tracce.

Uno di questi tentativi potrebbe essere stato proprio l’omicidio in Russia dell’uomo più informato e preparato sui crimini degli Stati Uniti: il generale Igor Kirilov. Questo renderebbe ancora più difficile per i russi proseguire le indagini. Inoltre, potrebbe impedire che, in un futuro incontro tra Trump e Putin, la Russia consegni a Trump documenti che dimostrino le attività criminali degli Stati Uniti.

Non è chiaro cosa cambierà a livello operativo con la morte del generale Kirilov. I documenti esistono ancora e ciò che ha detto è disponibile anche in rete. I russi potrebbero comunque portare questa problematica all’attenzione di Trump. Tuttavia, questo omicidio avvenuto proprio ora sembra essere collegato agli sforzi di alcune figure negli Stati Uniti per eliminare le prove delle proprie attività illecite.

Secondo me, dietro questo omicidio ci sono più probabilmente gli statunitensi e gli ucraini. Gli esecutori finali sono quasi certamente ucraini, ben inseriti all’interno della società russa, con una rete di agenti dormienti pronti ad agire.

La Russia non riesce a bloccare completamente l’infiltrazione di questi agenti. Ogni giorno, migliaia di ucraini entrano nella Federazione Russa. Negli aeroporti russi, esistono controlli dedicati solo agli ucraini, ma è comunque facile per gli agenti segreti infiltrarsi e compiere atti criminali.

Purtroppo, non credo che questo sarà l’ultimo crimine di questo genere. Dal punto di vista della sicurezza interna, è quasi impossibile prevenire completamente questi attentati. Questo omicidio dimostra che gli Stati Uniti d’America prendono molto sul serio la questione dei biolaboratori. Non si tratta di una bugia, di uno scherzo o di informazioni false. È una realtà talmente inquietante da spingere gli Stati Uniti a eliminare fisicamente chi indaga su queste attività.

Cari amici, questa è la situazione. Se ci saranno aggiornamenti, ve li racconterò. La storia è questa, ed è di fondamentale importanza per comprendere cosa stia realmente accadendo.

Come sempre, spero di aver attirato la vostra attenzione su questa tematica. Vi invito ad approfondire ulteriormente facendo ricerche online. Vi ricordo che sul mio canale privato Telegram condivido informazioni che spesso vengono nascoste, censurate e manipolate dal mainstream occidentale corrotto e obsoleto.

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