Quel paragone antistorico dal sen fuggito del PdR Sergio Mattarella (aggressione russa in Ucraina come Terzo Reich in Europa), non ha ancora esaurito i suoi deleteri strascichi diplomatici. Dopo averlo accusato a caldo di “blasfemia” oggi la portavoce del Cremlino Zakharova ha rincarato la dose minacciando il governo di “conseguenze” nei confronti dell’Italia.
Tutto questo sta accadendo mentre la diplomazia americana e quella russa stanno preparando un tavolo negoziale fra Putin e Trump con l’obiettivo di porre fine al conflitto russo ucraino in termini che soddisfino le aspettative di entrambe le parti, verosimilmente non quelle della sconfitta Ucraina né quelle dell’Unione Europea che l’ha bovinamente sostenuta.
Qualcuno potrebbe osservare che Trump è un prevaricatore ed avrebbe ragione, ma ciò non cambierebbe i termini della questione: gli USA oggi come ieri sono sempre stati gli attori principali delle sorti di questo conflitto: loro la responsabilità di averlo fatto deflagrare, loro il potere di porgli fine. La differenza fra la gestione Biden e quella Trump è solo questione di accenti diplomatici, ostentatamente assenti in quest’ultimo.
Il ruolo dell’Europa nell’attuale contesto internazionale è oggi più che mai subalterno. E non è solo questione di supremazia militare finanziaria ed economica degli USA nei confronti dell’UE, gli yankee sono perfettamente consapevoli di avere a che fare con un carrozzone affetto da nanismo politico cronico, un’armata brancaleone di governi l’un contro l’altro armati, con Pil in picchiata, talmente priva di visione da aver accettato di autosanzionarsi pro USA, da non aver compreso che sarebbe stato di suo primario interesse ricercare fin da dubito una soluzione negoziale con Putin, da svenarsi pur di iper-armare un esercito, quello ucraino, destinato alla sconfitta.
Se volevamo la contro prova di quanto deleteria sia stata la scelta di fondare un Unione tenuta insieme artificiosamente da una moneta sintetica manovrata da tecnocrati che a loro volta hanno sempre e solo risposto agli interessi USA, non dei popoli europei, beh ce l’abbiamo avuta.
L’esternazione inopportuna quanto risibile di Mattarella nei confronti dei russi ci da la misura di quanto l’Italia e i suoi massimi esponenti oggi siano fuori contesto.
Così come la patetica quanto inutile “convocazione” all’Eliseo di un gruppo ristretto di membri UE+ U.K. da parte del piccolo “Napoleone” francese, incuneatosi nel vuoto decisionale della Von der Lyen, da la cifra di quanto nella Commissione di Bruxelles regni la confusione abituata, com’era, a muoversi a rimorchio della Casa Bianca.
Ciò che emerge dal tavolo UE formato pocket che si è tenuto ieri a Parigi e’ che i nostri vorrebbero sì continuare a sostenere l’Ucraina ma si litigano fra di loro sul come, il quanto è il quando.
L’amara verità è che chi aveva potere di decidere su questo conflitto ha già deciso. L’Europa, arrivati a questo punto, può solo stare a guardare e ritenersi fortunata se riuscirà a strappare un strapuntino al tavolo negoziale a titolo di mero osservatore.
Il decisionismo trumpiano che domani potrebbe addirittura portare ad un disimpegno dalla NATO, ha fatto emergere l’intrinseca debolezza del sistema Europa ed apre a nuovi scenari tanto da far dire a Lucio Caracciolo, direttore di Limes e fra i più profondi conoscitori della geopolitica, che senza gli USA Nato e UE sarebbero finite.
In altre parole e parafrasando Andersen: la regina Europa è nuda. E non lo sa.