Marginali. Nell’appeasement tra lestofanti, l’occidente è diviso e Meloni impotente
Somiglia a un guaito d’impotenza la dichiarazione che Giorgia Meloni ha rilasciato solo a tarda sera, con ritardo di ore sugli altri premier europei e senza neppure un cenno di solidarietà a Zelensky per l’imboscata di cui è stato oggetto alla Casa Bianca. Lei che gli adulatori di regime preannunciavano insignita di un ruolo di mediazione cruciale fra le due sponde dell’Atlantico non è riuscita a escogitare altro che la proposta di un “immediato vertice” fra Usa e “Stati europei” (non Ue, si badi bene) “per parlare in modo franco”. Come se non le fosse bastata, a proposito di franchezza, la recita ignobile con cui Trump e Vance hanno brutalizzato il presidente ucraino, dopo aver avviato trattative con la Russia escludendo sia Kiev che Bruxelles.
A chiarire il futuro che prospettano anche a noi, il giorno prima Trump dichiarava: “L’Unione europea è nata per fregarci”. Quant’è patetico, ordunque, uscirsene con lamenti del tipo “ogni divisione dell’Occidente ci rende tutti più deboli”, “una divisione non converrebbe a nessuno”? In che mondo vive l’irrilevante Meloni? L’appeasement fra Trump e Putin non ha solo il fine di restituire l’Ucraina alla sfera d’influenza della Russia, da cui si era resa indipendente nel 1991, in cambio di indennizzi materiali per gli Usa. È un appeasement fra lestofanti dalle maniere forti che se ne infischiano di soffiare sul fuoco delle tensioni latenti in Medio Oriente (Gaza, Iran) e in Europa nel mentre che incentivano la corsa agli armamenti.
Fingere di non vedere la spaccatura dell’Occidente già compiuta, o peggio illudersi di poter trarre vantaggio dalla deriva dei nazionalismi aggressivi, magari riconvertendo nel settore militare le nostre aziende in crisi, è il peggio che si può augurare all’Italia. Ma, prima ancora, è disonorevole sul piano morale. Perché Volodymyr Zelensky, per quanti errori possa aver compiuto, non è una marionetta ma l’espressione di un popolo aggredito dal destino tragico. Chi gli infligge l’umiliazione del vae victis – guai ai vinti! – al suo cospetto è solo un vile.
Gad Lerner
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Brutale
Da sempre gli Usa sono imperiali e feroci, solo che Trump lo dice in chiaro
Trump è il modello-base, il prototipo del “Presidente degli Stati Uniti” senza gli infingimenti e le edulcorazioni che ammantavano i suoi omologhi Dem, i quali in politica estera sono sempre stati sottobanco ciò che Trump è in chiaro: imperiali e feroci. Trump tratta il resto del mondo esattamente come lo trattava Biden (e prim’ancora Obama, Clinton, Bush), ma lo fa senza somministrarci l’anestetico di cui l’Occidente è dipendente come di un Fentanyl ideologico: la favola secondo la quale gli Usa sono filantropi, fanno “guerre umanitarie” per la “difesa della democrazia”, la “lotta al terrorismo” e la “sovranità dei popoli” (vedi i casi che hanno fatto infuriare la Russia: Iraq, Libia e Kosovo-Serbia).
WikiLeaks rivelò che, dopo l’offerta sconsiderata di Bush jr. all’Ucraina di aderire alla Nato, la Russia avvisò che tale minaccia militare non sarebbe stata tollerata. “L’abbaiare della Nato alle porte della Russia” (Papa Francesco) e il mancato rispetto degli accordi di Minsk-2 hanno provocato l’aggressione russa in Ucraina, dove la guerra civile, fomentata dagli Usa, c’è dal 2014. Trump ha solo preso atto che la Nato ha irrimediabilmente perso questa guerra e cerca il modo più brutale per sfilarsi senza accollarsi la sconfitta, esattamente come fece lo “stupido Biden” scappando dall’Afghanistan nel 2021 dopo 20 anni di invasione americana. Finora le intenzioni e le azioni degli Usa sono state ricoperte da una cortina di ferro, tradottasi in questa Europa di zombie in un’urgenza al riarmo e in una massiccia propaganda bellica, come se anche noi fossimo in guerra contro la Russia. Ora la Ue dovrebbe vergognarsi di aver portato l’Ucraina a questo punto, alla distruzione di un popolo e all’umiliazione di un uomo (ma già a novembre 2023 il Time rivelava che Zelensky si sentiva “tradito dagli alleati occidentali che lo hanno lasciato senza i mezzi per vincere”: già Biden lo aveva mollato), invece, siccome 320 miliardi di dollari di Nato e Ue non sono bastati, gli zombie Ue vorrebbero mandarne altri perché gli interessi delle élite militariste (ma non quelli dei popoli europei) coincidono ancora con quelli di Biden. Gli Usa hanno sempre fatto i loro interessi. Semplicemente, Trump ritiene che gli interessi dell’America siano diversi da quelli che riteneva Biden.
Daniela Ranieri
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Abbandonato
Ho criticato Zelensky, ma non meritava di subire questa umiliazione
Ho criticato Zelensky quando nessuno osava farlo. Nel marzo 2022 a Piazzapulita, dissi: “Se Zelensky diventa un ostacolo alla pace, dev’essere abbandonato”. Il mio giudizio su Zelensky non cambia. I suoi errori principali sono stati cinque: ha sbagliato a non accordarsi con Putin per fermare la guerra subito; ha sbagliato a fidarsi degli Stati Uniti; ha sbagliato a stimare le capacità di resistenza dell’Ucraina; ha sbagliato a credere nell’imbattibilità della Nato; ha sbagliato a credere nella debolezza della Russia. Tuttavia, nello scontro con Trump alla Casa Bianca, parteggio per Zelensky per cinque ragioni.
La prima è che Zelensky sta difendendo gli ucraini da un contratto vessatorio per lo sfruttamento neocoloniale del loro sottosuolo. Con lo stesso cinismo con cui vuole deportare i palestinesi, Trump cerca di prevalere nella trattativa approfittando della disperazione degli ucraini. Lo farebbe anche con gli italiani.
La seconda è che Trump pretende le terre rare senza dire che cosa vuole togliere agli ucraini per darlo a Putin. E se gli desse anche Odessa, ultimo sbocco al mare, ambitissima da Putin? Come si può pretendere che Zelensky accetti una trattativa al buio?
La terza è che il nemico sconfitto merita rispetto. Umiliare Zelensky davanti al mondo mi ha nauseato, incluso il sarcasmo sul suo abbigliamento.
La quarta è che Putin non ha sconfitto Zelensky, ma gli Stati Uniti. Trump insulta Zelensky per nascondere che la Russia ha inflitto una sconfitta strategica alla Nato.
La quinta è che Trump mente sulle responsabilità della guerra. Il colpevole è Zelensky? La guerra è scoppiata perché gli Stati Uniti hanno deciso di assorbire l’Ucraina nella Nato: una decisione presa da Clinton nell’ottobre 1994, come spiego nel libro in uscita a fine marzo, Italia-Casa Bianca. La corruzione dell’informazione di uno Stato satellite (PaperFirst). Zelensky è causa della guerra come il missile è causa del suo lancio.
Alessandro Orsini
Il Fatto Quotidiano, 2 marzo 2025