L’attacco in Libano di ieri è un chiaro esempio di terrorismo di stato, con il Mossad accusato di aver piazzato esplosivi nei cercapersone utilizzati sia dai combattenti che dai civili di Hezbollah, colpendo scuole, ospedali e media. Questa operazione, pianificata da anni, mira a terrorizzare un’intera comunità e destabilizzare il paese, con decine di morti e migliaia di feriti. Nonostante la gravità della situazione, l’Occidente e molti paesi arabi rimangono in silenzio, complici di una carneficina deliberata, mentre l’impunità di Israele continua a crescere sotto gli occhi di tutti.
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L’attacco di ieri in Libano, sotto il silenzio pavido e vigliacco dell’occidente e di alcuni paesi Arabi, si chiama terrorismo di stato. Chi sta zitto davanti a una carneficina del genere è complice!
Secondo quanto riportato da Sky News Arabia, il Mossad, servizi segreti israeliani, ha piazzato esplosivi altamente sofisticati (PETN) all’interno delle batterie dei cercapersone facendoli esplodere. Siamo davanti a un attacco che prende di mira volutamente anche i civili visto che questi dispositivi non vengono utilizzati solo dai combattenti della resistenza libanese, ma anche dai dipendenti civili delle istituzioni di Hezbollah: scuole, ospedali e organi di informazione.
Anche Clash Report rivela che Israele ha infiltrato la catena di approvvigionamento dei cercapersone, piazzando bombe nei dispositivi forniti da aziende come Motorola e Gold Apollo. Questa azione richiede anni di preparazione e dimostra un piano ben orchestrato e preparato da anni. Questo non è un attacco solo contro un gruppo armato, ma un tentativo deliberato di terrorizzare un’intera comunità colpendo direttamente i civili pianificato da tempo. La stessa Hezbollah, è bene ricordare, non è solo un esercito, è un partito politico che partecipa attivamente al governo del Libano.
Attaccare Hezbollah in questo modo non significa colpire solo soldati, ma anche insegnanti, medici, giornalisti, famiglie compresi bambini. Una bimba di 10 anni è morta ma per lei oggi nessuna prima pagina! È come se un governo straniero bombardasse un partito o membri del Congresso. Immaginate se un’azione del genere venisse fatta contro politici Usa o europei cosa succederebbe. A quest’ora l’indignazione sarebbe a reti unificate e “la guerra al terrore” con annessa distruzione di interi paesi e milioni di morti alle porte.
Inutile girarci attorno, qui siamo davanti a uno degli attacchi terroristici più violenti e deliberati della storia. Decine di morti e oltre 4000 feriti, ospedali collassati, un intero paese destabilizzato allo scopo di voler allargare la guerra. Questo è israele, uno stato canaglia o “paria” come hanno detto molti esperti di diritti umani dell’ONU tra cui Francesca Albanese qualche giorno fa. Notizia totalmente assente tra le colonne della “Stampa libera”. Uno stato terrorista che cerca di incutere timore attraverso morte e distruzione sotto un’impunità che è diventata insopportabile.
A proposito, un ultima cosa: i cercapersone non avevano finito di esplodere che subito dagli Stati Uniti ci facevano sapere di non essere coinvolti. È abbastanza curioso vedere che più di due settimane fa, il 29 agosto, i dipendenti dell’American University Medical Center di Beirut hanno ricevuto una mail con la quale si diceva che i loro “vecchi cercapersone” sarebbero stati sostituiti. Com’è curioso constatare che, secondo quanto riferito da Axios, Netanyahu e alti funzionari della sicurezza hanno approvato l’operazione poco dopo la visita dell’inviato statunitense Amos Hochstein. Però loro non c’entrano mai nulla e non sanno mai niente. E noi italiani siamo costretti a vedere una donna, madre e Cristiana in paranoia che da mesi fa finta che non stia succedendo nulla…