Per due giorni abbiamo atteso invano che Elly Schlein dicesse qualcosa sulla terza guerra mondiale e nucleare contro la Russia, dopo i deliri di Jens Stoltenberg. Finalmente, ieri la segretaria del Pd ha rotto il silenzio sul Corriere, facendoci esclamare “finalmente!” prima di leggere le sue parole e “purtroppo!” dopo. Ha sostenuto il diritto di Kiev a difendersi, ma ha escluso un ingresso diretto dell’Ue in guerra, auspicando un focus sulla conferenza di pace in Svizzera. Stoltenberg non ha mai detto che l’Ue deve entrare in guerra contro la Russia, ma ha parlato dell’uso delle armi Nato da parte dell’Ucraina. La Schlein ha evitato una presa di posizione chiara, lasciando il Pd in una confusione strategica.
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Per due giorni abbiamo atteso invano che Elly Schlein dicesse qualcosa su quel trascurabile dettaglio chiamato terza guerra mondiale (e nucleare) contro la Russia, dopo i deliri di Jens Stoltenberg. Ieri la segretaria del Pd ha sciolto la riserva sul Corriere che ci ha fatto esclamare “finalmente!” prima di leggere le sue parole e “purtroppo!” dopo averle lette. Perché fanno rimpiangere i silenzi: “Noi siamo per sostenere il diritto di Kiev a difendersi dall’invasione criminale di Putin… Ma questo non può e non deve tradursi… in un ingresso diretto dell’Ue in guerra con la Russia. L’Ue deve avere una sua autonomia strategica e lo sforzo deve essere tutto orientato a sostenere la conferenza di pace in Svizzera di metà giugno, non a creare ulteriori escalation”. È come chiedere a uno “Che ore sono?” e sentirsi rispondere “In famiglia tutto bene, grazie, e lei?”.
Stoltenberg non ha mai detto che l’Ue deve entrare direttamente in guerra contro la Russia e non deve avere autonomia strategica, anche perché è il segretario generale della Nato, non dell’Ue. Ha detto che la Nato deve autorizzare l’Ucraina a usare le armi della Nato per attaccare la Russia nel suo territorio: è così difficile dire che Stoltenberg non ha il potere di decidere per tutti e 32 i Paesi membri senza consultarli e che l’Italia deve chiedere la convocazione del Consiglio atlantico per mettere ai voti la proposta di Stoltenberg e votare contro, come faranno anche Ungheria, Turchia e forse qualcun altro, dunque bocciarla visto che è richiesta l’unanimità? No. Come non lo è chiedere alla premier Meloni, che su Stoltenberg è stata un po’ più netta di Elly (ma ci voleva poco), di ufficializzare in Parlamento la contrarietà dell’Italia: l’ha chiesto Conte, poteva chiederlo pure la Schlein. Che, quando vuole sa essere nettissima: l’altro giorno ha detto che firmerà il referendum Cgil anti-Jobs Act, e ci siamo complimentati. Ora invece, dopo i suoi silenzi e soprattutto le sue parole, nessuno ha capito se il Pd vuole che l’Ucraina attacchi la Russia con le armi Nato. Per gli atlantisti dem, sì. Per i pacifisti dem, no. Ma quanti Pd ci sono? La linea dovrebbe darla la segretaria, che ancora una volta sul nodo vitale dei prossimi anni è entrata in modalità Chiara Valerio e ha fatto la supercazzola guerrafondaia con scappellamento atomico. Come se il programma del Pd su un tema così decisivo potesse essere un catalogo di opzioni o un menu per tutti i gusti. Finché non avrà una posizione netta (o, se l’avrà, dovrà tenersela per sé) sulla guerra mondiale prossima ventura, la Schlein non potrà mai essere la leader dell’opposizione. E chi non vuole ritrovarsi in guerra con la prima potenza nucleare del mondo avrà ottimi motivi per non fidarsi del Pd e per non votarlo.
Il Fatto Quotidiano, 28 maggio 2024