Apprendiamo dai più letti e soprattutto più venduti quotidiani nazionali che la Siria si trova attualmente nel caos. Sale infatti a 745 il bilancio dei civili alawiti uccisi a Latakia. Il bilancio dei morti continua a salire vertiginosamente nella zona di Latakia, ove da giorni sono in atto scontri tra forze governative siriane e militanti alawiti. Si realizza puntualmente quello che da subito avevamo previsto e che, in effetti, non era per nulla difficile prevedere. La caduta del presidente Assad, salutata con giubilo pari alla follia dall’occidente o, meglio, dall’uccidente liberal-atlantista, ha portato all’inferno il Paese. I terroristi dell’isis che hanno messo a ferro e fuoco la Siria per poi insediarsi al potere stanno ora puntualmente realizzando ciò che avevamo previsto, ossia il caos e la barbarie allo stato puro. Ma per i pretoriani dell’ordine liberal-atlantista, naturalmente, il problema era Assad e invece i terroristi figuravano come i democratici pronti a portare la pace e la democrazia in Siria: non avrete certo dimenticato gli articoli surreali apparsi in quei giorni sui principali quotidiani nazionali e internazionali, densi di elogi per il nuovo governo e per la fine di Assad. L’obiettivo, chiaro fin da subito, era destabilizzare la Siria di Assad, stato resistente alla mondializzazione turbocapitalistica e vicino alla Russia di Putin. Ci sono riusciti perfettamente, in un quadro tragico in cui i cristiani e gli alawiti figurano come le vittime sacrificali prescelte o, come direbbe il discorso orwelliano atlantista, come “i danni collaterali”. Come in molteplici altre occasioni degli ultimi trent’anni, valgono le parole imperiture di Tacito: ubi solitudinem faciunt, pacem appellant; dove fanno il deserto, lo chiamano pace.
Diego Fusaro