di Lorenzo Tosa
A un certo punto Bruno Vespa si è rivolto verso la telecamera, ha guardato nell’obiettivo con gli occhi iniettati di sangue e il tono da ultras e ha difeso a spada tratta la Presidente del Consiglio Meloni.
“Quello che i signori dietro la lucetta rossa non sanno, ma che tutti i parlamentari più avvertiti, di tutti i partiti, sanno è che in tutti gli Stati si fanno delle cose sporchissime, anche trattando con i torturatori, per la sicurezza nazionale. Questo avviene in tutti gli Stati del mondo”.
Questa scena incredibile è andata in scena sul Servizio pubblico, da parte di un “giornalista” che dovrebbe fare informazione pubblica, e non il militante di Atreju.
Vespa è riuscito nell’impresa all’apparenza impossibile di difendere un governo che ha lasciato libero e accompagnato a casa con un volo di Stato un criminale e torturatore su cui pendeva un mandato di cattura internazionale.
Mentre Report viene messo sotto tutela, quest’uomo da decenni è libero di fare propaganda per la destra pagato profumatamente coi soldi pubblici.
Senza che nessuno alzi un dito.
E questo, “caro” Vespa, mi creda, avviene solo in Italia.