La scazzottata tra Trump e Zelensky

Scene da saloon davanti al mondo intero. Invece che firmare l’estorsione sulle terre rare, Zelensky ha provato il colpo di scena dettando condizioni nonostante la disfatta. In cambio si è beccato degli sganassoni in mondovisione.

Scene da saloon davanti al mondo intero. Invece che firmare l’estorsione sulle terre rare, Zelensky ha provato il colpo di scena dettando condizioni nonostante la disfatta. In cambio si è beccato degli sganassoni in mondovisione, ma va capito. Piagnucolando e mostrando il petto ha sempre ottenuto quello che voleva e adesso non accetta la dura realtà. In trincea come nei palazzi del potere dov’era riuscito a boicottare ogni soluzione diplomatica mentre oggi Trump e Putin si scambiano teneri messaggini.

Zelensky ha provato in tutti i modi a trascinarci in guerra col rischio di terza guerra mondiale e pure atomica. Ed in effetti l’unico modo che l’Ucraina aveva per provare a vincere contro la Russia era quello. Non riuscendoci, alla lunga Zelensky è rimasto senza uomini perché in attesa della guerra combattuta coi robot genuinamente deficienti, gli ucraini ci hanno lasciato le penne o se la sono data a gambe levate. Un disastro epocale, eppure Zelensky non riesce a togliersi la felpa nera e cambiare copione. Vedremo se le manate prese alla Casa Bianca lo aiuteranno oppure se per il bene suo e di tutti tornerà a calcare i palcoscenici veri.

Gli unici fans superstiti di Zelensky si trovano nel vecchio continente, tra gli statisti nostrani che si son fatti spennare perbenino ottenendo in cambio prima una crisi economica e adesso una politica. Macerie da entrambe le parti del fronte. Eppure insistono. Con le tasche e gli arsenali vuoti starnazzano di pace duratura e giusta da ottenersi con la forza. Come se i Russi in Ucraina avessero gironzolato a fare pic-nic e non avessero invece perso generazioni di uomini e immense risorse. E adesso che hanno vinto, dovrebbero accettare le condizioni di Zelensky e dei pseudo statisti europei che da anni rifiutano perfino di rivolgergli la parola. Assurdo. Come il fatto che circolino ancora interpretazioni opposte sulla stessa guerra. Il progetto di allargamento della Nato nell’Europa dell’Est dura da trent’anni, a Washington la guerra fredda non è mai finita e nemmeno quella calda. La Russia ha mandato giù per anni ma Putin considera da sempre l’entrata di Kiev nella Nato una minaccia esistenziale, una linea rossa da non superare. Lo ha ribadito mille volte. Ma l’Occidente se n’è fregato piazzando Zelensky a Kiev e progettando basi con vista su Mosca. Putin ha provato a negoziare, ma convinti di coronare il sogno di sconfiggere la Russia, la Nato a matrice americana e gli statisti europei hanno preferito la guerra. Il resto è cronaca. È finita malissimo ma invece di andare a sotterrarsi dalla vergogna o trovarsi un altro mestiere, fanno gli gnorri e ancora blaterano di aggressione e di mire russe sul continente. Come se fosse tutto iniziato tre anni fa e non trenta. Come se le mire non fossero della Nato ma russe. Come se fossimo tutti scemi. Un simile accerchiamento di basi militari gli americani lo stanno facendo anche alla Cina, poi se scoppierà la guerra la colpa sarà ovviamente dello Xi di turno che avrà aggredito invece che reagito. Propaganda e fake news che creano delle vere e proprie realtà parallele strumentali al potere a cui milioni di persone abboccano.

Oggi sia Putin che Trump concordano sulla ragione della guerra, eppure in Europa la propaganda insiste cocciuta. Complottismo che rimpiazza la realtà e prevale sulla verità storica perché l’unica cosa che conta davvero per politici e giornalisti come per tutti, è il proprio tornaconto. Ma menomale che gli orologi rotti segnano l’ora giusta almeno un paio di volte e Trump non fa eccezione. L’egopresidente non ne vuole sentire parlare del costoso pantano ucraino, se riesce ad estorcere qualcosina per poi abbassare le tasse ai miliardari bene, altrimenti che Zelensky e tutta la banda europea vadano a farsi fottere. Li disprezza come un re disprezza i cortigiani ingrati che si presentano spavaldi al suo capezzale e poi ripartono con la coda tra le gambe. Gli Stati Uniti hanno i soldi e le armi, le due cose che servono per comandare in questo mondo egoico, gli Europei non hanno invece nemmeno una casa e ancora starnazzano. Adesso arriva pure una sfilza di dazi mentre pare che Trump voglia rimuovere le sanzioni alla Russia e sarebbe felice se gli oligarchi russi acquistassero il nuovo visto americano da 5 milioni di dollari mentre noi li abbiamo derubati. Verità che superano il complottismo, realtà parallele distrutte da quella sotto il nostro naso come la scazzottata in mondovisione tra un attore ucraino ed una star dei reality-show statunitense.

Tommaso Merlo

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