La Sardegna resiste: il Consiglio di Stato smonta il bluff mediatico e blocca il mega impianto

Il terrorismo mediatico contro la legge sarda ha fallito: il Consiglio di Stato conferma la tutela del paesaggio, bloccando un maxi impianto agrivoltaico a Carbonia.

di Mario Guerrini

Il cannoneggiamento mediatico. Contro eolico e fotovoltaico. Ha dato i suoi frutti. In Sardegna. In 215 mila hanno firmato, come reazione emotiva, per la legge Pratobello 24. Scaturita da quel movimento popolare nato dalla abnorme campagna stampa. Sulla base del convincimento, trasmesso mediaticamente, che le norme di legge volute da Alessandra Todde, governatrice della Sardegna, fossero carta straccia. Inutili. E non avrebbero fermato la speculazione energetica. Fondata sullo spettro dello slogan “progetto presentato-progetto approvato”. Fortunatamente, e clamorosamente, non è così. La conferma arriva dal Consiglio di Stato. Che ha bocciato un mega piano di installazioni di pannelli fotovoltaici e di pale eoliche da installare in Toscana. Con la motivazione che la tutela del paesaggio ha preminenza assoluta sugli interessi delle aziende che speculano sulla transizione energetica. Come sostiene la legge regionale della Sardegna Varata appunto per evitare la devastazione visiva dell’ambiente. Soprattutto in caso di presenza di siti archeologici e monumentali. Il paesaggio prima di tutto. Come richiedono le stesse Soprintendenze e come affermato dalla nuova legge della Sardegna. Un parere, quello del Consiglio di Stato, che riporta ragione e assennatezza nella approvazione degli impianti per lo sfruttamento del sole e del vento. E che annulla gli effetti del terrorismo mediatico. Tant’è che proprio in queste ultime ore, è stato bocciato un gigantesco palco agrivoltaico nelle campagne tra Carbonia e Gonnesa. Un mostro da 82 mila pannelli fotovoltaici, su 155 ettari, a ridosso di Monte Sirai. Alla faccia del cannoneggiamento mediatico.

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