di Orso Grigio
Ieri la Montaruli ha abbaiato in tv. È successo a Tagadà, su La7.
Dopo i rutti e le scorregge, più o meno virtuali, siamo quindi alla canizza.
Ora, nel mondo che vorrei io la suddetta non farebbe parte nemmeno del Comitato Per La Salvaguardia Delle Pozzanghere Inaridite, ma quel mondo evapora ormai anche nella mia testa e la situazione è quella che è.
Tuttavia deve aver alzato il gradimento visto che oggi, sulla stessa rete, l’hanno chiamata di nuovo.
Forse stavolta miagolerà.
Ce la meritiamo, la Montaruli.
E la Meloni, la Santanché, Nordio, Piantedosi, Donzelli, Salvini.
Ci meritiamo Sechi, Bocchino, Feltri, Sallusti, Vespa e tutti gli altri bravi giornalisti intenti a ridicolizzare la libertà di stampa. E ci meritiamo anche certi conduttori sempre troppo attenti più a non infastidire i potenti che alla verità dei fatti e ai diritti del pubblico pagante.
Io ve lo dico da sempre che il miglior conduttore rimane il rame.
Ci meritiamo loro e tutti quelli che dimentico, vetta di un mostruoso iceberg di degrado che pare sollevarsi sempre più e rivelarsi alla nostra vista in tutto il suo orrore.
Dice: ”Sempre ammesso che a noi freghi qualcosa”.
Infatti sembra proprio non fregarcene una sega. È per questo che ci meritiamo tutto e tutti.
Compreso il buffone, che però non fa ridere ma solo incazzare, che ora vuole creare Gazaland magari per portarci le famiglie americane a pascolare nelle noiose domeniche estive. Capodiavolo sociopatico fuori controllo che ha scoperto le carte che del resto chi voleva conosceva già, dove c’è la conferma che il criminale Nethanyahu sta facendo il lavoro sporco anche per gli USA.
Ma non pensiate che in America lo facciano per violentare e stuprare popoli per poi ridurli a loro proprietà, no: loro sono buoni e lo fanno per noi. Per civilizzare e portare il benessere e la pace.
Come con gli indiani, del resto: lobotomia culturale.
E badate bene che la storia non cambia di molto e il DNA di un popolo rimane quello.
Dovremmo saperne qualcosa anche noi.
E dove non arriverà con le armi arriverà con i dazi, questo buon uomo, imponendone di impossibili a tutti, perché lui ce l’ha più grosso, è evidente. Al suo confronto quello di Priapo era un pisellino da ragazzi.
Si preparano tempi terribili, ma forse saranno proprio l’occasione per un nuovo big bang, qualcosa di simile a quello accaduto più o meno sessant’anni fa.
La speranza è quella se non siamo già del tutto inebetiti.
E l’Europa? Questo aborto informe che non riesce a darsi, se non un’identità almeno un senso, dopo essere stata già messa in ginocchio dal dover supportare (e pagare) una guerra che volevano solo l’America, la Russia e l’aspirante attorucolo (soprattutto aspirante: colui che aspira) che farà?
Forse realizzerà che stare dentro un’Alleanza richiede sì dei doveri e presenta dei vincoli, ma deve anche permettere di dissentire, di dialogare, di proporre, altrimenti non è un’Alleanza ma una schiavitù.
E se dev’essere schiavitù, meglio la Cina.
È un paradosso, ma non troppo. Confido nella vostra intelligenza.
Forse Francia e Germania saranno i primi a svegliarsi da questo torpore, ma per noi, con una presidente che con Trump e il fascinoso Musk sembra comportarsi più da groupie adorante che da politica, e con un ministro degli esteri che esonda coraggio come Tajani, sarà parecchio complicato.
Ci meritiamo anche Tajani.