Putin, Trump e la resa europea

Trump tratta con Putin sull'Ucraina, sancendo la resa occidentale. L'Europa è esclusa e la NATO vacilla. Occasione per cambiare rotta e ripensare il futuro europeo.

di Tommaso Merlo

Putin non poteva pretendere di meglio alla Casa Bianca, quel bamboccione di Trump se lo mangia a colazione col porridge di avena. I due si sono sentiti al telefono per l’Ucraina o meglio per quello che ne rimane. Pare vogliano negoziare tra loro e lo scagnozzo di Trump ha preannunciato di fatto la resa occidentale. Ucraina fuori dalla Nato che era la vera ragione della guerra e nessuna restituzione dei territori occupati dai russi. Resa sostanziale e dettagli da sistemare. Trump si era lasciato andare alle solite flatulenze, ma alla fine davanti a Putin si è tirato giù le braghe. Meglio così.

Da buon affarista e narcisista, Trump ha in testa solo due cose: i soldi e se stesso. Sospendere gli aiuti all’Ucraina e recuperare qualcosina con le terre rare, ma anche contraddire i woke e candidarsi al Nobel per la pace. Soldi e se stesso ma molto meglio così, un utile idiota per tutti coloro che da anni chiedono la fine del conflitto in Ucraina e ristabilire l’essenziale legame con la Russia. Trattando direttamente con Trump, Putin mette a cuccia Zelensky ma anche tutti i guerrafondai da divano europei. Davvero uno smacco epocale. Dopo centinaia di migliaia di morti, dopo miliardi gettati al vento, dopo anni di becera propaganda bellica, a Washington è cambiato il padrone e nel vecchio continente hanno smesso di colpo di abbaiare.

Fino a ieri ringhiavano di cambi di mentalità e riarmo per difendersi dal pericolo russo, oggi traballa addirittura la Nato. E anche su questo il palazzinaro newyorkese sarà anche idiota ma è molto utile. Gli Stati Uniti spendono cifre folli in armi ed esercito eppure quella in Ucraina è solo l’ultima sconfitta di una serie infinita che parte dal Vietnam per passare dall’Afghanistan. Triliardi buttati per ottenere in cambio solo un meritato disprezzo sia all’estero che dai propri cittadini che non riescono più a comprare nemmeno le uova per fare colazione. Già, Trump vuole sganciare il guinzaglio ai barboncini continentali in modo che se la sbrighino da soli. Da affarista e narcisista, Trump ama le guerre commerciali che combatte da solo. Devono poi avergli fatto capire che l’unico vero rivale degli Stati Uniti è la Cina che ha messo la freccia da mo’. Meglio così.

Ma la clamorosa resa in Ucraina e l’esclusione europea dal tavolo, sarebbe roba da dimissioni in massa di tutti i guerrafondai da divano. Politicanti, tecnocrati ma anche giornalisti o presunti tali che da anni buttano benzina sul fuoco ucraino negando una drammatica realtà in trincea e trascinando l’Europa in dinamiche belliche da secolo scorso e dal rischio addirittura nucleare. Una vergogna. A Bruxelles come in tutte le capitali europee. Roba da dimissioni di massa per fare spazio a nuove classi dirigenti davvero europee e coerenti con le ragioni fondative del progetto continentale a partire dalla pace. Classi dirigenti che abbiano l’umiltà di guardare una mappa e capire che quella con la Russia è una alleanza strategica imprescindibile e che va ripristinata immediatamente. Classi dirigenti che invece di fare le servette di Washington o i tifosi di Mosca, ritrovino un orgoglio europeo.

Il nostro futuro non deve essere né l’oligarchia turbocapitalista americana né quella dispotica russa né tantomeno quella comunista-mercantile cinese. L’Europa deve orgogliosamente portare avanti un suo modello fondato sulla democrazia, sullo stato sociale e sulla pace. Un modello in cui non comandano i ricchi e le lobby e nemmeno dittatori di cartone e partiti unici, ma i cittadini. Un modello che garantisca un equilibrio intelligente tra economia e politica, tra mercato e società, tra sviluppo e giustizia sociale. L’Europa non deve imitare ma riprendere il suo cammino evolutivo. La leadership globale di domani non si baserà su grafici economici e sulle armi, ma sulla qualità della vita garantita ai cittadini e sull’intelligenza del proprio sistema, sulla sua sensibilità e sostenibilità. Già, la disfatta ucraina e l’umiliazione europea sono una grande occasione per stroncare la deriva bellica continentale e girare pagina per sempre.

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