In primo luogo, Putin ha dichiarato di voler trattare con l’Ucraina, ma non con Zelensky, il cui mandato presidenziale è scaduto molti mesi fa. Che cosa significa questa precisazione? Da una parte, Putin ha detto di voler trattare; dall’altra, ha detto che non tratterà. Putin ha attaccato Zelensky per raggiungere due obiettivi. Il primo è delegittimarlo per favorire i suoi oppositori interni, i quali potranno dire che la precondizione per salvare l’Ucraina è la sostituzione di Zelensky. Il secondo obiettivo è il rafforzamento del partito delle “colombe” in Europa, Orbán e Salvini in testa. Dicendo che desidera trattare, Putin consente ai moderati d’Europa di dire: “Basta escalation, facciamo un passo indietro”. La tecnica di Putin si chiama “prender tempo”. Putin ha bisogno che la guerra vada avanti perché l’esercito ucraino è esangue. Questo è il momento di incassare dopo avere speso tanto. In secondo luogo, Putin non può trattare con Trump prima di avere liberato Kursk con le proprie forze. La liberazione del territorio russo con la mediazione degli Stati Uniti sarebbe una manifestazione di debolezza smisurata per la Russia. Liberare Kursk con Trump significherebbe porre il Cremlino sotto la Casa Bianca. Se gli Stati Uniti sono il garante dei confini russi, i russi sono infeudati agli americani.
In terzo luogo, Putin non vuole la pace adesso perché l’Occidente si sta armando per armare l’Ucraina. L’Occidente non darebbe armi all’Ucraina nelle trattative, ma le produrrebbe nel pieno della tregua per dargliele alla prima occasione utile o in caso di necessità. L’Occidente si sta armando in funzione anti-russa. Putin lo sa perché l’Unione europea glielo dice tutti i giorni: “Noi ci stiamo armando contro di te”. Le armi che l’Occidente non dà a Zelensky oggi gliele darà domani. I nuovi Samp/T che Crosetto sta producendo non sono per l’Italia, ma per l’Ucraina. Per questi motivi, Putin ritiene che i problemi della Russia in Ucraina debbano essere risolti con la forza. Il che richiede tempo. Per esempio, il tempo per eleggere un nuovo presidente ucraino. È la stessa tecnica di Netanyahu. Annunciare la tregua tutti i giorni a Gaza per rimandarla all’infinito. L’Occidente non vuole fermare Netanyahu, pur potendo, e non può fermare Putin, pur volendo. Quindi Netanyahu e Putin vanno avanti.
In quarto luogo, Putin non vuole la pace adesso perché deve completare il riarmo della Russia per tenere testa al riarmo dell’Europa. La fine della guerra renderebbe meno sopportabile per i russi l’idea di fare sacrifici per costruire armi. I russi odiano la Nato, soprattutto dopo gli Atacms contro il loro territorio e l’invasione di Kursk. I russi farebbero ogni sacrificio per sconfiggere quel prolungamento della Nato che l’Ucraina è diventata. Trump ha l’ansia di trattare perché teme il crollo. L’idea che Trump sia schierato con la Russia è del tutto errata. Se Trump fosse schierato con Putin, si opporrebbe alla tregua perché il tempo lavora per i russi. Trump vorrebbe fermare la guerra adesso perché l’Ucraina perde territori tutti i giorni. Trump non invoca la trattativa per affossare Zelensky, ma per tirarlo fuori dalla fossa.
Finora ho spiegato che Putin ambisce al proseguimento della guerra. Tuttavia, questa non era la sua posizione iniziale. All’inizio della guerra, Putin ha cercato la trattativa per evitare gli investimenti smisurati che oggi deve fronteggiare. Ma la Nato ha esecrato la diplomazia giurando di sconfiggerlo sul campo. Kherson è stata la vera svolta con l’uso dei missili americani Himars. Putin ha capito che la Nato faceva tremendamente sul serio e ha reagito con l’investimento non voluto. Eccoci al paradosso finale: l’Unione europea si fregia tutti i giorni di avere costretto Putin a impegnare le sue risorse finanziarie nella guerra. Il Corriere della Sera scrive soddisfatto: “Visto? Il rublo si svaluta, Putin deve spendere molti soldi grazie all’intransigenza della Nato”. È vero, la Russia sta spendendo molti soldi per finanziare la sua macchina da guerra. Ed è proprio per questo motivo che l’Ucraina sarà privata delle sue regioni più ricche e dello sbocco al mare, quasi interamente. Costringendo la Russia a finanziare la sua macchina bellica, la Nato ha causato la distruzione dell’Ucraina. Il Corriere della Sera esulta per i soldi che Putin sta sborsando. Non ha ancora capito che Putin rientrerà dalla spesa con i territori ucraini. Quanto maggiori saranno i costi della Russia, tanto maggiori saranno le lacrime degli ucraini. Una classe dirigente fallita non può capirlo perché ha smarrito la capacità di ragionare.
Il Fatto Quotidiano, 21 dicembre, 2024