Il cosiddetto ministro della Giustizia Nordio critica l’ordinanza che ha confermato i domiciliari a Toti, pur dichiarando di non averla capita. Lo scenario ricorda l’episodio di Carletto Mezzolitro e il suo alibi alcolico per le sciocchezze dette, analogamente al tentativo di giustificare decisioni incomprensibili. L’ipocrisia emerge nel difendere l’immunità politica per gli eletti, contraddicendo le azioni passate di Nordio da magistrato. Nel caos politico, anche le decisioni degli eurodeputati Pd sembrano confuse, votando con FdI e FI, forse senza comprendere le conseguenze.
* * *
Dopo aver detto “Non posso criticare né commentare l’ordinanza del Riesame” che ha confermato i domiciliari a Toti, il cosiddetto ministro della Giustizia Nordio l’ha commentata e anche criticata: “L’ho letta con grande attenzione e non ho capito nulla”. Se avesse anche precisato a che ora l’ha letta, si potrebbe capire perché non l’ha capita, visto che Carletto Mezzolitro, qualche sera fa nella masseria di Vespa, si era abbandonato a copiose libagioni per concludere con voce impastata: “Il vino potrebbe essere un buon alibi per le eventuali sciocchezze che potessi dire”. Purtroppo il tasso alcolico non è mai un alibi, semmai una aggravante, come ben sa chi guida in stato di ebbrezza e prova a giustificarsi per evitare la sanzione: “Vede, agente, non ho pensato di chiamare un taxi perché ero ubriaco”. Un po’ come quel tale che, dopo aver ammazzato entrambi i genitori, invocò la clemenza della corte: “Abbiate pietà di un povero orfano”. Ma dicevamo del ministro sotto spirito che non ha capito l’ordinanza su Toti. Voi direte: quindi eviterà di commentarla. Invece no. Non l’ha capita, ma la commenta: “Siamo convinti (parla sempre a nome dell’intera osteria, ndr) che nessuna inchiesta deve condizionare la legittimità di una carica politica o amministrativa determinata dalla volontà popolare”. Quindi, par di capire a noi astemi, non si arrestano i politici e gli amministratori eletti dal popolo. Il che è strano, detto da chi proprio dieci anni fa, procuratore aggiunto a Venezia, chiese e ottenne l’arresto del sindaco di Venezia Orsoni, del senatore Galan (ex presidente del Veneto ed ex ministro) e di un battaglione di altri politici e amministratori per le tangenti sul Mose. Delle due l’una: o ha cambiato idea, o anche da magistrato non capiva ciò che leggeva e soprattutto ciò che firmava, almeno da una cert’ora in poi.
Neppure Lollobrigida aveva mai pensato di giustificare col tasso alcolico le sue minchiate, magari aggiungendo la Sovranità enologica a quella alimentare che impreziosisce il suo ministero. Ma, ora che l’alibi è sdoganato, può valere per tutti. Anche per Elly Schlein che si fa fotografare abbracciata a Renzi alla Partita del Cuore (a proposito: e l’antidoping?). O per gli eurodeputati del Pd che ieri, per opporsi meglio all’uso di armi Nato da parte dell’Ucraina per bombardare la Russia, han votato compatti (tranne due) con FdI e FI la risoluzione che autorizza l’Ucraina a bombardare la Russia con armi Nato. Nel voto separato sul via libera agli attacchi in terra russa, gli unici a non votare No nel gruppo Left sono stati Mimmo Lucano e Ilaria Salis, astenuti. Ma, almeno per loro, sarebbe inutile invocare lo stato di ebbrezza: pare che non abbiano capito cosa votavano e, avendoli sentiti parlare qualche volta, non fatichiamo a crederlo.
Il Fatto Quotidiano, 18 luglio 2024