Il segretario della NATO, Rutte (nomina sunt omina), ha recentemente dichiarato che i paesi dell’Unione Europea dovranno portare la spesa destinata alle armi al 2%, entro i prossimi mesi per poter potenziare l’impianto di difesa europea. Rutte e la Nato, dunque, non demordono e seguitano a propiziare le politiche bellicistiche, anche ora che la guerra d’Ucraina sta finalmente volgendo al termine grazie agli accordi tra Vladimir Putin, presidente russo, e Donald Trump, il codino biondo che fa impazzire il mondo. Quest’ultimo ha sobriamente compreso che dalla guerra contro la Russia voluta da Washington non si cava letteralmente un ragno dal buco e ha scelto di volgere a proprio favore la situazione facendosi latore della pace. Ma l’Unione Europea non ci sta e continua follemente a sostenere le insostenibili ragioni della guerra d’Ucraina: in questi giorni, gli euroinomani delle brume di Bruxelles stanno indecorosamente celebrando il guitto di Kiev, esaltandolo come un eroe e come un paladino della libertà, proprio mentre il “dittattore” sta meditando la fuga in esilio in Francia. La situazione è tragica, senza riuscire in alcun modo a essere seria. L’Unione Europea si conferma nella sua essenza nichilistica, che la rende del tutto simile a un treno in corsa verso l’abisso: anziché giubilare per la fine della guerra e dunque per la fine del massacro del popolo ucraino, seguita a propiziare le ragioni del conflitto, con l’alibi della difesa dell’Ucraina dall’invasore russo. E addirittura adesso, grazie al solerte intervento di Rutte, pensa di aumentare le spese destinate alle armi, sprecando ancora una volta danari che si dovrebbero e si potrebbero destinare alla sanità pubblica e all’istruzione, oltre che naturalmente al welfare in generale. Sarebbe interessante domandare al segretario della NATO da chi dovrebbe difendersi l’Unione Europea, considerato anche il fatto che per ora ha svolto la parte del sostenitore della guerra e non certo dell’aggredito. L’Unione Europea non smette di coprirsi di ridicolo agli occhi del mondo intero, dopo essere peraltro stata esclusa dalle trattative di pace. Del resto, come ha sottolineato Lavrov, perché mai l’Unione Europea dovrebbe sedere al tavolo delle trattative di pace, se essa desidera far continuare la guerra? Domanda decisamente sensata. E non va neppure trascurato il fatto che, come recita un detto cinese, se non siedi al tavolo delle trattative, significa che sei parte del menù.
Diego Fusaro