Scuola di insulti contro Giorgia Meloni.
Oggi vorrei insegnarvi a insultare il presidente del Consiglio e i ministri rimanendo dentro il perimetro della democrazia liberale.
In Italia il presidente del Consiglio incute nei professori universitari e nei giornalisti la stessa paura che il dittatore incute nelle dittature. Se vi recherete nelle dittature a studiare il rapporto tra la società civile e il dittatore, vedrete che le paure sono analoghe a quelle che Giorgia Meloni incute in Italia. Offendere Giorgia Meloni per il suo sostegno a Netanyahu desta impressione in Italia. Questi “esperimenti di rottura” che pratico con i miei social producono molte reazioni scritte che, analizzate con gli strumenti della sociologia, aiutano a osservare il rapporto tra il governo e la società civile nelle società libere. Se Giorgia Meloni dà armi a Netanyahu a sterminio in corso, allora merita di essere insultata e disprezzata, entro i limiti della critica politica. Quindi Giorgia Meloni non è una “criminale”, bensì una “criminale politica” per il suo coinvolgimento nello sterminio dei palestinesi. Analogamente, Tajani non è un “portaborse”, ma il “portaborse di Netanyahu in Europa”. Gli insutli contro il presidente del Consiglio – in alcuni casi estremi come i genocidi – sono compatibili con la società libera, ma devono essere sempre politicamente motivati dai valori liberali affinché rimangano dentro il perimetro della democrazia. Gli insulti liberali hanno tre caratteristiche: 1) devono collocarsi in una situazione di smisurata violazione delle libertà come il genocidio o la pulizia etnica; 2) devono essere circoscritti e specifici: l’insulto liberale deve essere rivolto contro un comportamento manifesto empiricamente osservabile, come l’invio di armi a Netanyahu; 3) l’insulto deve avvenire subito dopo che le libertà liberali abbiano subito un grave attacco da parte del presidente del Consiglio in Italia o all’estero. Ad esempio, il 22 dicembre 2024 Giorgia Meloni manda Crosetto a Tel Aviv a stringere le mani sporche di sangue del suo omologo israeliano. L’insulto contro Meloni è lecito, ma deve avvenire entro le 48 ore e indicare la condotta specifica da stigmatizzare. Si può dire che Giorgia Meloni fa schifo perché ha dato armi a Netanyahu a sterminio in corso? Si rischia la querela, ma si rischia anche di vincerla puntando i riflettori su un comportamento che il governo vuole nascondere. Il coraggio ha sempre un ruolo decisivo nelle vicende umane.
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Vorrei spiegare a Giorgia Meloni perché è cretina* con una guida pratica. Giorgia Meloni ha scritto che la crescita dei musulmani in Europa causerà automaticamente l’islamizzazione dell’Europa: la stessa tesi che troviamo nel manifesto di Anders Breivik. La scienza nega che ciò sia vero. Meloni ragiona così: “Mille musulmani sono entrati in Italia. Tutti loro si batteranno per stabilire la sharia in Italia”. La scienza, invece, dice questo: “Mille musulmani sono entrati in Italia. Alcuni di loro sono laici in partenza; altri non sono praticanti; altri vengono lambiti dalla cultura occidentale creando un ibrido culturale; altri aprono un’attività commerciale e pensano a lavorare; altri si allontanano dall’Islam con la loro permanenza in Italia; altri sono attratti dai valori occidentali prima ancora di salire sui barconi; altri concepiscono l’Islam come una religione di pace e ripudiano la violenza; i pochissimi che si radicalizzano finiscono in carcere”. Più musulmani non significa automaticamente islamizzazione dell’Europa. Non odiate i musulmani e non odiate le religioni in generale. Battetevi per il dialogo interreligioso. Amate l’Italia, lottate per un mondo migliore.
P. S. Critica a “Prefazione” di Giorgia Meloni al Rapporto sull’islamizzazione d’Europa 2019 della Fondazione Farefuturo.
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* Il termine “cretino” ha un’etimologia affascinante e rivelatrice, che ci porta nella Svizzera francese e nella storia della medicina. Deriva dal francese antico “crétin”, che a sua volta proviene dal franco-provenzale “cretin”, una variante di “chretien”, cioè cristiano. L’uso di questa parola in riferimento a persone con disabilità intellettive nasce da un contesto di compassione: nell’area alpina, specialmente tra il XVII e il XIX secolo, si usava chiamare “crétins” le persone affette da cretinismo endemico, una malattia legata alla carenza di iodio che provocava gravi deficit cognitivi e fisici.
L’idea alla base di questa denominazione era che, nonostante la loro condizione, queste persone fossero comunque esseri umani degni di rispetto, cristiani a tutti gli effetti, e quindi non andassero emarginate. Col tempo, però, il termine ha perso questa connotazione pietosa e ha assunto il significato peggiorativo che oggi conosciamo, trasformandosi in un insulto che indica stupidità o scarsa intelligenza.