di Alessandro Orsini
A partire dal 2026, gli Stati Uniti piazzeranno i loro missili più sofisticati in Germania per minacciare la Russia. Secondo la Nato e i suoi propagandisti, si tratta di una mossa intelligente. La Russia si spaventerà moltissimo. La paura della Russia sarà talmente grande che i suoi generali finiranno per sottomettersi a tutte le decisioni dell’Occidente, incluso l’ingresso dell’Ucraina nella Nato. Secondo questa tesi, che per comodità espositiva chiamo la “tesi della follia assoluta”, tutte le volte che la Russia dovrà prendere una decisione, Putin riunirà i suoi generali e dirà loro: “Sì, va bene, però stiamo attenti a quel che facciamo perché la Germania ha i missili americani puntati su di noi”. Purtroppo, questa tesi è completamente sbagliata. Data l’enormità dei pericoli, cercherò di parlare nel modo più semplice e chiaro possibile. I problemi sono due.
Il primo problema ha a che vedere con la guerra nucleare. Molti plaudono alla tesi della follia assoluta perché immaginano la guerra nucleare tra l’Europa e la Russia come uno scambio ordinato – “uno alla volta” – nel senso che la Russia lancia una testata nucleare contro la Germania, poi la Germania lancia una testa nucleare contro la Russia, poi la Russia lancia un’altra testata nucleare contro la Germania e così via. Questo modo errato di immaginare la guerra nucleare tra Russia e Europa spiega come mai i propagandisti della Nato dicano sempre questa frase: “Tanto se Putin prova a colpire un Paese europeo con le testate nucleari la Russia finisce incenerita”. Ragioniamo. L’unico Paese dell’Unione Europea ad avere le testate nucleari è la Francia, ne possiede soltanto 290. La Russia ne ha 6000. Un’eventuale guerra nucleare tra la Russia e l’Europa avverrebbe in questo modo: la Russia conduce un unico attacco nucleare su tutti i Paesi europei della Nato che posseggono le testate nucleari senza dare loro la possibilità di replicare.
Il secondo problema ha a che vedere con la reazione degli Stati Uniti. I propagandisti della Nato dicono: “Sì, è vero, l’Unione Europea ha soltanto 290 testate nucleari e la Russia 6000. Però gli Stati Uniti colpirebbero la Russia con le loro testate nucleari bilanciando lo squilibrio”. Peccato che gli Stati Uniti non userebbero mai le testate nucleari contro la Russia per difendere un Paese europeo. Se l’Italia fosse colpita dalle testate nucleari della Russia, gli Stati Uniti non replicherebbero colpendo il territorio russo con le proprie testate nucleari giacché, in caso di guerra nucleare, l’obiettivo principale degli Stati Uniti non sarebbe la protezione dell’Italia, bensì la propria sopravvivenza. La guerra nucleare, infatti, muterebbe tutta la scala delle priorità strategiche della Casa Bianca. Nel nostro tempo, che è un tempo senza guerra nucleare, il controllo delle basi americane in Italia è una priorità assoluta per gli Stati Uniti. Tuttavia, se scoppiasse una guerra nucleare con la Russia, il controllo di quelle basi perderebbe di importanza. Gli Stati Uniti avrebbero come obiettivo supremo la propria sopravvivenza. I generali americani farebbero un ragionamento di questo tipo: “Che l’Italia vada in malora. Noi americani dobbiamo pensare soltanto a non essere colpiti dalle bombe atomiche della Russia”. Spero di avere spiegato perché è pura follia pensare di spaventare la Russia installando in Germania i missili americani a lunga gittata in grado di caricare le testate nucleari. Se la Russia sentirà che la propria esistenza è minacciata dall’Europa, colpirà l’Europa con un numero talmente grande di testate nucleari da impedirle di reagire. D’altra parte, l’Europa non colpirebbe mai per prima la Russia con le testate nucleari data l’immensa sproporzione tra gli arsenali. Dunque, la prima mossa sarebbe sempre della Russia. E la Russia ha 6000 testate nucleari. La sua prima mossa sarebbe certamente quella definitiva.
Il Fatto Quotidiano, 18 luglio 2024