di Diego Fusaro
Nei giorni scorsi, si è verificato un grave incidente che ha colpito in Germania la scorta di Orban, presidente dell’Ungheria. Una donna alla guida di una Bmw, a Stoccarda, non si è resa conto della barriera e ha colpito la motocicletta di uno dei due agenti, che purtroppo è deceduto. Due motociclette della polizia tedesca erano impegnate a scortare l’auto blu di Orban verso l’aeroporto quando si è verificato il tragico episodio. Orban è rimasto illeso. Su tutti i quotidiani nazionali ed europei, si parla genericamente di “tragico incidente”. E potrebbe benissimo essere andata così. Tuttavia mai come in questo caso credo opportuno sollevare il dubbio iperbolico cartesiano, che così potrebbe essere condensato: si è trattato realmente di un incidente o potrebbe esservi dell’altro? La domanda mi pare doverosa, se si considera che negli ultimi due mesi abbiamo assistito ad altri “incidenti” piuttosto sospetti che hanno coinvolto puntualmente politici decisamente poco allineati. Ricorderete senz’altro il caso dell’elicottero del presidente iraniano, precipitato per un “tragico incidente”, causando la morte di tutto l’equipaggio. E senz’altro non avrete dimenticato la vicenda del presidente slovacco Robert Fico, reso oggetto di un attentato a opera di un “poeta” schierato dalla parte dell’opposizione liberal-progressista. A differenza del presidente iraniano, Robert Fico, che pure ha lottato tra la vita e la morte, è riuscito a sopravvivere.
Che cos’hanno in comune il presidente iraniano, Robert Fico e Viktor Orban? Non può non saltare gli occhi come ad accomunarli, anche al netto delle differenze specifiche, sia la loro linea politica, decisamente disallineata rispetto al vangelo della globalizzazione liberal-atlantista. Nel caso del presidente iraniano, ciò appare più che mai evidente, se si considera che l’Iran, insieme con la Russia e con la Cina, rappresenta ad oggi una potenza a tutti gli effetti resistente all’imperialismo di Washington; una potenza che la civiltà del dollaro già da tempo ha rubricato alla voce “Stato canaglia”. Per quel che concerne Robert Fico, anch’egli si è da subito distinto per una linea politica decisamente alternativa rispetto a quella oggi dominante in Europa: sui principali e più venduti quotidiani europei, lo si è da subito etichettato sprezzantemente come un mastino filoputiniano. Qualcosa di simile potrebbe ragionevolmente dirsi anche per Orban, il quale, oltre a essere letteralmente una spina nel fianco per l’Unione Europea, già da tempo non nasconde la propria vicinanza alla Russia di Putin. Insomma, senza accettare a scatola chiusa la confortevole tesi del “tragico incidente”, forse è d’uopo domandarsi se non vi sia dell’altro e quelli prima evocati non siano semplicemente tragici incidenti accaduti per caso. Naturalmente, gli araldi dell’ordine dominante e i padroni del discorso liquiderebbero subito come complottista questa domanda (come del resto ogni domanda vagamente discordante dall’ordine discorsivo egemonico) e magari ci spiegherebbero con zelo che opporsi a Washington e alla globalizzazione neoliberale semplicemente non porta bene.