“Onorevole” Giorgia Meloni. Vada a casa

In un Paese democratico e avanzato, un vero leader del popolo, dovrebbe chiedere in primis scusa ai suoi cittadini, non considerarli meri sudditi, e abbandonare la propria carica conferitale con sacrifici ed oneri e onori.

di Salvatore Granata

“Onorevole” Giorgia Meloni. Senta.
“Spalanchi i timpani”. Non per i suoi compari ma per il popolo.

Passiamo sopra le indagini a suo carico, a carico di quelle di Toti, Salvini, Montaruli, Santanchè, Delmastro, passiamo pure sopra le sue riforme immorali della giustizia (tra separazione delle carriere, abolizione dell’abuso di ufficio, reintroduzione dei vitalizi e forse reintegro dell’immunità parlamentare “rafforzata”), dei suoi aumenti-allineamenti a ministri e sottosegretari non eletti alla Crosetto, passiamo sopra le regalie ai suoi amici delle università private alla Bandecchi che esportano ignoranza, ai suoi amici padroni della sanità privata alla Angelucci e parimenti padroni insieme agli eredi del Berlusca dell’informazione, passiamo sopra i suoi salamelecchi a Trump, Zelensky, Von der Leyen, Musk, Almasri e Netanyahu, passiamo sopra tutto guardi.

Possiede tutto, a parte la laurea che magari dovrebbe essere una prerogativa importante per chi guida uno dei Paesi più potenti del mondo sulla carta, e non si sa come.

Perché da cittadino che paga le tasse, mi rendo conto che lei ha un enorme potere e non lo spende mettendosi a servizio dei poveri e dei cittadini meno abbienti che sono la maggioranza di questo Paese.

Lei al massimo elargisce condoni ai malpagatori, fa fatturare alla grande banche e assicurazioni, arricchisce le imprese d’armi e attacca gli intellettuali onesti.
Anzi, li censura proprio.

Ma non si vergogna insieme a Salvini, La Russa, Gasparri, Donzelli e Tajani per aver portato arroganza nelle istituzioni, disprezzo per le leggi e disparità economiche, religiose e di orientamento sessuale tra la gente normale?

La notte dorme sapendo che ci sono 6 milioni di poveri?

La notte dorme sapendo che a un anziano ha dato 1,80 di aumento sui suoi 603 e rotti euro mensili?

Lei dovrebbe vergognarsi di non riuscire a proporre politiche economiche e sociali che rilancino una nazione con oltre 3000 miliardi di euro di debito pubblico e che spende malissimo, tramite le Regioni, i fondi del Pnrr che lei neanche voleva.

Lei ha tutti i mezzi per poter fare, per poter agire, ma si limita a disfare e a distrarre le masse con i casi individuali e intimi dei suoi colleghi che servono semplicemente a coprire i suoi fallimenti.

Sì signora. Lei politicamente parlando è una fallita. Ha fallito. Lei non è in grado di garantire il futuro ai giovani. Ergo all’Italia.

Pur di non erogare fondi al popolo per contrastare l’inflazione galoppante, dichiara 2/3 in meno della medesima per impedire un buon welfare civico. Ma come amministra? Con i piedi? E come lei tutti quelli sotto di lei.

Il carovita è devastante e lei non considera sussidi e salari minimi che sono la miglior cintura di protezione socio-economica per le classi più deboli. Lei non ha contezza dei danni. Sì, è stata votata, nessuno lo mette in dubbio.

Ma essere votata con un sistema maggioritario che elargisce quasi pieni poteri a una coalizione e allo stesso premier, con l’informazione ai suoi piedi, che vittoria è? Lei deve governare per tutti, non per i suoi ottusi elettori: la campagna elettorale è finita da un pezzo.

Lei non ha capito il suo ruolo.
E quando non si capisce il proprio ruolo e le relative funzioni, si può fare solo una cosa: dare le dimissioni. In un Paese democratico e avanzato, un vero leader del popolo, dovrebbe chiedere in primis scusa ai suoi cittadini, non considerarli meri sudditi, e abbandonare la propria carica conferitale con sacrifici ed oneri e onori.

Lasci in pace la gente perbene.
Lasci in pace questo Paese.
Non umili il popolo italiano.

Vada a casa.

Torna in alto