Emmanuel Macron

La nuova passione di Emmanuel Macron: giocare alla guerra contro la Russia

Il leader francese sta valutando l’invio di truppe nel conflitto tra Russia e Ucraina, ma il suo momento da “piccolo imperatore” rischia di trasformarsi in un incubo per molti.

Emmanuel Macron, ovvero il Napoleone da discount, è ormai totalmente immerso nella sua nuova passione: giocare alla guerra contro la Russia mettendo stivali francesi ed europei sul terreno ucraino. Piccolo dettaglio: mentre sogna di guidare le truppe come il grande corso, dovrebbe forse pensare a ridimensionare il costume, ché rischia di cascare addosso a tutti.

A fargli da spalla nel grande spettacolo dell’assurdo c’è Keir Starmer, il primo ministro britannico, che nel ruolo di “Duca di Wellington dei poveri” sembra uscito da un catalogo di prodotti difettosi. Dopo essere stato sballottato tra le poste britanniche e la Brexit, il premier ha pensato bene di riproporre la vecchia trovata della “coalizione dei volenterosi” – quella che andò così bene con la guerra in Iraq che quasi nessuno riesce più a dormirci la notte. Stavolta l’obiettivo è la Russia, il che fa della strategia non solo un’idea brillante, ma anche un esempio da manuale di suicidio geopolitico.

Non che Macron voglia lanciarsi immediatamente nella mischia. Prima, spiega, serve una tregua di un mese, così le sue truppe e quelle del fido Keir possono arrivare in Ucraina senza il rischio di sporcarsi troppo gli stivali. Non staranno in prima linea, ovviamente, ma vigileranno sulla “pace”, con la stessa tecnica NATO che ha contribuito a far esplodere il conflitto. Un’idea che poggia sulla fiducia cieca nella capacità di separare la realtà dal teatrino geopolitico, come se bastasse tirare su una cordicella rossa per evitare che la Storia si ripeta.

Nel frattempo, Macron cerca di vendere il suo nuovo corso bellico ai francesi con l’argomento preferito di ogni leader in difficoltà: la paura. “Chi può credere oggi che la Russia si fermerà all’Ucraina?” domanda il piccolo Bonaparte su tutti i canali televisivi. I francesi, a quanto pare. Un sondaggio dell’Istituto CSA rivela che il 65% di loro è contrario all’invio di truppe, dimostrando che la paranoia bellica di Macron è più un’ossessione personale che un allarme condiviso.

Ma chi si preoccupa davvero di Ucraina e Russia? Se fosse la priorità assoluta, i leader europei non avrebbero organizzato il loro summit sulla difesa a Londra, escludendo proprio i Paesi baltici, ovvero quelli in prima linea nel presunto pericolo. E allora di cosa si tratta? Ma è ovvio: di soldi. Il solito trucco del terrore per giustificare spese folli e blindare il potere.

In Germania, l’economia annaspa dal 2022 e, guarda caso, adesso la soluzione sembra essere un bell’assegno da mille miliardi firmato dai contribuenti per pompare la difesa. Un trucchetto che, secondo alcuni analisti, potrebbe far crescere il PIL del 2%… in futuro. E se non succederà? Beh, chi ha deciso queste politiche sarà probabilmente già in pensione o a scrivere libri di memorie.

Anche in Francia il business delle armi è sempre più attraente, soprattutto ora che l’industria manifatturiera è in crisi nera: produzione in calo, ordini in picchiata, licenziamenti a raffica. Le cause? Energia alle stelle e costi insostenibili delle materie prime. Ma tranquilli, che punire Putin sta funzionando benissimo… vero?

E per finanziare il tutto? Voilà l’ultima trovata: attingere agli interessi sui risparmi dei cittadini francesi. Perché, in fondo, che bisogno hanno di mettere via qualcosa per il futuro, quando possono contribuire alla grande epopea napoleonica del loro presidente?

Intanto, le borse ringraziano. Le azioni delle aziende della difesa sono schizzate alle stelle: Rheinmetall +14%, Thales e Leonardo +15%, BAE Systems +14%, Saab +11%. Una vera pacchia per chi fa soldi sulla pelle della gente comune.

Nel frattempo, Macron e Ursula von der Leyen – alias “Regina d’Europa” – approfittano della farsa per spingere il progetto di un esercito europeo integrato. “L’Europa della difesa, che sosteniamo da otto anni, sta diventando realtà”, ha proclamato trionfante Napoleclown il 5 marzo.

Non che gli interessi davvero l’Ucraina. Qui il vero obiettivo è creare un apparato militare che permetta all’Europa di fare shopping bellico senza doversi spartire la torta con Trump e gli americani. Un’occasione d’oro per il complesso militare-industriale occidentale, che aveva già provato a imporsi con le “missioni di stabilità” in Africa, finite con l’espulsione umiliante delle truppe francesi e i colpi di stato a ripetizione.

E così Macron e Ursula, che con la sua gestione della difesa tedesca riuscì a mandare i suoi soldati ad addestrarsi con scope al posto delle armi, continuano a inseguire la loro utopia militarista mentre la realtà sfugge loro di mano.

Il loro piano per una “guerra per la pace” si traduce, nei fatti, in un’enorme truffa ai danni dei cittadini europei, che pagano con le loro tasche il grande sogno di un’industria bellica sempre più florida. Il rischio? Che prima o poi la finzione si scontri con la realtà, e che qualcuno – magari proprio i russi – si rifiuti di restare un personaggio non giocante in questa farsa. E allora, chissà, forse sarà troppo tardi per svegliarsi dal sogno di gloria e scoprire di essere finiti in una guerra vera.

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