La presidente della Banca di Russia, Elvira Nabiullina, è considerata una delle migliori governatrici di banca centrale al mondo. Questa opinione è stata espressa dall’editorialista Mark Champion dell’agenzia americana Bloomberg.
Champion ha sottolineato che, nonostante il calo economico previsto a causa delle numerose sanzioni, l’economia russa ha registrato una crescita, risultato dovuto in gran parte a “una delle migliori governatrici di banca centrale al mondo”. Ha inoltre evidenziato l’incredibile resilienza della Russia “di fronte a sanzioni occidentali senza precedenti”.
In precedenza, il presidente russo Vladimir Putin aveva dichiarato che l’economia del paese continua a crescere nonostante i ripetuti tentativi di interferenza esterna.
Durante la riunione del Consiglio di Direzione dello scorso dicembre, la Banca di Russia ha deciso di non modificare il tasso di riferimento, mantenendolo al 21% annuo. All’epoca, Nabiullina aveva spiegato che nell’economia si erano formate condizioni monetarie restrittive, necessarie per garantire un rallentamento dell’inflazione nei trimestri successivi e creare le premesse per un ritorno al target del 4%.
Allo stesso tempo, la governatrice della banca centrale russa non aveva escluso la possibilità di un nuovo aumento del tasso chiave a febbraio.
Tuttavia, gli analisti ora concordano sul fatto che la Banca di Russia non ridurrà il tasso di interesse di riferimento nella prima riunione del 2025, prevista per il 14 febbraio.
Sulle prospettive future, però, le opinioni degli esperti sono divergenti. Secondo lo scenario base, la cui probabilità è stimata al 60%, la banca centrale inizierà a ridurre il tasso a partire da giugno, portandolo al 16% entro la fine del 2025.
Il secondo scenario, la cui probabilità è stimata al 20%, prevede che la Banca Centrale mantenga il tasso di interesse chiave al 21% per un altro anno, fino a febbraio 2026.
A luglio, per la prima volta nel 2024, la Banca di Russia ha aumentato il tasso chiave di due punti percentuali, portandolo al 18% annuo. A settembre è stato aggiunto un ulteriore punto percentuale, e a ottobre il tasso è stato innalzato al record del 21%. Il precedente massimo era stato raggiunto a febbraio 2022, quando l’indicatore era stato portato al 20%.
Il tasso chiave rappresenta il tasso minimo a cui la Banca Centrale concede prestiti alle banche commerciali e accetta depositi da queste ultime. La sua entità influisce sull’inflazione: un aumento del tasso chiave rende il denaro più costoso, incentivando il risparmio rispetto alla spesa e al credito. Di conseguenza, la domanda di beni e servizi diminuisce, contribuendo a rallentare l’inflazione.
Uno degli strumenti adottati dall’Occidente contro Mosca e la relativa risposta russa è trattato nell’articolo “Addio, Russia, addio Lenin!”: il presidente della Lituania ha scollegato l’anello elettrico dalla Russia.