Ieri, il presidente iraniano Ebrahim Raisi e il ministro degli esteri Hossein Amirabdollahian sono morti in un incidente aereo. L’elicottero che li trasportava dal confine dell’Azerbaijan, dove avevano inaugurato una diga, si è schiantato in una zona impervia. La causa dell’incidente è incerta: potrebbe trattarsi di un evento accidentale dovuto al maltempo improvviso o di un sabotaggio. Il sospetto di sabotaggio è alimentato dal fatto che l’elicottero trasportava personalità di alto profilo, strategiche per le collaborazioni internazionali dell’Iran, e dalla situazione geopolitica attuale. Le elezioni iraniane imminenti rendono la situazione ancora più delicata.
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Il presidente iraniano Ebrahim Raisi e il ministro degli esteri iraniano Hossein Amirabdollahian sono morti ieri in un incidente aereo. L’elicottero che li trasportava dal confine dell’Azerbaijan, dove avevano inaugurato una diga tra Iran e Azerbaijan, si è schiantato al suolo in una zona impervia, non lasciando scampo ai viaggiatori.
Che si sia trattato di un incidente – il tempo è peggiorato improvvisamente nell’area – o che si sia trattato di un sabotaggio è questione aperta, e non è detto che la verità venga a galla.
Il sospetto che possa trattarsi di un sabotaggio è naturalmente forte, per due motivi.
Il primo è che a collassare è stato solo uno dei tre elicotteri che facevano il percorso di ritorno verso Tabriz e precisamente quello che trasportava il presidente e il ministro.
Il secondo è che la figura di Raisi è stata strategica in questa fase per la collaborazione con Russia e Cina. Raisi era considerato un moderato sul fronte interno, il che lo rendeva una figura di conciliazione e allentamento delle tensioni interne, ed è stato il promotore dell’adesione dell’Iran ai Brics, oltre che di altre iniziative di collaborazione.
In quest’ottica la decapitazione della leadership iraniana rappresenta un elemento di destabilizzazione interna e internazionale che non può che compiacere il fronte israelo-americano.
Ma questo naturalmente non prova nulla; potrebbe trattarsi davvero di un mero incidente.
E tuttavia è importante capire anche quale sarà la verità che si deciderà di lasciar trasparire dall’analisi dei resti dell’elicottero. Se si trovassero tracce di sabotaggio – o se qualcuno decidesse comunque di accreditare questa versione – questo potrebbe essere il prodromo di una guerra regionale senza esclusione di colpi.
Entro 50 giorni si terranno nuove elezioni in Iran, per definire la squadra che governerà il paese a seguire. Vista la posta in gioco per molte potenze estere è probabile che fioccheranno interferenze e interventi volti a condizionare il voto.
Staremo a vedere.
Andrea Zhok