Il Messaggero, la propaganda spiegata bene

È francamente inspiegabile come si possa arrivare a un tale livello di allarmismo per la presenza di Giorgio Bianchi in un liceo.

È francamente inspiegabile come si possa arrivare a un tale livello di allarmismo per la presenza di Giorgio Bianchi in un liceo. Sembra quasi che la sua sola esistenza terrorizzi certi ambienti più di quanto possa farlo una crisi geopolitica reale. Si tratta di un fotoreporter, non di un agente segreto, eppure viene trattato come una minaccia da censurare. Ridicolo.

Ancora più assurdo è che nell’incontro al liceo non abbia neppure parlato del conflitto russo-ucraino, eppure il dibattito si scatena lo stesso, come se la sua presenza fosse di per sé un problema. Quale sarebbe il crimine? Essere un giornalista che documenta ciò che vede? Aver raccontato con immagini e video i conflitti di cui nessuno parla?

Ma la cosa più grottesca è la reazione scomposta e pavloviana delle paladine della libertà d’espressione a targhe alterne, Federica Onori (deputata di Azione e membro della commissione Esteri) e Flavia De Gregorio (consigliera di Azione all’Assemblea capitolina), che si stracciano le vesti in un’indignazione prefabbricata e chiedono chiarimenti con la solennità di chi ha appena scoperto un covo di terroristi, e non un fotoreporter che mostra agli studenti il mestiere dell’informazione visiva.

Queste due instancabili sentinelle della narrazione ufficiale, invece di preoccuparsi del dibattito reale, si lanciano in una patetica caccia alle streghe, convinte che il problema della scuola italiana sia un giornalista e non il livello disastroso dell’istruzione stessa.

Chiara Adinolfi, prima di scrivere sotto dettatura del suo padrone, dovrebbe quantomeno studire di più e informarsi su chi è Giorgio Bianchi: un fotoreporter pluripremiato che ha raccontato guerre e crisi umanitarie in ogni angolo del mondo, dalla Siria al Burkina Faso, dall’India al Myanmar. Eppure, per il solo fatto di aver documentato l’Ucraina dal 2013, viene trattato come un untore.

Questa vicenda conferma che non si vuole discutere, si vuole solo eliminare ogni voce che non rientri nella narrativa imposta. La paura che suscita Bianchi non è per quello che dice, ma per quello che mostra. E questo, evidentemente, fa molta più paura di qualsiasi parola.

ECCO UN BREVE “PROFILO” DI GIORGIO BIANCHI, AD USO E CONSUMO DI CHIARA ADINOLFI

Giorgio Bianchi (1973) è un fotoreporter, documentarista e blogger italiano. Ha realizzato reportage in Europa, Siria, Russia, Burkina Faso, Vietnam, Myanmar, Nepal, India. Nella sua fotografia Giorgio ha sempre dato particolare attenzione alle tematiche di carattere politico e antropologico, alternando progetti personali a lungo termine a lavori su commissione. Dal 2013 ha compiuto diversi viaggi in Ucraina per documentarne, attraverso immagini e video, la crisi, a partire dagli scontri di Euromaidan fino all’odierno conflitto nel Donbass. Si occupa del conflitto siriano dal 2016. Il lavoro di Giorgio ha ricevuto numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali e viene pubblicato regolarmente su riviste e giornali, cartacei e online. Le sue fotografie sono state esposte sia in Italia che all’estero.

* * *

Ecco il pezzo propagandistico pubblicato su Il Messaggero, il quotidiano appartiene al Gruppo Caltagirone, controllato dall’imprenditore Francesco Gaetano Caltagirone. Il gruppo editoriale fa capo alla Caltagirone Editore S.p.A., che possiede anche altre testate, tra cui Il Mattino, Il Gazzettino, Il Corriere Adriatico e Il Nuovo Quotidiano di Puglia.

Blogger filorusso in classe. Bufera sul liceo Manara

Azione chiede chiarezza sull’invito a Giorgio Bianchi, chiamato per discutere di propaganda e informazione: «Tutelare gli studenti». Anche il preside all’incontro

IL CASO

Il luogo è l’aula magna di un liceo romano: il Luciano Manara di Monteverde. L’appuntamento era lunedì 10 febbraio, nel primo pomeriggio: un incontro con gli studenti sul tema “Propaganda e informazione. Tra libertà e verità, la forza della libertà”, nell’ambito di un progetto di open debate. Ospite dell’evento, il giornalista e fotografo Giorgio Bianchi.

Un invito che ha però suscitato qualche perplessità: dal partito Azione si chiede chiarezza sulla scelta e denuncia il rischio di propaganda. Sarebbe auspicabile fare chiarezza su quanto avvenuto al Liceo Manara di Roma, dove si è tenuta una conferenza con Giorgio Bianchi, figura il cui profilo è stato descritto nei report di istituzioni europee legati ad attività di propaganda filorussa – così denuncia Federica Onori, deputata di Azione e membro della commissione Esteri, e Flavia De Gregorio, consigliera di Azione all’Assemblea capitolina.

In un contesto scolastico, sarebbe doveroso garantire agli studenti un adeguato contraddittorio per assicurare che ricevano informazioni chiare e basate su fonti verificate.

Per le due esponenti di Azione, quindi, la scuola avrebbe dovuto prestare maggiore attenzione all’evento e alla didattica dell’iniziativa, visto che sono stati presi in considerazione argomenti particolarmente sensibili per una prospettiva geopolitica attuale.

Seguendo questa impostazione, si vuole approfondire il motivo della scelta di Bianchi come ospite principale senza un dibattito con figure di posizioni opposte.

IL PROGETTO

“Scuole Aperte” è il progetto che consente agli istituti romani di svolgere attività anche in orario extra-scolastico e che ha approvato il progetto e poi lo ha realizzato con il dibattito sull’autonomia scolastica, possono svolgere le attività. In questo contesto il Manara ha organizzato una serie di incontri strutturati come open debate, la tecnica metodologica che consiste nel mettere a confronto due punti di vista opposti.

Ma in questo caso, a finire sotto la lente è il profilo di Bianchi.

IL PROFILO

Giorgio Bianchi, classe 1973, è un blogger italiano che si occupa del conflitto tra Russia e Ucraina dal 2013.

Intervistato in un talk show russo, Bianchi aveva detto: “In Italia si dice che in Russia non c’è libertà di stampa… E ancora: “In Italia non esiste un giornale di opposizione al governo”.

In altre occasioni ha rivelato ai loro ministri degli Esteri Luigi Di Maio, secondo Bianchi Di Maio “ha scoperto di vergognarsi dicendo che Putin è un criminale”.

Il giornalista è stato anche condannato per diffamazione per aver sostenuto che l’ex ministro degli Esteri era servo della NATO.

Ma per la scuola, che ha promosso l’iniziativa, la presenza di Bianchi rientra nel programma di incontri previsti dal progetto di Open Debate.

Nessun caso, dunque, da parte loro. Anche perché il dirigente scolastico era presente all’incontro. La programmazione era stata presentata già il 31 gennaio ai genitori, in una comunicazione chiara e accessibile a tutte le persone ATA.

Chiara Adinolfi

Il Messaggero, 13 febbraio 2025

Torna in alto