Meloni riporta a casa un torturatore ricercato dalla Corte Penale Internazionale e fa la vittima

Il governo italiano, invece di arrestare il torturatore Almasri su mandato della Corte Penale Internazionale, lo rimpatria con un volo di Stato.

Torture, bastonate, stupri di minori: con queste accuse la Corte Penale Internazionale chiede l’arresto per il libico Almasri ma il governo italiano lo riaccompagna a casa con un volo di Stato. L’opposizione lo definisce “Uno scandalo”. Netanyahu lo definisce “Prove generali”.

Legati, picchiati con un bastone, violentati, torturati con le scariche elettriche e con il fuoco in una cella sotterranea dove era impossibile distinguere il giorno dalla notte.

Sono le testimonianze, accompagnati da prove fotografiche e perizie dei medici legali, dei migranti transitati per il centro detenzione in Libia finanziato dal governo italiano e diretto dal torturatore Almasri, l’uomo per il quale la Corte Penale Internazionale ha richiesto l’arresto.

Il Governo italiano, la premier Meloni che giurava di voler combattere il traffico di esseri umani, lo ha invece rimpatriato con un volo di stato, consentendogli di riprendere la sua attività di torturatore e stupratore di minori in Libia.

«Ho sentito che la presidente Meloni una volta ha detto: “Sono una madre, sono cristiana”… ma allora come è stato possibile rimandare indietro un criminale che uccide i bambini?», chiede una vittima delle torture. E la cosa più squallida di questa vicenda è che a fare la vittima è la presidente del Consiglio.

Il vittimismo paga: la gente è incarognita dall’impoverimento, spaventata, ignorante, sola. Il vittimismo parla alla pancia di chi è vittima e non ha gli strumenti per capire chi è il suo carnefice. Di chi viene lasciato solo, in balia della propaganda e della disinformazione, e si convince che il nemico sia chi è più povero e non chi invece è sempre più ricco e accumula ricchezza grazie alle leggi che consentono lo sfruttamento. Finisce così per percepire i migranti come una minaccia in un paese di migranti e che solo grazie alle lotte dei migranti – che dalle regioni povere del sud sono andati a lavorare nelle fabbriche e nelle campagne del nord – hanno ottenuto i diritti: lo Statuto dei lavoratori, la Scuola media unica, il Servizio Sanitario Nazionale e tante conquiste sono il frutto delle lotte di quei migranti che hanno sfidato le gabbie salariali, affrontato viaggi della speranza, lasciato famiglie al paese, occupato le fabbriche, bloccato la produzione per rivendicare i loro diritti. I nostri, che ci vengono tolti, un pezzo alla volta, da chi sta al governo. Non solo da oggi, ma mai come oggi a fare la vittima. E così, su tutte le prime pagine, invece della clamorosa indagine a carico del torturatori libico quella a carico della premier italiana e dei suoi ministri.

Francesca Fornario [via Facebook]

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