Meloni in Cina: perché la dipendenza dagli Stati Uniti ha danneggiato i rapporti con Pechino

di Giuseppe Salamone Quindi Meloni è andata a trovare Xi Jinping e questa è una buona notizia, com’è una buona notizia il fatto di tentare di ripristinare la via della seta sotto mentite spoglie. Il problema sta nel fatto che i Cinesi le hanno chiaramente sbattuto in faccia che per cooperare con loro serve serietà e autonomia politica, cosa che Meloni non ha in quanto totalmente appecoronata a Washington. E i Cinesi lo sanno perfettamente! L’altro problema è che non ha perso tempo per dimostrarlo, infatti in una visita che doveva servire per tentare di rivitalizzare le relazioni commerciali con la Cina, è andata a dirgli ciò che gli ha detto il segretario di stato Usa Blinken e la segretaria al tesoro Usa Yellen qualche mese fa, ovvero di non sostenere e quindi interrompere la cooperazione industriale con la Russia. Ripeto: cooperazione industriale, non militare. Una follia praticamente: “Io penso che la Cina non abbia alcuna convenienza in questa fase a sostenere la capacità industriale russa, anche se come sappiamo non interviene direttamente, è evidente che questo crea una frizione perché lo abbiamo scritto in tutti i modi possibili e immaginabili e lo abbiamo ribadito”. A quanto pare serve farle il disegnino per fare in modo che capisca come ci si comporta a livello internazionale. La prima cosa da fare è quello di non interferire negli affari interni degli altri Paesi, soprattutto quando ti confronti con super potenze. Non puoi andare in Cina da serva quale sei e dirgli se devono o non devono cooperare con la Russia a livello industriale. Intanto perché sei irrilevante e sei percepita come tale, poi perché se c’è una cosa che da quelle parti vedono come fumo negli occhi e per la quale stanno alzando la testa, è il sentirsi dire ciò che è giusto o sbagliato fare, soprattutto nelle relazioni con altri Paesi. Inoltre a livello strategico è una roba gravissima legare le proprie relazioni con un Paese, qualunque esso sia, a una cooperazione con paesi terzi, in questo caso quelle tra Cina e Russia. Soprattutto perché stiamo parlando di un’economia in ascesa, che guida un blocco assai rilevante sia dal punto di vista economico, sia dal punto di vista delle materie prime e sia della popolazione mondiale che rappresentano. Praticamente, ed è quello che alla stampa di regime non sembra interessare, Giorgia Meloni è riuscita a legare i rapporti con i Cinesi in conseguenza a quelli dei Cinesi con la Russia. Incredibile ma vero! Non solo ci siamo martellati le balle trattando la Russia come un’appestata rinunciando alle sue materie prime che tenevano in piedi la nostra manifattura, ma adesso è diventata una premessa quella dell’esclusione della Russia per quanto riguarda le relazioni con altri Paesi. Piaccia o meno, la donna, madre e Cristiana è riuscita ancora una volta a dimostrare la propria bassezza politica e la propria altezza come serva di corte. Sostanzialmente la prima nemica del popolo italiano. Ciò che le resteranno sono le photo opportunity con quel sorriso falso come Giuda e una lunga e prosperosa carriera per tutelare gli interessi di Washington. Ma la storia insegna che i primi carnefici dei servi sono proprio i loro padroni. Kissinger lo diceva sempre: “Essere nemici degli USA può essere pericoloso, ma esserne amici è fatale”.

di Giuseppe Salamone

Quindi Meloni è andata a trovare Xi Jinping e questa è una buona notizia, com’è una buona notizia il fatto di tentare di ripristinare la via della seta sotto mentite spoglie. Il problema sta nel fatto che i Cinesi le hanno chiaramente sbattuto in faccia che per cooperare con loro serve serietà e autonomia politica, cosa che Meloni non ha in quanto totalmente appecoronata a Washington. E i Cinesi lo sanno perfettamente!

L’altro problema è che non ha perso tempo per dimostrarlo, infatti in una visita che doveva servire per tentare di rivitalizzare le relazioni commerciali con la Cina, è andata a dirgli ciò che gli ha detto il segretario di stato Usa Blinken e la segretaria al tesoro Usa Yellen qualche mese fa, ovvero di non sostenere e quindi interrompere la cooperazione industriale con la Russia. Ripeto: cooperazione industriale, non militare. Una follia praticamente: “Io penso che la Cina non abbia alcuna convenienza in questa fase a sostenere la capacità industriale russa, anche se come sappiamo non interviene direttamente, è evidente che questo crea una frizione perché lo abbiamo scritto in tutti i modi possibili e immaginabili e lo abbiamo ribadito”.

A quanto pare serve farle il disegnino per fare in modo che capisca come ci si comporta a livello internazionale. La prima cosa da fare è quello di non interferire negli affari interni degli altri Paesi, soprattutto quando ti confronti con super potenze. Non puoi andare in Cina da serva quale sei e dirgli se devono o non devono cooperare con la Russia a livello industriale. Intanto perché sei irrilevante e sei percepita come tale, poi perché se c’è una cosa che da quelle parti vedono come fumo negli occhi e per la quale stanno alzando la testa, è il sentirsi dire ciò che è giusto o sbagliato fare, soprattutto nelle relazioni con altri Paesi.

Inoltre a livello strategico è una roba gravissima legare le proprie relazioni con un Paese, qualunque esso sia, a una cooperazione con paesi terzi, in questo caso quelle tra Cina e Russia. Soprattutto perché stiamo parlando di un’economia in ascesa, che guida un blocco assai rilevante sia dal punto di vista economico, sia dal punto di vista delle materie prime e sia della popolazione mondiale che rappresentano. Praticamente, ed è quello che alla stampa di regime non sembra interessare, Giorgia Meloni è riuscita a legare i rapporti con i Cinesi in conseguenza a quelli dei Cinesi con la Russia. Incredibile ma vero! Non solo ci siamo martellati le balle trattando la Russia come un’appestata rinunciando alle sue materie prime che tenevano in piedi la nostra manifattura, ma adesso è diventata una premessa quella dell’esclusione della Russia per quanto riguarda le relazioni con altri Paesi.

Piaccia o meno, la donna, madre e Cristiana è riuscita ancora una volta a dimostrare la propria bassezza politica e la propria altezza come serva di corte. Sostanzialmente la prima nemica del popolo italiano. Ciò che le resteranno sono le photo opportunity con quel sorriso falso come Giuda e una lunga e prosperosa carriera per tutelare gli interessi di Washington. Ma la storia insegna che i primi carnefici dei servi sono proprio i loro padroni. Kissinger lo diceva sempre: “Essere nemici degli USA può essere pericoloso, ma esserne amici è fatale”.

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