Per mesi ci hanno detto che l’Italia era isolata in Europa grazie a Meloni, FdI e Lega. E poi Fitto diventa commissario e vicepresidente, mica male per un “sovranista”. Il Pd e soci giuravano che mai avrebbero votato una commissione con lui, e poi puntuali la votano. Bipolarismo fra Meloni e Schlein? Certo, peccato che poi votino sempre insieme su tutto. Starmer vola a Roma a prendere lezioni di migranti dalla Meloni e intanto i numeri degli sbarchi raddoppiano. Renzi e Draghi? Applausi immaginari e fischi reali. E dopo il “caso Boccia”, il governo sale nei sondaggi. Che sorpresa!
* * *
Gli ininfluencer
Mesi e mesi a leggere che “l’Italia è isolata in Europa” perché la Meloni non ratifica il Mes e FdI&Lega non votano la Von der Leyen, dunque non avremo un commissario di peso né tantomeno una vicepresidenza, anzi forse ci sbattono fuori dall’Europa e ci annettono all’Africa. Poi Ursula annuncia i commissari e Fitto di FdI diventa commissario alla Coesione (non male, per chi ha votato l’Autonomia differenziata) e vicepresidente esecutivo (uno dei sei).
Mesi e mesi a leggere che mai e poi mai il Pd, ma neanche gli altri del Pse, ma anche Verdi e Liberali, voteranno una commissione Ue con dentro un pericoloso “sovranista” come Fitto (un flaccido democristiano salentino). Poi il Pd, ma anche gli altri del Pse, ma anche Verdi e Liberali, votano la commissione con dentro Fitto e tutto il cucuzzaro.
Mesi e mesi a leggere che in Italia è rinato il bipolarismo fra il diavolo Meloni e l’acqua santa Schlein (“o di qua o di là”). Poi, sulle questioni importanti – dall’Ue alla guerra – la diavolessa e l’angioletta votano sempre insieme (“di qua, ma anche di là”). Anzi, sui missili a lungo raggio per colpire la Russia, le destre italiane e americane sono un po’ meno belliciste dei partiti democratici.
Mesi e mesi a ripetere che il vero discrimine fra sovranisti e democratici è l’immigrazione. Poi a Londra il laburista Starmer sbaraglia il conservatore Sunak e la prima cosa che fa è volare a Roma a elogiare la Meloni per le sue politiche migratorie e a chiederle consigli su come fermare i migranti (che, per inciso, nei primi due anni di melonismo sono raddoppiati). Intanto negli Usa la democratica Harris (l’ultimo faro da cui il Pd vuole “ripartire” dopo la dipartita di tutti gli altri) respinge come un’infame calunnia l’accusa di Trump di non voler respingere i clandestini alla frontiera.
Mesi e mesi a discettare di Ius Scholae e Ius Soli, esaltando i compagni Marina, Pier Silvio e Tajani che “aprono sui diritti” e gliela fanno vedere loro ai fasci oscurantisti di Palazzo Chigi. Poi, al momento del voto in aula, Forza Italia dice no: era lo Ius Sòla.
Mesi e mesi a invocare il ritorno di Renzi e a magnificare il “ritorno di Draghi” e della celebre Agenda in pelle umana, unico argine al sovranismo e al populismo e unica salvezza per l’Ue. Poi Renzi viene subissato di fischi e Draghi con tutta l’Agenda da boati di indifferenza nel mondo reale.
Settimane e settimane a leggere che “il caso Boccia-Sangiuliano non è chiuso” e a esaltare la ininfluencer pompeiana che inchioda irrimediabilmente il governo alle sue responsabilità. Poi escono i sondaggi e, dopo il caso Boccia, il governo cresce e il Pd cala.
Dal Derby della Coglionaggine governo-opposizione è tutto, linea allo studio.
Il Fatto Quotidiano, 18 settembre 2024