Il tristemente noto Segretario della Nato Jens Stoltenberg che da oltre due mandati + 2 proroghe annuali, da circa 10 anni dà la linea senza alcuna delega per farlo agli Stati membri per compiacere gli americani, sabato scorso ha lanciato l’ideona di eliminare il veto sull’utilizzo delle armi degli alleati atlantici per colpire i russi nel loro territorio. Cosa che qualora si traducesse in azione ci condurrebbe dritti dritti verso l’abisso di una terza guerra mondiale in salsa nucleare.
Un’uscita che fa il paio con quella quell’altro “stratega”, il francese Macron il quale, vista l’avanzata inarrestabile dei russi a Kharkiv, da giorni va predicando come possibile infrangere un altro veto: quello di inviare soldati in terra ucraina. La coppia scemo & più scemo, quella Stoltenberg /Macron, più pericolosa della Nato.
Comunque, tornando a Stoltenberg, la sua uscita è stata talmente preoccupante e pericolosa da provocare un sussulto di realtà anche da parte della Giorgia detta “Giorgia de noantri”, la quale ha rivolto al segretario NATO l’invito ad usare “maggiore prudenza”. E ancora più pressanti si sono fatti i richiami pre-elettorali al “pacifismo” dell’alleato di governo leghista nonché vice presidente del Consiglio Matteo Salvini il quale, sull’uscita infelice di Stoltenberg ora vorrebbe addirittura, tramite il suo uomo Borghi, imbastire un’interrogazione parlamentare per “censurare le parole di Stoltenberg”. Cosa che se avvenisse metterebbe in mutande tutto il corpo diplomatico della Farnesina, fino a ieri impegnato ad assicurare alla Casa Bianca e agli alleati il massimo sforzo italiano a sostegno della causa Ucraina.
Fanno ridere questi due personaggetti a cui i meccanismi di una legge elettorale iniqua stanno consentendo di governare il Paese pur essendo espressione di una minoranza. Fino a ieri servi sciocchi e meri esecutori degli ordini degli Usa che nella Nato detta il bello e il cattivo tempo, dall’inizio del conflitto russo-ucraino non hanno mai mancato di foraggiare secondo i suoi desiderata l’ucraino Zelensky di armi letali via via più potenti e complesse e oggi, che si profilano all’orizzonte rischi seri di un’escalation militare contro il gigante russo, se la fanno sotto ed invitano “alla prudenza”: un patetico ruggito da conigli.
Li aspettiamo al varco del nono invio di armi da loro fatto slittare tatticamente a dopo le elezioni, quando avranno l’occasione per dare seguito alle loro parole interrompendo l’insano invio di armi in Ucraina. Se così non sarà avremo buon diritto di chiamarli col nome che si meritano, servi codardi del padrone a stelle e strisce.