Meloni: Dalla Spocchia Elettorale all'Umiliazione Europea

Meloni: dalla spocchia elettorale all’umiliazione europea

Meloni, dalla spocchia elettorale agli abbracci ai burocrati europei, ora compromette tutto per tenere Fitto ai fondi. L'unico cambiamento? La sua casa.

La presidente, con la solita spocchia, era convinta di poter cambiare l’Italia e contare di più in Europa. Le sue sparate arroganti durante la campagna elettorale si sono trasformate in abbracci e baci ai tanto disprezzati burocrati europei. Pensava di sedere nei salotti buoni della politica, ma è stata rispedita alla tribunetta degli underdog. Ora, per salvare la faccia, è disposta a votare chiunque pur di tenere il controllo sui fondi tramite il suo fedele Fitto. Alla fine, ha cambiato solo casa, altro che l’Italia.

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Dopo il clamoroso “con Meloni contiamo di più in Europa e nel mondo” del solito spara… Bocchino:

“Anvedi ‘sti fraciconi”! Avrà detto la presidento ai suoi, libera da microfoni, riferendosi a chi l’ha isolata e, forse, pure umiliata, restituendo lei e il suo gruppo di destrorsi neofascisti alla tribunetta degli underdog. Quella riservata a chi non conta un caxxo. Perché lei voleva contare. Eccome lo voleva. Invece è rimbalzata di brutto, anzi respinta con perdite, da quelle che adesso chiama “le logiche del caminetto”. Ahiaiahi presidento…

Eppure non è passato tanto tempo da quel richiamo all’Europa del 2022, in piena campagna elettorale. Quel pomposo e arrogante “la pacchia è finita” rivolto ai governanti europei. “Fatece largo che passamo noi”, sembrava cantare con le solite vene del collo gonfie e la faccina da invasata, mentre gridava da un palco romano tutta la sua incontrollabile autostima.

Alla dichiarata guerra, invece, con sorpresa dei suoi elettori (almeno di quelli più avveduti), seguirono abbracci e baci, a Von Der Leyen e pure al codazzo di “grigi burocrati” europei che “dalla fine della pacchia” non furono sfiorati. Pensava di essere entrata a pieno titolo nei salotti buoni dell’aristocrazia politica europea, di poter scaldare il culetto al caldo di quei caminetti che, adesso, tanto disprezza. E invece no. Lontani i tempi in cui Giuseppe Conte sbatteva i pugni sul tavolo e tornava con 209 miliardi.

Le dichiarazioni di guerra sono finite nel cesso, quello in fondo a destra. Tanto quanto il 99% per cento dei proclami elettorali. Adesso è disposta a votare chiunque, anche insieme alla sua avversaria Schlein, con la condizione che mettano il suo fido Fitto, quello che maneggia i soldi, nella stanza dei bottoni. Per tranquillizzare i soliti “amici”.

Insomma: dichiarava che avrebbe cambiato l’Italia.

È riuscita solo a cambiare casa

Giancarlo Selmi

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