Non concordo con le parole del presidente Mattarella e, pur non subendo il fascino della fascinosa Maria Zakharova, ne capisco la protesta.
Le parole del presidente sono storicamente incongruenti e occultano i fatti di 80 anni fa.
L’armata rossa e il popolo sovietico sono stati gli artefici principali della sconfitta del nazifascismo in Europa.
Una guerra che è costata alla Russia 28 milioni di morti di cui bisognerebbe avere rispetto evitando parallelismi superficiali.
Tanto più quando si è presidente di uno stato che in quel frangente storico faceva parte degli aggressori e di quella tragica guerra porta responsabilità primarie.
E più ancora perché nel nostro paese aumentano le voci di chi cerca di riabilitare l’esperienza della dittatura, al punto che la seconda carica dello stato, il presidente del senato Larussa, tiene in casa il busto del capo dei fascisti.
Nessuna simpatia per Putin né apprezzamento per la guerra portata dalla Russia in Ucraina, ma neanche per paragoni affrettati e fuorvianti.
Se poi il presidente Mattarella volesse trovare intorno a noi qualcosa che assomiglia al nazismo potrebbe volgere lo sguardo verso lo stato di Israele.
E magari dire qualcosa di chiaro contro il massacro dei palestinesi che finora dopo 15 mesi di ferocia criminale non gli abbiamo sentito dire.
Pino Tilocca