Mario Draghi, il grande “salvatore della patria”, ha causato danni inenarrabili all’Italia, ma nessuno sembra volerlo inchiodare alle sue responsabilità. Le sanzioni contro la Russia, che lui ha così orgogliosamente promosso, hanno scatenato un’inflazione galoppante e un’ondata di fallimenti aziendali, ma il nostro caro “Messia” è ancora intoccabile. Mentre l’economia russa prospera, l’Italia affonda, ma chi un tempo applaudiva Draghi oggi tace, forse troppo impegnato a leccare le sue vecchie scarpe. E ci chiamavano “spie del Cremlino” quando semplicemente dicevamo la verità. Miserabili!
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In un paese serio un personaggio come Mario Draghi dovrebbe essere inchiodato alle sue responsabilità, perché i danni che è riuscito a fare per tutelare gli interessi degli Stati Uniti d’America sono inenarrabili oltre che gravissimi. Se oggi qualcuno mi chiedesse un nome che incarni la locuzione “traditore della Patria” non avrei alcun dubbio nell’indicare quello del “discepolo”.
A parlare è l’ultimo report di Scope Ratings, agenzia di Rating con sede a Berlino. Quindi non stiamo parlando di un’agenzia Cinese o Russa. Scrive testualmente: “È probabile che nei prossimi mesi i default aziendali in tutta Europa continueranno ad aumentare…Scope Ratings afferma che le tensioni geopolitiche, la crescita economica lenta, l’assenza di programmi di sostegno statali più ampi e gli effetti positivi in calo della domanda repressa post-pandemia in alcuni settori sono in parte responsabili. Lo stesso vale per la cautela delle banche centrali nel ridurre i tassi di interesse dati i livelli ancora elevati di inflazione che continua a esercitare pressione sulle aziende, visibile nell’aumento dei default aziendali in tutta Europa nella prima metà del 2024.”
Tradotto in parole povere significa questo: la politica delle sanzioni, che ha fatto schizzare il prezzo delle materie prime, che ha contribuito a far alzare l’inflazione che la BCE ha deciso di combattere con l’innalzamento dei tassi, ha prodotto povertà, fallimenti aziendali e quindi deindustrializzazione.
Il 21 settembre del 2022 Draghi all’Assemblea generale dell’Onu diceva così: “Le sanzioni che abbiamo imposto a Mosca hanno avuto un effetto dirompente sulla macchina bellica russa, sulla sua economia. L’esito del conflitto resta ancora imprevedibile, ma Kiev sembra avere acquisito un vantaggio strategico importante”. Oggi ci accorgiamo che l’economia Russa cresce tre volte in più di quella dell’Italia e dell’Eurozona e l’Ucraina ha perso la guerra tanto che si è data al terrorismo di Stato come un Netanyahu qualsiasi.
Oggi nessuno gli chiede conto a questo personaggio che ha fatto più danni di quanti ne possa fare un maiale lasciato libero dentro un giardino. E se qualcuno avesse dubbi, li ha già sciolti un articolo del Financial Times del 6 aprile del 2022 il quale ci informava che l’ideatore delle sanzioni era proprio Mario Draghi in collaborazione con la segretaria al tesoro Usa Yanet Yellen.
Eppure nessuno chiede conto al “Messia” dei danni fatti. Chi gli sbavava dietro a suo tempo con applausi scroscianti anziché fare il giornalista, ha qualcosa da dirci? O sta ancora leccando? Però ci davano delle spie del Cremlino quando dicevamo ciò che si sta appena verificando.
Miserabili!