MA MI FACCIA IL PIACERE
di Marco Travaglio
Uno studioso Nato. “Studia, Chiara! Se Putin, seguendo la strategia dei 5Stelle, non viene fermato, quello che succederà la prossima volta sarà un Paese Nato: Kaliningrad, Transnistria, Moldavia” (Carlo Calenda, leader di Azione, dà lezioni di geopolitica a Chiara Appendino, deputata M5S, Piazzapulita, La7, 2.2). Kaliningrad non né è un Paese né Nato, ma una provincia della Russia dal 1945. La Transnistria non è né un Paese né Nato, ma un territorio indipendente dal 1990, protetto dalla Russia e rivendicato dalla Moldavia. La Moldavia o Moldova è un Paese, ma non è Nato: ha chiesto di entrare nella Ue, ma non nella Nato. Si vede che Calenda ha studiato: en plein.
Lo Scopritore. “Purtroppo, e i dati parlano chiaro!, i percettori di reddito di cittadinanza si trovano largamente e in modo superiore nelle aree più povere del Paese” (Alessandro Cattaneo, capogruppo FI alla Camera, Zona Bianca, Rete4, 29.1). A questo, Cristoforo Colombo gli fa una pippa.
42.000 piani di morbidezza. “Renzi perde la causa della ‘carta igienica’ contro Travaglio: dovrà pagare 42 mila euro, era satira” (Corriere.it, 4.2). E non gli è ancora arrivata la denuncia della carta igienica.
Il Giureconsulto. “Travaglio insulta Renzi e si pappa 42mila euro. Il giornalista amico delle procure la sfanga, la ‘vittima’ paga salato” (Paolo Ferrari, Libero, 5.2). Le famose Procure del Tribunale Civile di Firenze.
Più serio di loro. “La sfida infinita di Cospito: ‘Lo sciopero della fame va avanti, i politici qui non li voglio’” (Stampa, 4.2). Con la fame che hanno, gli mettono appetito.
Bomba o non bomba. “Zelensky a Sanremo? Escludere la guerra sarebbe una forzatura” (Carlo Fuortes, ad della Rai, Repubblica, 4.2). Le bombe le porta lui?
L’Estraneo. “Carra, arrestato per un delitto mai commesso…” (Marco Follini, Stampa, 3.2). “Carra era stato chiamato a testimoniare sulla maxitangente Enimont, era stato accusato per ‘dichiarazioni reticenti’ dal pm Di Pietro, processato per direttissima e tradotto in aula in catene. Ovviamente sarebbe risultato estraneo a ogni accusa” (Mario Ajello, Messaggero, 3.2). Talmente estraneo che fu condannato in Tribunale, in Appello e in Cassazione.
Già, Giarrusso. “Giarrusso, prima di Bonaccini, aveva cercato Schlein” (Repubblica, 1.2). Ora gli restano la De Micheli e Cuperlo.
Nordio Pilato. “Carlo Nordio è il migliore che c’è… Non ha sbagliato niente. Non ha detto una parola fuori posto. I problemi con Giorgia Meloni sono una totale invenzione. Lo è ancora di più una pretesa questione di sue dimissioni – roba di chi di invenzioni se ne intende, tipo Il Fatto Quotidiano – sognata da gente che considera Augusto Bonafede il miglior ministro della Giustizia” (F.F., Libero, 25.1). Noi veramente consideriamo il miglior ministro della Giustizia quell’altro Bonafede: Alfonso.
Incassese. “(Giorgia Meloni) è amata da quanti sostengono che l’Italia dovrebbe avere più giovani al governo… Piace a chi ama la gestione ordinata… È apprezzata dagli amanti della musica classica, perché sa governare i tempi e guidare gli orchestrali, alternando voce e silenzio… È ammirata da chi sa che vuol dire lavorare sodo e crescere una figlia piccola” (Sabino Cassese, Foglio, 30.1). Eddài, Giorgia, trovagli una poltroncina!
La lingua del Merlo. “Giuliano Amato è il leader che all’Italia dei senza misura diede una solidità di bilancio della quale il Paese dovrebbe ancora essergli grato… È un grande italiano che, senza più incarichi di responsabilità, trasmette, con le competenze e l’autorevolezza evidenti, un peso di saggezza e una malinconia di calore: esperienza e spleen di rimpianto… È oggi una delle nostre coscienze più lucide” (Francesco Merlo, Repubblica, 25 e 26.1). Quando gli passano il Sidol.
Signora maestra! “Conte vuole distruggerci. Proprio come Renzi” (Gianni Cuperlo, Corriere della Sera, 5.2). Come se non ci riuscissero benissimo da soli.
Il titolo della settimana/1. “La Camera in difesa del vino. Passa in commissione la risoluzione bipartisan” (Libero, 1.2). In plateale conflitto d’interessi.
Il titolo della settimana/2. “Meloni è pronta a lasciar morire in carcere l’anarchico Cospito” (Domani, 31.1). È lei che lo tiene a digiuno.
Il titolo della settimana/3. “Draghi ha parlato a Davos. Ha voglia di lavorare con il privato” (Foglio, 25.1). Perché, finora che ha fatto?
Il titolo della settimana/4. “Djokovic campione con la c minuscola: sul Covid doveva dare l’esempio” (Roberto Burioni, Stampa, 1.2). Ma va’ a ciapà i ratt.
Il Fatto Quotidiano, 6 febbraio 2023